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Venerdì 29 Marzo 2024 11:03

In Italia 1 giovane su 5 non studia e non lavora, l’emergenza sociale dei NEET

La situazione che emerge dai dati relativi ai Neet non è per nulla confortante. L’Italia è il secondo Paese con la percentuale più alta di giovani che non studiano e non lavorano. Prima di noi c’è solo la Romania.    La maglia nera va a una provincia del Sud Italia, mentre sono nove in totale ...
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La situazione che emerge dai dati relativi ai Neet non è per nulla confortante. L’Italia è il secondo Paese con la percentuale più alta di giovani che non studiano e non lavorano. Prima di noi c’è solo la Romania. 

neet
Emergenza NEET in Italia – Ilcorrieredellacittà.com
 

La maglia nera va a una provincia del Sud Italia, mentre sono nove in totale quelle in cui la percentuale dei Neet supera il 35%. Numeri importanti, che necessitano di un cambio di rotta, per evitare un così grave spreco di potenziale. 

Li chiamano NEET, dall’inglese ”Not in education, employment or training”, cioè giovani – tra i 15 e i 29 anni – che non studiano e non lavorano, né seguono corsi di formazione. Il nostro Paese vanta un record tutto negativo. L’Italia è infatti al secondo posto per la percentuale più alta di Neet. A precederci c’è soltanto la Romania. 

La condizione dei giovani NEET è degradante non soltanto per chi si trova a viverla in prima persona, ma anche perché rappresenta un enorme spreco di potenziale che potrebbe invece indirizzare le sue capacità nello studio, nel lavoro o nella formazione. 

E i prossimi anni le cose potrebbero andare sempre peggio, visto che in Italia la popolazione invecchia e i giovani diminuiscono.

A questo punto, vista la situazione poco edificante, verrebbe da chiedersi se esistano delle soluzioni. A guardar bene ci sono e possono avere un duplice obiettivo. Da una parte, ridurre l’emarginazione sociale dei giovani che si trovano fuori dal mondo della scuola e da quello del lavoro. Dall’altro lato, potenziare le competenze delle nuove generazioni, a vantaggio di una crescita del Paese. 

L’aumento dei NEET racconta però un’Italia spaccata in due, con il Sud molto più penalizzato rispetto al Nord. La maglia nera nella penisola va alla provincia di Caltanissetta, dove ci sono il 46% di Neet, vale a dire quasi la metà dei giovani nisseni non studiano e non lavorano. Seguono poi Catanzaro, Foggia, Siracusa, Palermo, Messina, Catania, Napoli e Taranto, tutte con una percentuale al di sopra del 35%. 

istruzione
Il grande divario tra Nord e Sud – Ilcorrieredellacittà.com
 

Le città in cui il numero di NEET è più alto sono quelle in cui livello e la condizione dell’istruzione sono più inefficienti e inadeguati. Questo dimostra che la strada da percorrere è certamente quella di investire nella qualità degli apprendimenti. 
Ecco perché diventa fondamentale, a questo punto, che l’Italia investa nell’istruzione per diminuire il divario tra Nord e Sud, garantendo pari opportunità a tutti i giovani. 

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