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Lunedì 12 Ottobre 2020 13:10

Coronavirus – Diario di crisi giorno 212

Ettore chiede di Batman. Gli esagerazionisti e i terrorizzati. Il vaccino ancora non c’è. In attesa del DPCM. Quale sarà il picco invernale? - Il diario di Lorenzo Pirrotta

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Ettore chiede di Batman. Gli “esagerazionisti” e i terrorizzati. Il vaccino ancora non c’è. In attesa del DPCM. Quale sarà il picco invernale?
 
Con Ettore ieri abbiamo letto un bel fumetto di Batman, il suo più grande eroe. “Che wole fare Batman, che wole fare?”. “Vuole prendere i cattivi”. “Sìììì!!” In questi casi bisogna stare attenti, perché Ettore vuole una risposta precisa che ha già in mente se la sbagliamo si arrabbia molto. Fino a poco tempo fa Batman correva solamente ora invece si impegna anche nel suo lavoro di acciuffa criminali.
 
A volte penso che anche noi come Ettore vogliamo una risposta e prescelta. Purtroppo però non sempre riusciamo nel nostro intento autoconfermativo. Gli “esagerazionisti” che non sono dei veri negazionisti, per esempio cercano disperatamente qualcuno che gli dica che in fondo è tutto un complotto per dominarli e spennarli e alla fine, pur non trovando quasi nessuno di autorevole che gli dia ragione si trovano fra di loro e si confermano nelle loro teorie.
Una delle frasi che mi ha torto le budella di più da quando è iniziata quest’orribile storia è “io al covid non ci credo”, come pure il suo contrario “io ci credo al covid”. Come fosse un atto di fede. Gli esagerazionisti tendono a dire che loro ci credono ma si sta esagerando, questo poi si declina in varie forme e modi.
 
Dopo la vicenda di ieri del capo di Gabinetto Prefetto Frattasi che ha precisato tre volte cosa siano l’attività motoria e quella sportiva per poi stabilire che nulla era cambiato per l’uso della mascherina, quindi, aggiungo io, in bicicletta si può andare senza, c’è da aspettarsi che con il Dpcm prossimo venturo ci saranno altri dettagli discutibili e al limite della fantasia della burocrazia italiana.
La sostanza però già la conosciamo, niente feste, niente calcetto, niente movida e niente assembramenti. L’inverno si avvicina e con lui anche quello che cominceremo presto a chiamare picco della seconda ondata. Quindi pur trovando fortemente limitativi delle nostre libertà personali i provvedimenti che si susseguiranno da qui alla prossima primavera dovremo adeguarci a meno che non si sia disposti a sacrificare una parte importante dei nostri anziani e più di qualcuno dei nostri adulti maturi.
La risposta che molti vogliono sentire alla loro domanda è > temo che nonostante gli annunci di molti dei governanti nostri e altrui dovremo aspettare ancora un po’.
 
Qui piove e fa un po’ più freddo se potete aprite comunque le finestre nei vostri uffici e non dimenticate di lavarvi le mani e mettervi la mascherina. Questo è quello che possiamo fare noi alle istituzioni tocca tutto il resto, che non è poco. Vediamo se i pediatri e i medici di famiglia verranno veramente dotati di strumenti utili come i test e se ci si occuperà del trasporto pubblico pericoloso ogni giorno di più se non potenziato. Vediamo se il sistema del tracciamento che in UK non funziona qui da noi è davvero così efficace. Vediamo se riusciremo almeno a fare i vaccini antinfluenzali, che poi cos’è questa storia dei vaccini cinesi per la Lombardia bocciato dall’Aifa. Abbiamo avuto un lungo periodo di tregua nel quale prepararci all’inverno non posso credere che non sia stato fatto nulla.
Una scelta politica sembra essere stata fatta un solo tampone in uscita dal covid nostro per averne di più a disposizione e testare più persone. 10 giorni anziché 15 di quarantena per aver più persone attive. Speriamo siano scelte giuste. Leggo solo ora che in UK ci sono più ricoverati che in marzo spero sia un errore ma temo di no.
 
State bene e adelante con judicio!
 
Veniamo accolti da una guardia giurata con una notevole somiglianza con Hagrid, il guardiano di Hogwarts, ma con il barbone rossastro, che ci chiede se siamo lì per il tampone veloce o quello molecolare. Noi abbiamo sia una ricetta dematerializzata per il molecolare che una ricetta su carta bianca per il veloce. Hagrid ci dice che se non abbiamo dei motivi seri non ci fanno fare il veloce.
 
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Sono le otto del mattino e siamo in macchina fuori dal cancello dell’ex Forlanini dietro di noi si sta formando una fila notevole. Provo a spiegarvi come e perché ci siamo finiti.
I dottori ci rispondono e ci consigliano
 
Mentre sono al Pc verso le 17.00 di giovedì a scrivere proprio questo diario mi chiama Martina e mi dice che così, così e così. Insomma una persona della nostra cerchia familiare è risultata positiva al test sierologico. Io di persona personalmente non la vedo da 9 giorni però Martina ha avuto un incontro con una terza persona che l’ha visto da poco. Che fare? Intanto stabiliamo che Giuliano non va in piscina. Poi io mi metto a cercare su internet chi fa test sierologici a Roma. Ne trovo uno in viale Marconi una settantina di euro a testa per 4 sarebbe una spesa non trascurabile.
Decidiamo di chiamare il nostro medico di famiglia che nonostante l’orario dopo un po’ di tentativi e un paio di messaggi allarmati risponde. Ci consiglia un tampone rapido in un laboratorio privato ai Parioli, il test sierologico ce lo sconsiglia. Chiamiamo anche il pediatra che appurata la situazione ci dice sostanzialmente che possiamo fare quello che vogliamo ma ai bambini niente. Se risulteremo positivi noi allora si provvederà anche a loro.

Code davanti ad un laboratorio privato di Roma Nord
 
Si fanno più o meno le 18.00 questo laboratorio pariolino non risponde, del resto noi siamo di Roma sud quindi un po’ di scostanza ci sta. Decidiamo di andare. Sul sito si parla di percorsi protetti e tempi di attesa ragionevoli in un contesto che si dedica ai tamponi rapidi proprio dalle 18.00. Armati di una ricetta bianca che ci siamo fatti mandare con Wapp dalla dottoressa giungiamo sul posto. Troviamo un esercito di ragazzi che attornia la palazzina armato di un numeretto. Sono appiedati e si appoggiano o si siedono un po’ dove possono. Diciamo che me la sento senza tema di essere smentito che di definire quell’’insieme di persone in attesa un assembramento. Tutti mascherati ma serrati e vicini. Chiedo ad una coppia di ragazzi da quanto sono lì e come funziona, scopro che aspettano dalle 14.30 per avere un numeretto che ora gli darà diritto ad entrare nello stabile dove c’è il laboratorio, quando li chiameranno. In macchina mi aspettano due bambini e mia moglie penso che metterci in fila in quella situazione ci esporrebbe al virus più di qualunque altra nostra attività precedente. Risalgo in macchina e andiamo via. Noi non abbiamo nessuno cui lasciare i bambini quindi dobbiamo trovare una situazione che ci consenta di portarli con noi.
Ai Parioli una fila che sembra proprio un assembramento meglio il drive – in pubblico
Richiamiamo la dottoressa che ci risponde, devo darle atto di aver avuto una certa pazienza nonostante l’ora, conveniamo che a questo punto per noi sarebbe meglio fare un tampone molecolare al drive -in dell’ex-Forlanini.
Questo ci porta dal nostro Hagrid che dall’abitacolo della mia utilitaria sembra ancora più maestoso.
“Ma c’avete sintomi?”. “No, però…”. “Guardate che la fila è lunga secondo me il vostro è uno scrupolo eccessivo. Io al posto vostro me ne andrei”.  Insomma cerca di dissuaderci. Peraltro con il tampone molecolare dobbiamo aspettare l’esito in isolamento. Mi risuona in testa la voce della dottoressa che mi raccomanda di fare prima al spesa perché poi si sta chiusi in casa.
 
Scendo dalla macchina, varco il cancello e inizio una trattativa con Hagrid e i suoi aiutanti, uno di loro si spaventa un po’ quando gli spiego che uno dei miei familiari è positivo: si allontana di tre o quattro passi, mutando in modo anche un po’ comico la nostra prossemica. Il problema è che non ho la ricetta dematerializzata per il veloce anche perché la mia dottoressa non sapeva che lo potessimo fare lì. Insisto un po’ e mi chiamano un infermiere che dopo aver tentato anche lui di dissuadermi dal fare alcunché ed eventualmente consigliandomi di fare il molecolare ammette che con le ricette che ho posso fare anche l’altro, quello veloce, quella in carta bianca va bene.

Il tampone secondo Ettore
 
Dopo un’ultima trattativa con Hagrid finalmente entriamo nel piazzale e ci mettono nella fila dei tamponi veloci. Sono circa le 9:30 del mattino eravamo lì dalle 8.00. Restiamo in fila per altre tre ore. Certo Ettore e Giuliano sono fantastici riescono a giocare e a farlo con noi anche chiusi in un’utilitaria. Ettore passa davanti e comincia a far finta di guidare la macchina cosa che gli piace molto. Giuliano si è portato il suo album di carte Pokemon, Snorlax e Pikachu gli fanno una buona compagnia. Parliamo e scherziamo per cinque ore prima che tocchi a noi. Ettore trova anche una spada di plastica piena di acqua e sapone e ci dice che quello è il tampone. “Tampone quetto, tampone!”. Le altre macchine in fila ospitano persone abbastanza giovani e molti genitori con figli, credo inviati lì dalle Asl per casi a scuola, oppure persone che, credo, vogliano partire, prendere l’aereo. Sul pratone che circumnavighiamo si formano anche dei piccoli capannelli di ragazzini che chiacchierano e giocano. Noi i nostri li teniamo in macchina.
 Cinque ore di fila in tutto
Quando mi infilano il lungo cotton fioc nel naso fa un po’ male, il fastidio mi resterà per un po’. Dopo di me anche Martina, tutto restando seduti ai nostri posti. Il prelievo ce lo fa una ragazza, gentile e sorridente, che cambia i guanti ad ogni procedura e che è ovviamente tutta bardata con un tuta bianca “anti covid”, mascherina, para schizzi e tutto quello che serve.
 
Ci fanno parcheggiare al centro del giardino che abbiamo circumnavigato in quattro ore, dopo mezz’ora un’altra ragazza bianca comincia cercarci dicendo ad alta voce i nostri cognomi, macchina per macchina. Negativo e negativa. Tutto bene. Giuliano ci rimprovera di avergli fatto perdere un giorno di scuola inutilmente. Però siamo stati insieme ed è una bella cosa sempre, inoltre siamo decisamente più tranquilli.
Torniamo a casa e cominciamo a riprendere la normalità della nostra vita. Giuliano si mangia un pantagruelico piatto di pasta al gorgonzola e anche noi ci diamo il nostro bel da fare.
 
Dopo qualche ora cominciano ad arrivare i risultati delle altre persone che erano state a contatto con il nostro presunto paziente uno, tutti negativi. Allora dico a Martina ma hai visto mai che sia negativo anche lui? Perché il test sierologico non è affidabile come un tampone. Il giorno dopo sabato mattina, arriva il responso del tampone molecolare del nostro presunto paziente uno negativo anch’esso. Insomma stiamo tutti bene!
 
Riguardatevi e Adelante con judicio!
 

Ragazza con tutta anti covid
Giuliano comincia a leggere qualche libro dalla mia biblioteca. Ne ha pescato uno da solo senza alcun mio suggerimento. Sono stato tentato di dirgli che no, che era meglio che leggesse qualcos’altro ma poi ho lasciato perdere. Niente censura se poi lo troverà troppo complicato Amen.

Sole e acciaio di Mishima ha culti a me pressoché sconosciuti, corpo, arti marziali, ma ha un titolo di una bellezza rara. Giuliano ni chiede di interpretargli alcune metafore e similitudini sul corpo e la mente lo faccio volentieri. Mi accorgo che è incuriosito.

Di sole oggi ce n’era più di un po’. Ettore ha provato a guidare la macchina sulle mie ginocchia e si è molto divertito. Il Covid nostro lambisce le coste del nostro sud ogni giorno di più. Il dubbio che le regioni non abbiano usato il tempo prezioso avuto finora per organizzarsi e ampliare ospedali e terapie intensive comincia serpeggiare sui giornali.

La Germania nostro specchio ordinato, è molto più simile a noi di molte altre nazioni per storie, orrori e bagliori, ha anch’essa una brutta impennata di contagi. Del resto il generale inverno farà molti prigionieri e marcerà a passo sostenuto.

L’acciaio delle macchine in fila per eseguire i tamponi ha contato questa settimana 20.989 nuovi casi di contagio da coronavirus, il 50% in più. Se guardate un grafico fa un certo effetto questa settimana c’è stato proprio un brutto scatto. Una progressione simile potrebbe portarci in un baleno in acque perigliosissime.

La situazione non è paragonabile a marzo o ad aprile perché il rapporto tra tamponi fatti e positivi è decisamente diverso. 1 su 4 di allora contro i 3 su 100 di adesso. Anche il tasso di letalità è molto diminuito però la progressione dell’ultima settimana spaventa anche un profano come me.

Nel libro di favole di Giuliano ed Ettore c’è una bellissima fiaba che racconta di come un ricchissimo principe accettò di pagare un mercante che gli aveva portato un nuovo passatempo da lui inventato, che poi si rivelerà essere il gioco degli scacchi, con un compenso a scelta dell’eroe. Questi scelse di essere pagato con un chicco di riso e il suo doppio, ed il doppio del doppio e così via per tutti gli scacchi di una scacchiera. Il principe, in altre versioni lo Scià, il Faraone,  gli chiese se fosse sicuro in fondo un pugno di riso era poca cosa.  Il nostro eroe accettò. Al momento del pagamento il sovrano si rese conto di non avere abbastanza risorse per pagare il suo debito. Perché le caselle degli scacchi sono 64 e la progressione sarebbe quindi questa 2,4,8,16,32,64,128, 256,521,1024,2048,4096,8192,16384,32.768,65536,131072 e cosi via fino a raggiungere la cifra di diciotto miliardi di miliardi di chicchi di riso, cui dobbiamo aggiungere il riso che c’è nelle altre 63 caselle. Ok se il covid nostro prendesse questa piega, cosa possibile, come dice un mio amico “Semo der gatto”.

Oggi 5372.

State bene e adelante con judicio!

Il delirio delle file per i tamponi per il momento ci è stato risparmiato. Notizie ferali però ci raggiungono su file di drive in non lunghe ma lunghissime. Spesso mi chiedo come mai nel mio Paese sia tutto così complesso è complicato. Anche vaccinare i bambini e noi stessi per l’influenza ordinaria è diventato piuttosto ostico. Sono giorni che mi sbatto tra numeri della Asl e pediatra con scarsissimo successo.
Giuliano vuole che rivediamo tutti Harry Potter, anche se lo conosciamo a memoria, perché è tradizione. Tra gli universi artificiali per bimbi grandi e piccini è uno dei miei preferiti, certo ho qualche difficoltà a riguardarlo tutto ogni autunno però lo faccio.
Pare che la regione stia aprendo qualche drive in in più, speriamo. Oggi c’è di nuovo il sole e anche Pomezia mi è sembrata più bella. In realtà l’azienda in cui siamo andati per dei corsi è molto interessante e tecnologica. Tutti con le mascherine ma tutti indaffarati. Progettano e testano pneumatici per uno dei più grandi marchi del mondo.
Tornando a casa su Viale Trastevere, pieno di persone verso le 17.00 come ai vecchi tempi, tutti a o quasi avevamo la mascherina. Attira la mia attenzione un signore che la tiene appesa all’orecchio mentre parla al telefono a fa qualcosa alla sua bocca, guardo meglio e mi accorgo che si sta pulendo i denti con un filo interdentale, così mentre passeggia e parla al cellulare. L’ho trovato un gesto particolarmente sconveniente soprattutto oggi.
Nel frattempo siamo arrivati a 4.458 nuovi casi e 22 morti.
State bene e adelante con judicio!

Uno degli ingressi del Senato. Quando entra un parlamentare che è di guardia sbatte la spada sulla placca in segno di saluto.
Fino alla fine dell’anno i licenziamenti sono bloccati e questo è stato sicuramente un bene. Il problema è che i tappi prima o poi saltano e, come mi spiega un collega in auto mentre raggiungiamo Pomezia,  a un certo punto bisognerà che diano alle aziende  di nuovo la possibilità di licenziare le persone perché altrimenti rischiamo di saltare le imprese stesse.  Non so se sia sempre vero, sono state molto aiutate dalla cassa integrazione, ma l’idea di un fiume di licenziamenti con il nuovo anno mi spaventa. Mi informo chiedo un po’ in giro e scopro che alcune aziende hanno già una lista di esuberi, sanno di non potercela fare.

 

A Pomezia vado giusto nella zona industriale non vedo grandissimo movimento piove e viene giù il mondo. La zona è in parte abbandonata, altre crisi ci sono passate sopra lasciando più di qualche qualche segno.

 

Piove, leggo che a Venezia viene giù il mondo ma il MOSE funziona. Penso a Gianni De Michelis che ne sarebbe stato felice, ne fu un grande sostenitore quando contava più di qualcosa, quando diciamo era il “Doge”. Chissà che avrebbe detto del covid nostro. Lui che passava un mese l’anno in Cina quando l’ho conosciuto.

Da gennaio inizierà un fiume di licenziamenti?

Da Pomezia torno a Roma nel pomeriggio vado a prendere Giuliano ed Ettore. > Ettoruzzo è molto deluso dalla mancanza di Martina e dal fatto, ancora più inconsueto, che io sia a piedi. Però se gli spiego che la mamma è in ufficio e che la bicicletta in tre non possiamo alla fine si calma e capisce. Tutti abbiamo bisogno di spiegazioni, non andiamo sottovalutati dobbiamo sapere cosa ci succede e perché. Altrimenti è difficile pretendere da noi accettazione.

 

Passo parte importante della giornata con la mascherina addosso. Mi da fastidio, non mi piace credo sia una limitazione notevole della mia libertà, mostrare il mio viso e respirare liberamente non è una  parte trascurabile delle mie libertà individuali, ma lo faccio perché mi hanno spiegato che così do una mano. I casi sono saliti oggi 3678 nuovi, qui nel Lazio  +357 in Campania +544.

 

Ogni giorno andrà un po’ peggio. Il fiero Conte ci consiglia di usare le mascherine anche in casa quando riceviamo qualcuno e ha varato un decreto che rende le sue raccomandazioni diciamo così più stringenti.

Varato il decreto mascherine

La vera ciccia del DL  è la proroga dello stato di emergenza al 31 gennaio 2021, e la riduzione dei poteri dei presidenti di Regione sul contenimento del Covid che potranno emanare solo ordinanze restrittive rispetto a quelle del governo e non più il contrario. Altra cosa importante e che si proroga la cassa integrazione in deroga il che allontana ancora per un po’ i licenziamenti.

Noi ci siamo ritirati nella nostra casetta per mangiare spezzatino e guardare il mitico Harry Potter

State bene e adelante con judicio!



> > > Constata felice.

Per Ettore il contrario di rotto è aggiustato. Non è sano, intero o nuovo o funzionante, ma solo ed esclusivamente aggiustato.

La cosa è molto significativa, temo che in generale abbia più ragione lui che i vocabolari e il mio linguaggio da adulto corrotto da 40 anni di letture, buone e cattive, e scritture, di solito pessime. Le cose con cui abbiamo a che fare, soprattutto se importanti, tendenzialmente o sono rotte, irrimediabilmente o no , o sono state aggiustate. L’entropia, il caos, che tutto rovina consuma e rompe. Anche le malattie che effetto hanno sul nostro corpo, alla fine anche il covid nostro, o ci rompono irrimediabilmente oppure dopo un po’ il nostro corpo riesce ad aggiustarsi. Di solito anche grazie all’aiuto di qualche farmaco e di qualche buon medico.
Gli aggiustati, cioè i guariti nel mondo sono molti 26,908,407, quelli censiti, ma anche i rotti irrimediabilmente cominciano a spaventare 1,049,751. Ora si da il caso che uno degli aggiustati, anche se ancora non del tutto, sia il presidente degli USA e noi ne siamo contenti per lui.

Manca numero legale alla Camera anche a causa del covid

Il Dpcm è stato illustrato alla Camera dal Ministro Speranza e pare che sarà più laziale che campano, mascherine per tutti ma niente coprifuoco e chiusure anticipate del locali, che vengono lasciate alla libera scelta dei governatori. Il ministro mantiene una linea di prudenza e di cauto ottimismo; senza dire troppo esplicitamente che durate la stagione più fredda le cose non potranno che peggiorare. La maggioranza presenta una risoluzione alla Camera da far approvare credo anche per legittimare il prossimo Dpcm che comunque è un atto, diciamo così, individuale del presidente del consiglio.
Le risoluzioni come gli ordini del giorno non contano quasi nulla ma hanno un valore simbolico. Ebbene il covid nostro ha fatto mancare il numero legale. 41 deputati della maggioranza sono in quarantena fiduciaria, degli altri non so, comunque sta di fatto che il numero legale manca. La risoluzione non passa. Sul lungo periodo e su atti più importanti potrebbe cominciare ad essere un problema. Il Covid nostro comincia a rompere o almeno imballare il nostro sistema di rappresentanza che già secondo più d’uno aveva bisogno di una aggiustatina.

Accompagno Giuliano a scacchi è un bellissimo pomeriggio assolato di ottobre siamo tutti mascherati è un po’ spaventati.

Adelante con judicio!



> Mi giro e mi accorgo che l’urletto è rivolto proprio a me. Una vigilessa un po’ âgé munita di un grande distintivo sul petto, che mi indica convinta. Volto il mio velocipede e protestato la mia innocenza: > La pizzardona, che nessuno se ne abbia a male a Roma per via del grande cappello bianco a pizza li chiamiamo così, concilia ma mi ricorda di portarla con me. Cosa che io ovviamente faccio. L’idea che la signora possa da giovedì comminare multe fino da 3000 euro un po’ mi spaventa. Comunque riesco a raggiungere la scuola di Giuliano senza farmi comminare alcunché e lì ci mettiamo le mascherine. Lui è particolarmente contento dello zaino nuovo: abbiamo mandato in pensione quello dell’era glaciale che pare con il suo “mammuttone” non fosse più all’altezza della situazione.

Al grido mascherinaaa mi fermano in bicicletta

Spero che si goda questi giorni di scuola, che abbiamo scoperto non fermi nella nostra quotidianità come credevamo.  I presidi chiedono di passare celermente ad una scuola per metà on line. Di fatto già 130 scuole, visitate più o meno frequentemente dal covid nostro, hanno dovuto passar alle lezioni a distanza.

Spero si possa resistere ancora un po’ vedremo..

La “normalità” fiscale invece sembra voglia tornare almeno attraverso le cartelle esattoriali che finora erano state bloccate per l’emergenza covid.  Dal 15 di ottobre potrebbero riabbattersi su di noi 9 milioni di cartelle esattoriali!  Una vera bomba. Ci si aspettava un emendamento, al Dl agosto, in commissione bilancio che questa notte non c’è stato. Potrebbero ripartire anche pignoramenti e su stipendi e pensioni. Chissà che non rinviino ancora magari nel prossimo decreto covid.

Mi ritrovo a Piazza Navona dopo un parco pranzo a base di un tramezzino preso in supermercato; mi guardo intorno e vedo ben tre comitive di turisti, quelle con il numero sulla paletta, i ristornati hanno i “buttadentro” in piena attività e qualche tavolino occupato.  Questa parvenza di gioiosa normalità sembra che si debba dissolvere di nuovo.

Mentre il governatore della Liguria tenta una ribellione in stile marsigliese contro i nuovi provvedimenti nazionali che da mercoledì caleranno facendo un po’ più buio il nostro autunno, qui nel litorale laziale si è formato un super cluster nella provincia di latina. Il grappolone ha sfiorato anche l’uomo dei mojto, da quelle parti abbastanza di casa, per un incontro elettorale in un ristorante di Terracina.

Salvini nel grappolo del Tordo, ottimo ristorante di Terracina

Al Tordo un positivo, quella sera pare piovesse e quindi tutti dentro il ristorante con qualche mascherina su e qualcuna giù pure il Salvini cui ora i giornalisti fanno domande sul cluster di Terracina. La Asl di Latina ha sostanzialmente chiesto alle persone di stare chiuse in casa. Una sorta di lockdown volontario.

State bene e adelante con judicio.


Passanti con mascherine
Ettore, l’unico di noi che avrebbe diritto al viso scoperto, dopo un po’ chiede e ottiene la mascherina, ché ai bimbi non piace essere diversi.

Qui nel Lazio quest’obbligo non c’è stato neanche durante la prima ondata anche perché all’inizio le mascherine erano introvabili.

Les deux abbassano le loro chirurgiche colorate solo per nascondersi dietro a due supplì per la loro merenda.

Non ci sono abituato, dopo un po’ di cammino mi rendo conto che  mi pesa anche fisicamente. Ho una gran voglia di toglierla. Mi chiedo come farei se fumassi ancora. Praticamente è stato proibito il fumo all’aperto poiché fumare con la mascherina su mi pare improbabile.

La domenica mattina l’abbiamo dedicata ai compiti e alla preparazione degli gnocchi. Ci sono venuti benissimo  tutti diversi e appartenenti a quattro famiglie distinte.

Ettore mi insegue con un bruco fatto di pasta di sale; noi la facciamo con il sale, appunto, il doppio di farina un po’ d’acqua e zafferano, viene di un giallo strepitoso.

Giuliano mi chiede se mi piacciono più i bruchi o le farfalle, rispondo le farfalle, anche pensando al messaggio positivo, quanto banale, che la metafora della farfalla porta con se. Lui invece mi dice che preferisce il bruco è un po’ come se mi dicesse, per non uscire dalla metafora, che preferisce la sua infanzia oggi alla sua trasformazione, quanto mai incerta, domani. Eppure gli toccherà pure a lui.

Tra bruchi e farfalle decidiamo di fuggire in bicicletta verso il Tevere arriviamo fino alla Fao, ci divertiamo attraversiamo il Circo Massimo in sella. Abbiano l’illusione di essere liberi e normali senza mascherine e in mazzo al prato.

Il nuovo Dpcm pare prevederà controlli più frequenti e stringenti affidati anche ai militari dell’esercito e limiti per feste, ristoranti etc.  speriamo bene. Oggi meno tamponi e, quindi, qualche contagio riscontrato in meno: 2578 casi di cui 412 in Campania.

State bene e adelante con judicio!


Bandiera dell’ONU alla FAO
Da domani mascherine obbligatorie anche all’aperto. Mi pare di aver capito che almeno in bici posso star senza, il che è importante, per poter portare Giuliano e il suo zaino ho bisogno di tutto il fiato possibile. Non siamo contenti ed è solo l’inizio di una serie di cose non belle che ci aspettano da qui alla prossima primavera, ma va fatta. Tutto quello che possiamo fare per aiutare a contenere la pandemia lo dobbiamo fare. Quindi su la maschera!

Oggi Ettore ha fatto tanti capricci voleva sempre qualcosa di nuovo e diverso ma la sostanza è che i suoi “vojo” si opponevano alla routine che sapeva lo avrebbe portato a scuola.  La situazione nelle scuole di ogni ordine e grado non è facile. Molti genitori, quelli che possono, hanno cominciato a prendere in considerazione l’ipotesi di tenere i bambini a casa. La cosa ha un senso soprattutto se i piccoli non fanno le elementari o le medie ma la materna o l’asilo.

Se però le conseguenze della scuola, e della sua riapertura, si limiteranno all’incremento che stiamo vedendo ci si potrebbe quasi stare. Zingaretti annuncia test salivari a tappeto nelle scuole e una campagna vaccinale antinfluenzale senza precedenti. Si fa riprendere con la mascherina al viso e il tamponino in mano. Il Tar intanto si incarica di rimescolare un po’ le carte annullando l’ordinanza di Zinga che rendeva obbligatorio il vaccino per gli over 65 e gli operatori sanitari. Ora sul sito della mia ASL cominciano ad esserci le indicazioni per aderire alla campagna
vaccinale 2020-2021
.

Se durante la prima ondata i nostri conoscenti con il covid erano pochissimi ora cominciano ad essere di più. So di non essere un campione statistico attendibile ma sulla mia vita questo ha un peso e mi porta a pensare che questa volta qui tra noi al sud sarà peggio. La vicenda di Trump si svolge troppo fuori porta però l’ironia manzoniana del virus non arretra.

State bene e adelante con judicio!



 
Il fiero Conte ha annunciato che prorogherà lo stato di emergenza fino al 31 di maggio. I casi son quello che sono. Rispetto a quello che sta succedendo ai nostri ancora relativamente buoni ma il covid nostro ci ha abituato a colpi di coda e colpi di scena. 2548 in 24 ore non sono comunque pochissimi. Speranza, il giovane ministro della nostra malandata salute, che prima diceva che dovevamo resistere fino a primavera ora dice che dobbiamo resistere altri otto mesi, e con il coltello tra i denti aggiunge, chissà quel bel visino dove avrà imparato questa espressione da marines. In questo momento in Italia risultano 52,647 casi attivi, insomma contagiati. Di questi il fato vuole che due siano senatori, una ventina calciatori, uno è un ex presidente del consiglio, che un po’ stiano al TG1 e che uno sia un bimbo che va nella stessa scuola di mio figlio.
A proposito Giuliano ora siede in uno dei mitici mini-banchetti e grazie a questa accortezza arcuriana si è trasferito con tutta a classe dal corridoio ad una classe. La differenza fondamentale, contata da Giuliano, sarebbe che la maestra umanistica ora vuole tenere tutte le finestre mentre prima pare che nel corridoio sentisse freddo.
Ettore fa il tempo pieno anche lui ed è contento, oggi però pranzo al sacco, cioè al posto di servirgli un pasto normale hanno dato loro dei panini. Chissà perché. Ho pensato ad una sanificazione di qualche ambiente in cui deve passare il cibo o alla positività qualcuno che lo maneggia o lo ha maneggiato. Probabilmente è un mio film ma tant’è.
Il mio ex capo Zaia ha di nuovo le sue gatte da pelare 445 casi solo da lui e anche il suo collega De Luca, nonostante le urla e le minacce, 390 casi. Qui da noi nel Lazio 265 di cui 151 a Roma. Il feroce Burioni ci mette in guardia da un virus che circola cattivo come a marzo.
Direi che oggi primo di ottobre i 15 giorni canonici nei quali il contagio si mostra, sono passati dall’apertura delle scuole e forse dobbiamo scontare anche questo al dato odierno, almeno in Veneto, nel Lazio e in Lombardia.
Passo per Campo dei Fiori che si sta preparando per la sera con il suo consueto passaggio dalla frutta alla birra. Ricordo quando era deserto e semichiuso. Dobbiamo stare attenti ma la vita o tornerà chiuso e triste.
Mi pare di aver capito che per risolvere il problema dei positivi in Sere A faranno meno tamponi. Ma sicuramente ho frainteso non sono dell’ambiente.
State bene ed adelante con Judicio!
I banchi “piccoli” poi non giunsero a scuola di Giuliano però i bambini hanno ricominciato a mangiare in mensa, che pare sia stata opportunamente sanificata. I bambini quarantenati, per ora a parte il bimbo “0” tutti in salute, hanno il problema di come continuare a studiare, quindici giorni non sono pochi.

I bimbi della prima avevano appena cominciato la scuola non so come si organizzeranno gli insegnanti ma le lezioni on-line con tutti i loro limiti mi sembrano l’unica soluzione, non so se siano già cominciate. I fratelli nelle altre classi invece devono cercare di non rimanere indietro sta un po’ anche ai loro compagni cercare dei aggiornarli raccontandogli cosa hanno fatto a scuola. Giuliano un po’ lo ha fatto ieri con alcune sue compagne costrette a casa con la sorellina quarantenata insieme a tutti i bimbi di prima.

L’impatto del calcio nella nostra cultura di massa è enorme e questa storia dei tamponi del Genoa ha molto colpito tutti, in grande sintesi se non funzionano per i campioni non funzionano per nessuno. A me invece ha fatto riflettere che avessero messo su un sistema che non prevedeva, praticamente in nessun caso quarantene, se i tamponi dei possibili contagiati risultavano negativi. Il mio timore e che i cittadini pensino lo stesso per loro stessi. Il punto è questo miei affezionati e preoccupati lettori se un nostro convivente o un nostro collega con cui condividiamo la stanza, e con i quale abbiamo contati stretti, dovesse risultare positivo al covid nostro oltre al tampone ci toccherebbe la quarantena: 15 giorni.

“E’  fatto  obbligo  alle  Autorità sanitarie  territorialmente competenti di applicare la misura della quarantena  con  sorveglianza attiva, per giorni quattordici, agli  individui che abbiano avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva COVID-19″  Non dice è fatto obbligo di fare il tampone e poi amen.

Ora la Zampa, sottosegretario alla salute nonché storico portavoce di Prodi, ha detto che il campionato andava sospeso per poi fare marcia indietro precisando che sarà la FGCI a stabilirlo. Intanto due senatori del M5S  sono risultati positivi vediamo che protocollo verrà utilizzato per loro, per ora tampone. Mi spiacerebbe constatare che i contatti stretti sono meno stretti per calciatori e senatori. Per ora sanificazioni in commissioni, un gran via vai di lavoratori, molto mascherati, dalle uscite di “servizio”. Tamponi anche per i funzionari. Del resto il covid nostro si è fatto strada tra i politici da un po’.

La guerra tra noi sudici e loro nordici, quell’ostilità sorda e inestinguibile che vidi materializzarsi per la prima volta in caserma, strano luogo ma posto in cui eravamo tutti costretti a mescolarci, con il covid nostro riemerge forte del male estremo e delle estreme misure.

L’idea che possano chiudere Lazio e Campania per l’aumento dei casi quando a marzo chiusero tutto anche se il problema era soprattutto al nord, soffia su un fuoco mai spento. Quando a maggio riaprimmo il paese la situazione era ancora più problematica per la Lombardia che per il sud che quasi non aveva casi. Ora con le nostre vacanze pazzerelle ci siamo rimescolati e l’ipotesi di chiusure locali è più che verosimile.

Ieri hanno trovato il primo caso di influenza stagionale a Parma, una bimba, la pressione aumenterà.

La mia Asl ha risposto a una mia mail in cui chiedevo del vaccino antinfluenzale rimandandomi ad informazioni che “a breve”  avrei trovato sul loro sito. Per il momento niente: sul sito ci sono ancora le indicazioni per la campagna
vaccinale scorsa.

C’è di buono che Roma è tornata ad essere quel formidabile e rumorosissimo posto in cui sono cresciuto e ingrassato: macchine in doppia fila in curva, grandi suonate di clacson, puzza di tubi di scappamento e comitive di turisti son tornati a popolare il centro della capitale del mondo antico. Lo smart working ha già subito un discreto decremento vedremo cosa succederà dal 14 ottobre data nella quale finisce la cosiddetta procedura snella per mettere un lavoratore in smart. Rispetto alle prospettive anche politiche che la questione ormai pone vi rimando a questo interessante articolo di
Massimiliano di Giorgio
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State bene e adelante con judicio!



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Inizialmente tendiamo a negare, anche se sappiamo molte cose sul male cui stiamo andando incontro. Perché il male non ci piace e diamo importanza a qualunque informazione lo possa allontanare e sottovalutiamo tutte quelle che lo avvicinano.

Tendiamo a  dire che no ci deve essere uno sbagliò, ma chi lo dice.. ma siamo sicuri.. no vedrai che è una sciocchezza, una bufala. Eppure quando la chat delle mamme impazzisce perché una di loro ha parlato in piscina con una mamma della prima che le ha detto che c’è un caso di positività, appunto in prima, lo faccio forsennatamente, ma un po’ in mala fede. Vengo preso anche da un certo furore moralista perché commentano la notizia con le faccine spaventate. Protesto dicendo che non c’è nessuna ufficialità è che è solo un pettegolezzo, finché non ci girano, sempre in quella benedetta chat, una comunicazione urgentissima fatta dalla preside alle mamme della prima.

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Ora… come pezza d’appoggio purtroppo era sin troppo buona. Per chiarire il flusso spaziotemporale: è venerdì sera, siamo in cucina che mangiamo risotto allo zafferano, fuori piove che Dio la manda, Ettore ogni tanto abbraccia il fratello.

La comunicazione finisce con la raccomandazione in cui si invita la classe prima a non venire a scuola il lunedì successivo. In attesa di ulteriori disposizioni secondo il protocollo previsto dalla Regione Lazio.

Insomma il covid nostro ci è venuto a trovare a scuola. E siccome è un bullo della peggior specie, se l’è presa con i più piccoli, i bambini della prima.  Nello stesso edificio va a scuola anche Ettore che fa la materna e che non è stato toccato minimamente dalla discussione, invece Giuliano era abbastanza preoccupato gli chiediamo subito se pur stando in quarta avesse avuto modo di frequentare i bambini della prima. Ci dice, con un certo sollievo, che sono in piani diversi e che non si incontrano nemmeno a pranzo. Praticamente non li ha quasi mai visti anche all’ingresso hanno orari diversi.

 

Il punto è che alcuni bambini della prima hanno dei fratelli che vanno in classe con Giuliano e loro si, ovviamente, Giuliano li frequenta. Peraltro uno di loro era stato assente proprio quel venerdì.  Ed era stata la prima cosa che Giuliano mi aveva detto quando lo era andato a prendere. Inizia una sorta di indagine per capire chi sia e se il bambino in questione possa essere il fratello o la sorella di uno dei compagni di classe di Giuliano.

Nella chat delle mamme qualcuno dice che se fosse stato suo figlio lo avrebbe detto subito. Ringraziando iddio, i padri costituenti e le cose che il garante per la privacy non ha ancora ceduto integralmente allo stato e ai media, il nome del bambino non viene fatto. E ad oggi nessuno di noi sa chi è, sappiamo solo che è della prima, il che a me sembra più che giusto.

Il problema dei fratelli però ovviamente c’è. Si immagina che tutta la famiglia del contagiato venga messa in quarantena ma i fratelli dei bambini della prima? Le mamme raccomandano di tenerli a casa. Ma la loya jirga della chat di classe per quanto autorevole non è l’autorità costituita. Noi quattro decidiamo di aspettare notizie ufficiali e per il week-end di non frequentare nessuno.



Domenica sera ci comunicano che la scuola durante il fine settimana è stata sanificata e che tutti bambini della prima e i loro fratelli devono fare la quarantena obbligatoria che in un documento successivo viene quantificata in 14 giorni con termine il 9 ottobre incluso.  Lunedì la ASL RM 1 conferma la positività del bambino, immaginiamo con un secondo tampone, e la preside tramite circolare ci informa ufficialmente tutti dell’accaduto, ci d

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