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Giovedì 28 Marzo 2024 07:03

Herencias: il Teatro Palladium impazzisce per l’ultimo appuntamento della terza edizione della rassegna

Herencias – Scritture di memoria e identità: ieri sera, 27 marzo 2024, ha avuto luogo l’ultimo e apprezzatissimo appuntamento della terza edizione della rassegna presso il Teatro Palladium di Roma. In occasione della Giornata Mondiale del Teatro, ieri sera, 27 marzo 2024, ha avuto luogo l’ultimo appuntamento della terza edizione di Herencias – Scritture di ...
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Herencias – Scritture di memoria e identità: ieri sera, 27 marzo 2024, ha avuto luogo l’ultimo e apprezzatissimo appuntamento della terza edizione della rassegna presso il Teatro Palladium di Roma.

Attori in scena al Teatro Palladium di Roma
YouTube Fondazione Roma Tre Teatro Palladium – IlCorriereDellaCitta.com
In occasione della Giornata Mondiale del Teatro, ieri sera, 27 marzo 2024, ha avuto luogo l’ultimo appuntamento della terza edizione di Herencias – Scritture di memoria e identità, rassegna culturale di ambito ispanico.

Ad andare in scena presso il Teatro Palladium, situato nel quartiere Garbatella, alle ore 20.30, è stata la pièce teatrale «Recluse». Si tratta della traduzione, realizzata da Amy Bernardi, del testo scenico «Presas», scritto dagli autori spagnoli Verónica Fernández e Ignacio del Moral.

A precedere la funzione tanto attesa, a partire dalle ore 18.30, sul palco si è tenuto un dibattito sulle donne e il carcere per il ciclo “Pasado Presente: le eredità del passato e le sfide di oggi”, moderato dai docenti dell’Università di Roma Tre Elena Zizioli e Simone Trecca. In questo spazio sono intervenuti: il creatore dell’opera del Moral (Fernández, per cause di forza maggiore, non ha potuto raggiungere l’Italia); Valentina Calderone, garante dei detenuti del Lazio; Giulia Franchi, educatrice museale Laboratorio d’arte Palazzo Esposizioni; Patrizio Gonnella dell’Associazione Antigone; Silvia Talini, sportello legale Rebibbia femminile.

Qui di seguito la diretta streaming della conversazione.


Molto applaudito in patria, «Recluse», con la regia di Ferdinando Ceriani, è ambientato in un carcere femminile tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50, in una provincia spagnola. Le protagoniste sono dieci donne, accusate per ragioni diverse, come furto, prostituzione, adulterio e crimini politici. Esse vivono in una prigione in condizioni precarie, ma la quotidianità viene stravolta grazie all’imminente celebrazione del Giubileo di Santa Perpetua. In occasione dell’evento, ogni dieci anni, il vescovo concede la grazia a una reclusa. Chi sarà la prescelta? E a quale prezzo?

Si tratta, senz’altro, di una rappresentazione teatrale che fa pensare. Nonostante la vicenda si sviluppi quasi alle porte del 1950, in una Spagna dilaniata dalla durissima dittatura franchista, la narrazione fa luce su un tema piuttosto complesso ancora ai giorni nostri, nel 2024, in ogni parte del mondo: la condizione femminile all’interno delle carceri. Ancora più generalmente, si fa riferimento al difficile ruolo della donna all’interno di una società maschilista, conservatrice, indifferente e prepotente.

La forte interpretazione delle attrici e degli attori rende pregne di emozioni le storie personali delle dieci protagoniste, scandite da brani musicali che riportano con la mente a tempi lontani. Si possono apprezzare: l’ecclesiastica “Cantemos al Amor de los Amores”; la romantica, speranzosa e malinconica “Volverás” – traduzione della canzone francese “J’Attendrai” di Rina Ketty -, da sempre simbolo della memoria storica; la triste e cupa tonada che rivela molto sul terribile vissuto della detenuta Aurelia “Cantaba la alondra de pena”; di nuovo l’iconica “Volverás” – in versione disco music stavolta – della diva internazionale Dalida.

Con grande apprezzamento del pubblico, che ha riempito il Teatro Palladium, ad incarnare i personaggi ci hanno pensato le ragazze e i ragazzi di Papeles en el tablado, la compagnia di teatro del Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere dell’Università degli Studi Roma Tre. In ordine alfabetico: Anna Amatruda, Elena Bellini, Noemi Ciavola, Deborah Dadi, Francesca De Masi, Greta D’Antonio, Jessica De Matteis, Ilaria Diotallevi, Walter Lancellotti, Simone Latini, Federico Lo Voi, Alessandra Marangoni, Simone Martina, Diana Pascariu, Edoardo Sanna e Valerio Sbaraglia. Con loro anche la Professoressa Francesca Leonetti, che ha prestato magnificamente il suo volto a Madre Concepción de María.

Qui di seguito lo spettacolo.


Herencias – Scritture di memoria e identità, progetto coordinato da Simone Trecca, con il supporto di Francesca Leonetti, Susanna Nanni e Carlotta Paratore, è arrivato alla fine della sua terza edizione. Da ciò che si apprende dal programma ufficiale, questo terzo ciclo si proponeva di portare avanti «l’esplorazione di forme di scrittura creativa di ambito ispanico che si configurano come riflessione collettiva su processi di ricostruzione dell’identità basati, da un lato, sull’elaborazione di un complesso e traumatico passato, dall’altro, sulle sfide poste da un presente non meno liquido, nel quale continuano ad esistere dinamiche di discriminazione, violenza, emarginazione».

Gli eventi, coordinati da Ferdinando Ceriani e organizzati in collaborazione con il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere di Roma Tre e con la Real Academia de España a Roma, hanno compreso: incontri con gli autori e la conseguente mise en espace di alcuni dei testi tradotti in italiano, attività culturali, dibattiti con esperti di un determinato settore, seminari e laboratori. Inoltre, la segreteria organizzativa è stata affidata ad Amy Bernardi e Jessica De Matteis, mentre l’ufficio stampa a Barbara Ruiz.

Gli appuntamenti di questa stagione appena conclusa si sono svolti presso: il Dipartimento di Lingue della Terza Università della Capitale, la Real Academia de España en Roma, il Teatro Palladium. Tra i collaboratori di questa annualità vi sono: Associazione Antigone, Fondazione Gariwo, Progetto “Diritti dei detenuti e Costituzione”, Pub-Hi/Pub-Me, Associazione Metis Teatro, Gruppo della Creta, Teatro x la Identidad.

Oltre a ciò, l’iniziativa è patrocinata da: Oficina Cultural Embajada de España, Embajada de la República Argentina, Instituto Cervantes de Roma, Municipio VIII Roma, Asociación Internacional de Teatro del Siglo XXI e Seliten@t. In più, i libri sono editi da Nova Delphi Libri.

Locandina della terza edizione della rassegna Herencias
Instagram @herencias_proyecto – IlCorriereDellaCitta.com
Gli obiettivi di Herencias sono, come visto anteriormente, diversi. Ma, la missione che si prefigge è di sottolineare il valore del ricordo e dell’identità, attraverso il teatro della memoria. A tal proposito, nell’edizione 2021, è intervenuto il drammaturgo e poeta spagnolo Alberto Conejero López che, nel corso di un colloquio con Simone Trecca e Francesca Leonetti, ha spiegato con questi termini la rilevanza della memoria (
qui per l’intervista completa in lingua spagnola
):

La memoria è una lettura etica e responsabile del passato. Avvicinandoci al passato dovrebbe farci capire quanto dell’accaduto continua a succederci. Per cui, quali privilegi o ferite attuali hanno origine negli eventi trascorsi? È indispensabile comprendere che il passato non è una bestia imbalsamata in un museo, bensì un animale vivo, che, in qualsiasi momento, potrebbe scagliarsi su di noi.

L’autore ha poi concluso evidenziando il ruolo fondamentale che il teatro della memoria ricopre attualmente:

Il teatro della memoria non si occupa solamente del passato, ma anche del futuro perché tra i suoi compiti vi è quello di vigilare affinché terribili eventi accaduti, come l’orrore della violenza, non si ripetano in nessun modo.

Parole che, oggi più che mai, dovrebbero far riflettere attentamente l’essere umano.

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