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Mercoledì 27 Marzo 2024 00:03

Msf: la risoluzione Onu su Gaza, «un passo avanti. Ma servono azioni concrete»



A parlare è Avril Benoît, direttrice generale dell'organizzazione umanitaria negli Stati Uniti: «Ribadiamo la nostra urgente richiesta di un cessate il fuoco duraturo, ora»

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«Dopo mesi di ritardi e un prezzo enorme pagato dagli oltre due milioni di civili che vivono a Gaza, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha finalmente adottato una
risoluzione
che richiede un cessate il fuoco immediato durante il mese di Ramadan». A parlare è Avril Benoît, direttrice generale di Medici senza frontiere (Msf) negli Stati Uniti, dopo che il Consiglio di sicurezza Onu ha approvato una risoluzione per chiedere un cessate il fuoco a Gaza nel mese di Ramadan. «Un passo avanti», lo definisce, che però «dovrà vedere azioni concrete, anche se un cessate il fuoco di due settimane non è sufficiente per rispondere agli enormi bisogni umanitari – osserva -. Ribadiamo la nostra urgente richiesta di un cessate il fuoco duraturo, ora».

Nel frattempo, prosegue Benoît, «i membri del Consiglio devono assicurarsi che il cessate il fuoco venga immediatamente messo in atto e non finiscano per essere parole al vento. Abbiamo già visto due risoluzioni del Consiglio di Sicurezza (2712 e 2720), incentrate sull’emergenza umanitaria a Gaza, essere ampiamente ignorate dal governo di Israele – ricorda -. I membri del Consiglio, individualmente e collettivamente, devono garantire che le parti rispettino le disposizioni della risoluzione».

Per la direttrice di Msf Usa, «la protezione dei civili e delle infrastrutture civili, così come l’accesso umanitario, non possono essere vincolati a nessun’altra questione. I membri del Consiglio devono cogliere questa opportunità per fermare la punizione collettiva della popolazione di Gaza. Anche se i membri del Consiglio hanno votato a favore di questa risoluzione essenziale, l’esercito israeliano sta continuando ad attaccare i civili e gli ospedali e ad ostacolare l’accesso umanitario. Gli ospedali che erano stati rimessi in funzione sono di nuovo sotto attacco – informa – e l’Unrwa, principale fornitore dell’assistenza umanitaria a Gaza, continua a subire tagli ai finanziamenti e restrizioni alle operazioni».

27 marzo 2024

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