Mercoledì 27 Maggio 2020 12:05
Ritorno dei bambini a scuola: mascherine, distanze e igiene
Giuseppe Di Mauro, presidente della Società italiana di pediatria preventiva e sociale:far prendere confidenza ai piccoli in questi mesi
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«Per tornare a scuola, occorrerà garantire la prevenzione primaria tramite tre strumenti fondamentali; distanziamento fisico, mascherine e lavaggio delle mani. Sarà un sacrificio ma ne varrà la pena»: a parlare di ritorno tra i banchi in sicurezza è Giuseppe Di Mauro, presidente della Sipps, la
Società italiana di pediatria preventiva e sociale
, che Redattore Sociale ha interpellato per un’analisi delle indicazioni e controindicazioni per le misure previste nel piano di riapertura delle scuole a settembre.
«Da oggi a settembre la situazione epidemiologica potrebbe mutare completamente, sia in meglio che in peggio – premette – Allo stato attuale, i tre principi del distanziamento fisico, dell’uso della mascherina e dell’igiene delle mani sono imprescindibili e complementari», afferma. E per quanto richiedano sacrificio e pazienza, soprattutto quando si parla di bambini, «sono le armi di cui abbiamo bisogno per combattere un nemico che è ancora in giro e con il quale dobbiamo oggi convivere».
A chi ipotizza che l’uso prolungato della mascherina possa nuocere alla salute dei bambini, Di Mauro obietta: «Danni non ce ne sono, basti pensare al chirurgo che la indossa tutto il giorno». Ci sono però a tal proposito «altre due parole chiave: buon senso ed equilibrio. All’aria aperta, con le giuste distanze, o per correre e fare attività motoria, la mascherina non sarà necessaria. E lo stesso potrebbe essere evitata se, con la divisione delle classi, si riuscirà a garantire il distanziamento in aula. Naturalmente, poi, tutto dipenderà dalla circolazione del virus: se in una regione, per esempio, i contagi dovessero azzerarsi per settimane, allora queste regole potranno essere riviste. Nel frattempo, dobbiamo avere ben chiaro che queste tre misure ci hanno salvato e ci stanno salvando: non possiamo permetterci di essere superficiali. Difendendo i bambini, difendiamo gli adulti e soprattutto i nostri anziani».
Sarà difficile e problematico far accettare ai bambini queste norme di prevenzione? «Io non credo, basta abituarli. Oggi vedo i miei piccoli pazienti presentarsi in studio con le loro mascherine, indossate anche con un certo orgoglio». E nel caso in cui l’uso della mascherina fosse incompatibile, per esempio, con una disabilità o con una patologia? «Ci sono deroghe all’obbligo, bisognerà valutare la condizione del bambino e decidere insieme al pediatra. Alcune indicazioni non devono essere considerate punitive, ma la prevenzione deve starci a cuore, avendo grande attenzione alla serenità dei nostri piccoli. Tutto questo fin quando non avremo la bella notizia che la situazione è sotto controllo o che ci sono cure talmente efficaci da ridurre la gravità di questa infezione».
27 maggio 2020
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