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Lunedì 15 Aprile 2024 10:04

“Quasi quasi ci ripenso”

Teatro de Servi da un’idea di Gianni Quinto scritto da Gianni Quinto, Alessandro Tirocchi e Maurizio Paniconi regia di Andrea Palotto scene di Mariagrazia Iovine con Valeria Monetti, Alessandro Tirocchi e Maurizio Paniconi Anni fa circolava una voce negli ambiti religiosi. Se fosse vera o falsa non saprei, si trattava di una “ soluzione” per [...]

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Anni fa circolava una voce negli ambiti religiosi. Se fosse vera o falsa non saprei, si trattava di una “ soluzione” per riportare in auge i matrimoni religiosi ormai in profonda crisi, surclassati da quelli civili e dalle convivenze.

Il brillante testo prende spunto da questa voce. Riccardo (Maurizio Paniconi) e Greta (Valeria Monetti) pensano di sposarsi in chiesa per usufruire di un bonus in denaro stanziato dal Vaticano per combattere la crisi dei matrimoni religiosi.

quasi quasi ci ripenso
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quasi quasi ci ripenso
La nostra coppia si ritroverà in questa chiesa un po’ fatiscente, gestita da un prete alquanto singolare, rocchettaro e anche un po’ sfrontato e sboccato (Alessandro Tirocchi), che per le sue catechesi trae ispirazione dai testi di brani famosi del rock.

Immaginatelo con questo efficace tappeto sonoro, illuminato a mo’ di aurea da una luce divina che lo separa dal contesto mentre cita con ispirazione i testi di David Bowie, Bob Dylan e Bruce Dickinson…

Questo canonico è un tipo alquanto particolare ed originale che induce la coppia a pensare di essere capitata nelle mani di un impostore, di un malvivente, di uno spacciatore che tuttavia manifesta una profondità d’animo maturata a contatto con la strada.

Sarà in grado di mettere la coppia davanti alle proprie debolezze e perplessità per farla riflettere e maturare.

quasi quasi ci ripenso
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quasi quasi ci ripenso
quasi quasi ci ripenso
Un personaggio che l’attore, ho scoperto, ama proporre e che ha voluto interpretare perché nel corso della storia gli farà dire cose che lui pensa profondamente, strettamente legate alla realtà di quei preti che vivono nei quartieri difficili.

La coppia cerca di convincere il sacerdote che non è lì per il succulento bonus, e farà il meglio per celare questo interesse, così come nasconderà altri segreti… il prelato invece farà del tutto per metterli davanti a loro stessi e spogliarli da dubbi e non detti che un giorno potrebbero mettere in crisi il matrimonio.

Veleria come sempre è deliziosa, con la sua inconfondibile voce squillante. Veste i panni di una ragazza innamorata, spigliata, determinata e motivata che vuole coronare il sogno d’amore con il suo compagno, con cui è molto materna e comprensiva.

Ma è anche scaltra e sospettosa nei confronti dello strano prete. Bel personaggio ed interpretazione.

quasi quasi ci ripenso
Maurizio è nelle vesti di un ragazzone un po’ imbranato, un bambinone poco smaliziato ma dolcissimo, sincero e genuino.

Molto bella e curata è la scenografia, che i nostri spostano e trasformano nei brevi cambi di scena creando nuovi accurati ambienti come la chiesa ricca di suppellettili sacre, la canonica un po’ confusionaria e la stanza da letto dove dormiranno i promessi sposi.

Con un approccio molto ironico i protagonisti ci faranno immergere nei dubbi della coppia ma anche in quelli del prete, attraverso un introspettivo viaggio nei sentimenti personali.

Una simpatica commedia che ondeggia tra il sacro ed il profano, ricca di ironiche e divertenti situazioni equivoche colme di battute comiche, che vuole portare allo spettatore non solo allegria ma anche spunti di riflessione sul significato dell’amore, della fede, del matrimonio e dell’animo umano.

Lo spettacolo è gradevole, simpatico, tenero, dolce, ironico, comico e anche molto toccante. Il trio lavora spesso insieme e la loro forte sinergia e complicità si vede e si sente. I caratteri dei personaggi sono profondi e curati, ben scritti, ben interpretati e soprattutto ben diretti dalla regia.

Gli applausi e le risate in un teatro pieno in un giorno infrasettimanale… vorranno dire qualcosa!

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