La notizia diffusa da Save the Children, che informa di ordigni inesplosi disseminati nei due terzi dei distretti del Paese. Il bilancio: circa 60 morti al mese, per lo più minori

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Nove bambini – 5 maschi e 4 femmine -, tutti di età compresa tra i 5 e i 10 anni. Sono le vittime di una vecchia mina esplosa domenica 31 marzo nell’Afghanistan orientale. Lo rende noto Save the Children, riportando le informazioni diffuse dalle autorità locali. I piccoli avevano trovato la mina, vecchia di decenni, vicino al loro villaggio nella provincia di Ghazni e ci stavano giocando quando è avvenuta la tragedia.

«L’Afghanistan è uno dei Paesi più contaminati da mine al mondo, con la presenza di ordigni inesplosi disseminati in due terzi dei suoi distretti – afferma Arshad Malik, direttore di Save the Children nel Paese -. Questa notizia straziante è un duro monito dei pericoli persistenti dovuti ai residuati bellici. A causa della loro naturale curiosità e della pressione a cui sono sottoposti per raccogliere rottami metallici e contribuire al reddito familiare delle loro famiglie, i bambini sono i più colpiti dalle mine inesplose». Lo dimostrano i numeri: «Ogni mese – aggiunge ancora Malik – circa 60 persone, per lo più minori, vengono uccise o mutilate. La comunità internazionale e le autorità di fatto devono dare priorità alla rimozione dei residui bellici esplosivi e di altri elementi pericolosi».

Save the Children e i suoi partner hanno programmi in 18 province dell’Afghanistan. Nell’ambito del suo intervento volto alla protezione dei bambini, l’organizzazione lavora, tra le altre cose, proprio per aumentare la consapevolezza dei rischi derivanti dagli ordigni non esplosi, fornendo ai minori le competenze e le conoscenze per proteggere se stessi e gli altri.

3 aprile 2024

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