Lunedì 13 Novembre 2023 22:11
Nei cunicoli idraulici etruschi con gli Esploratori Veientani
L’Agro Veientano è un territorio a cavallo tra i paesi di Formello, Sacrofano, Castelnuovo di Porto, Riano, Morlupo, Campagnano di Roma, Magliano Romano e il municipio XV del Comune di Roma. Dominato dall’antica città di Veio, l’Agro ha vissuto una storia lunga che ha avuto come protagonisti gli etruschi prima e i romani dopo. Tali […]
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Nei cunicoli idraulici etruschi con gli Esploratori Veientani
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L’Agro Veientano è un territorio a cavallo tra i paesi di Formello, Sacrofano, Castelnuovo di Porto, Riano, Morlupo, Campagnano di Roma, Magliano Romano e il municipio XV del Comune di Roma. Dominato dall’antica città di Veio, l’Agro ha vissuto una storia lunga che ha avuto come protagonisti gli etruschi prima e i romani dopo. Tali popolazioni hanno lasciato tanti segni del loro passaggio, luoghi sepolti dal tempo o abbandonati a loro stessi. Tombe, ipogei, cunicoli idraulici: queste opere dimenticate affascinano e arricchiscono la nostra terra. In questo articolo parleremo con Giannicolombo Gualerni, uno degli Esploratori Veientani che cercano di riportare alla luce la bellezza di questo territorio.
Tanto territorio, tanto valore e persone con la voglia di scoprirlo: così nasce il gruppo senza scopo di lucro degli Esploratori Veientani. Ricercare e valorizzare le bellezze naturalistiche, storiche e archeologiche dell’Agro è la loro missione; a guidare il gruppo l’amore per il territorio. E tra la vegetazione hanno riportato alla luce numerosi luoghi di interesse, tra ipogei, cunicoli idraulici e tombe, protagonisti dell’epoca etrusca, romana e medievale. Come gruppo, hanno anche progettato e realizzato diversi cammini, tra cui il Cammino di San Silvestro e Costantino e il Cammino del Sole. In questo articolo abbiamo seguito Pietro Macri (di Roma), Francesco Braghetta (di Formello), Giannicolombo Gualerni (di Sacrofano), Luigi Perini (di Castelnuovo di Porto) e Marco Ceci (di Magliano Romano), che ci hanno raccontato del dedalo di cunicoli idraulici etruschi che si estende per ventitré chilometri. Gli Esploratori hanno ripercorso i passi degli studiosi inglesi della British School.

Giannicolombo Gualerni, Luigi Perini, Pietro Macri, Francesco Braghetta

Giannicolombo Gualerni (Sacrofano)

Luigi Perini (Castelnuovo di Porto)

Pietro Macri (Roma) e Francesco Braghetta (Formello)

Pietro Macri (Roma)

Marco Ceci (Magliano Romano)
Risalenti all’800-400 a.C., questi intricati tunnel rappresentano non solo un viaggio nel tempo, ma anche una profonda immersione nello spazio sotterraneo. Scavati con precisione attraverso il tufo granulare, i cunicoli avevano una funzione primaria nel drenare le vallate e catturare le acque sorgive. Tuttavia, la loro utilità non si limitava al semplice drenaggio del terreno. Essi servivano anche a irrigare i campi, fornire l’acqua per scopi domestici e urbani, e, in alcuni casi, fungere da sottopassaggi o ponti lungo le antiche vie.
La forma ogivale dei tunnel, alti da 1,6 a 1,8 metri e larghi da 60 a 70 centimetri, testimonia la perizia degli antichi scavatori.
La costruzione dei cunicoli seguiva un iter ben studiato.
La forma ogivale dei tunnel, alti da 1,6 a 1,8 metri e larghi da 60 a 70 centimetri, testimonia la perizia degli antichi scavatori.
La costruzione dei cunicoli seguiva un iter ben studiato.
- Si partiva costruendo i “pozzi di servizio” con dimensione di circa 1-2 m., intervallati a 40-60 m.
- Attraverso essi, si raggiungeva la base del cunicolo preventivamente studiato. Vi si dava la pendenza desiderata e vi si immetteva l’aria necessaria per la sopravvivenza durante i lavori.
- A seconda della lunghezza, vi lavoravano una o più squadre che partivano da monte e da valle, per poi incontrarsi lungo l’itinerario. Quando l’incontro non si verificava, venivano realizzati degli scavi correttivi in corrispondenza dei disallineamenti.
- I pozzi di servizio permettevano infine il trasporto dei materiali risultanti dello scavo e l’ispezione del cunicolo stesso a lavoro ultimato. Sulle pareti parallele più vicine venivano scavati piccoli gradini (pedarole) per consentire allo scavatore un accesso comodo al cunicolo. Talvolta le pareti presentavano nicchie, appoggi o un canaletto per la raccolta delle acque filtrate.
Cunicolo Mapello (225 m): territorio del Comune di Sacrofano a confine con il territorio di Roma.

Entrata del cunicolo Mapello

Cunicolo Mapello
Cunicoli Costa Domaccia (175 m): Nord Ovest del Comune di Sacrofano.

Lucernario del cunicolo Costa Domaccia

Cunicolo Costa Domaccia
Cunicolo Mezzopane (200 m): territorio nel Comune di Sacrofano.

Lucernario del cunicolo Mezzopane

Pedarole del cunicolo Mezzopane
Cunicolo Capecchio (295 m): a nord di Sacrofano, a confine con Campagnano di Roma e Magliano Romano.

Cunicolo Capecchio

Cunicolo Capecchio
In questo intricato e affascinante viaggio nel tempo e nello spazio sotterraneo, i cunicoli idraulici etruschi emergono come testimonianze viventi della genialità delle antiche civiltà. Ma non sono di certo gli unici segni del passato presenti nell’Agro Veientano. È proprio grazie a gruppi come quello degli Esploratori Veientani che la memoria delle opere antiche può essere portata avanti. Per scoprire di più sul loro affascinante viaggio nel tempo, vi invitiamo a visitare il loro sito web
www.agerveientanus.com
e la loro pagina Facebook
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