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Venerdì 14 Giugno 2019 12:06

Se le gambe sono corte, il passo va fatto più lungo della gamba


Lungo come i 240 km di metropolitana  che una riconversione  e una messa a sistema delle tratte urbane delle ferrovie regionali potrebbe dare a Roma. Lo andiamo dicendo e studiando dal 2017, e piano piano l’idea si è fatta strada. Primi passi Ne cogliamo i timidi segnali nel PUMS in via di approvazione, che pur […]

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Lungo come i
240 km di metropolitana
  che una riconversione  e una messa a sistema delle tratte urbane delle ferrovie regionali potrebbe dare a Roma. Lo andiamo dicendo e studiando dal 2017, e piano piano l’idea si è fatta strada.
Ne cogliamo i
timidi segnali nel PUMS
in via di approvazione, che pur carente sotto molti aspetti, grazie a Metrovia ha almeno recepito l’esigenza di introdurre
rotabili di tipo metropolitano
 (sebbene li faccia ancora circolare su una rete con pochi nodi e pochissime fermate).
La stessa domanda di una nuova, urgente cura del ferro per la Capitale si riconosce nella
mappa diffusa recentemente dal comitato MetroxRoma
, che pregusta la trasformazione della Roma Nord e della Roma Lido in linee metropolitane integrate alle attuali ipogee, come intervento realizzabile subito, negli ultimi due anni di mandato della Giunta.
A questo punto, però, perché non allunghiamo il passo? Con un po’ più di coraggio e lungimiranza e con la stessa concretezza, uniamo gli sforzi per chiedere di più. E cioè che si compia per intero il primo atto di una messa a sistema del trasporto pubblico romano, partendo dalle cose su cui si può lavorare da subito:
  • realizzazione di tutte le 11 fermate aggiuntive possibili sulla Roma Lido (
    M9
    del progetto Metrovia);
  • miglioramento dell’accessibilità del nodo di
    Ostiense
    , aprendo anche un collegamento da via Bossi;
  • realizzazione della fermata
    Valle Giulia
    sulla Roma Nord (la linea
    M8
    di Metrovia), con accessi da piazza don Minzoni, via Gramsci e viale delle Belle Arti;
  • quadruplicamento della
    tratta Ciampino-Statuario
    e implementazione della tecnologia ad alta densità sulle tratte da Ciampino e da Formia;
  • realizzazione delle 7 nuove fermate previste sulla tratta da Ciampino (
    M7
    ), nonché del nodo
    Acquedotto Felice-Porta Furba
    ;
  • chiusura dell’arco nord dell’anello ferroviario
    .
Avremmo così costruito una prima rete integrata di trasporto veloce su ferro: la
prima fase del progetto Metrovia
, realizzabile in un triennio, gettando le basi per il suo completamento.
A Roma la politica della non progettualità, dei micro-passi ha portato all’immobilismo e alla paralisi. Roma deve cambiare passo, e tenere almeno lo stesso
ritmo di Milano
(dove si progetta di raddoppiare la rete metro), per non aumentare il gap infrastrutturale tra le due città,  e magari puntare a colmarlo. Non si può fare altrimenti.
Per forza adesso il passo va allungato. E nessuno si nasconda dietro i tempi, le lungaggini, i “nun se po’ fa”’. Perché non è vero, e va ribadito con una sola voce da tutte le organizzazioni, i gruppi  progettuali, i comitati e i singoli  individui di buona volontà impegnati a Roma per Roma.
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