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Venerdì 22 Maggio 2020 13:05

Ponte Milvio, dal 25 maggio addio al PMO

Va in soffitta il PMO, Piano di Massima Occupabilità voluto e varato dalla giunta 5S del Municipio XV, che nel gennaio 2017 obbligò locali, wine bar, pub e ristoranti di Ponte Milvio a ridimensionare notevolmente la presenza di dehors e tavolini su suolo pubblico. PMO peraltro nato per disciplinare l’intero rettangolo della movida e quindi […]

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Va in soffitta il PMO,
Piano di Massima Occupabilità
voluto e varato dalla giunta 5S del Municipio XV, che nel gennaio 2017 obbligò locali, wine bar, pub e ristoranti di Ponte Milvio a ridimensionare notevolmente la presenza di dehors e tavolini su suolo pubblico.

PMO peraltro nato per disciplinare l’intero rettangolo della movida e quindi anche via Flaminia, via Riano e viale Tor di Quinto ma poi deliberato ed applicato solo sugli esercenti della piazza. Ebbene ora, per la soddisfazione di questi ultimi e degli avventori, in virtù di un’iniziativa della Giunta Raggi il PMO va in soffitta.

Ad annunciarlo è stata la sindaca Raggi scrivendo oggi su facebook che “lunedì prossimo (25 maggio, ndr) i titolari di bar e ristoranti potranno subito ampliare i loro spazi all’aperto per i tavolini, fino al 35% in più, e per tutto il 2020 non pagheranno il canone di occupazione del suolo pubblico“.

E farlo sarà semplice, spiega ancora Virginia Raggi: “basterà una comunicazione online, con allegata planimetria, e si potranno allestire immediatamente i dehors aumentando lo spazio a disposizione. Il rilascio della concessione sarà successivo, così come i controlli sul rispetto delle nuove regole…. inoltre, abbiamo approvato un altro provvedimento da sottoporre rapidamente all’Assemblea Capitolina, con il quale proponiamo che l’ampliamento degli esterni possa essere mantenuto per 12 mesi a partire dalla presentazione della domanda“.

Stop dunque alla burocrazia, stop ai tempi lunghi di attesa per sentirsi dire un sì o un no, stop all’uniformarsi all’arredo urbano, dice la sindaca sottolineando che “i titolari di bar e ristoranti non avranno l’obbligo di adeguarsi al catalogo degli arredi urbani commerciali, in modo da non costringerli a investimenti eccessivi in un periodo di difficoltà. Abbiamo lavorato a un obiettivo preciso: le serrande dei locali devono rialzarsi, con tutto il nostro sostegno. Perché dietro quelle vetrine ci sono persone e famiglie“.
Apprezzabile l’intento ed auspicabile che venga così percepito ed applicato affinchè la manica larga non si traduca in un degrado del decoro urbano della città.

Da un punto di vista operativo, tre le opzioni possibili e rese note sul sito web del Campidoglio:

1. Gli esercenti già in possesso di concessione OSP possono procedere all’ampliamento della superficie di occupazione di suolo pubblico già autorizzata fino ad un massimo del 35%, subito dopo averla comunicata al Municipio territorialmente competente, unitamente a una planimetria.
La domanda di concessione sarà trasmessa, a partire da lunedì, telematicamente al Municipio sui moduli predisposti, con l’indicazione da parte dell’esercente del giorno di installazione dell’occupazione.
In caso di accertamento negativo dei requisiti, l’occupazione d’urgenza deve essere rimossa entro sette giorni dalla comunicazione del rigetto della domanda.

2. Gli esercenti che non siano già in possesso di una concessione OSP possono, in via eccezionale, richiedere una occupazione di suolo pubblico per una superficie massima del 35% della superficie interna del locale adibita alla somministrazione. Sempre a partire da lunedì, la domanda va trasmessa nella stessa modalità sopra indicata.

3. In caso di impossibilità di ampliamento dell’OSP, o di nuova concessione in area attigua all’esercizio o confinante con quella già autorizzata, dopo l’approvazione in Assemblea Capitolina sarà possibile richiedere un’occupazione del suolo nelle immediate vicinanze del locale, entro una distanza massima pari a 25 metri di diametro dal fronte dell’esercizio, a condizione che siano rispettate le norme igienico-sanitarie relative al trasporto di generi alimentari.

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