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Martedì 16 Aprile 2024 15:04

In Sudan «aiuti umanitari sottofinanziati»



Save the Children, nel giorno della conferenza di Parigi: nel 2024, stanziato meno di un quinto di quanto raccolto in 2 giorni per ricostruire Notre Dame

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Riunita ieri, 15 aprile, a Parigi la conferenza umanitaria internazionale per il Sudan, promossa da Francia, Germania e Unione europea a un anno esatto dall’inizio del conflitto, il 15 aprile 2023, e a 5 dall’incendio che ha devastato la cattedrale di Notre Dame, nella Capitale Francese. Immediata arriva la denuncia di Save the Children: nei primi 105 giorni del 2024, gli aiuti internazionali stanziati per la crisi umanitaria in Sudan equivalgono a meno di un quinto della somma raccolta in soli due giorni per la ricostruzione di Notre Dame.

La guerra in Sudan, rimarcano dall’organizzazione, ha causato la peggiore crisi di sfollamento al mondo: quattro milioni di bambini, il numero più alto a livello globale, sono stati costretti ad abbandonare le proprie case. Dall’inizio del conflitto, più di 15mila persone sono state uccise e oggi 14 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza umanitaria per sopravvivere. Eppure dall’inizio dell’anno i donatori globali hanno versato poco più di 155 milioni di dollari al Piano di risposta umanitaria delle Nazioni Unite per il Sudan, vale a dire appena il 6% dei fondi necessari, secondo il servizio di monitoraggio finanziario dell’Onu. Quando si verificò l’incendio a Notre Dame, ricordano, in soli due giorni la raccolta dei donatori per la ricostruzione della cattedrale raggiunse più di 700 milioni di euro, pari a 745 milioni di dollari. Il totale è ora di 760 milioni di dollari. Lo scorso anno, il Piano di risposta umanitaria delle Nazioni Unite per il Sudan ha ricevuto meno della metà di quanto richiesto.

«Sconcertante», per Arif Noor, direttore di Save the Children in Sudan, il fatto che «dopo un incendio in cui fortunatamente nessuno ha perso la vita, i donatori di tutto il mondo siano stati così coinvolti da impegnare fondi per restaurare la cattedrale di Notre Dame, mentre i bambini del Sudan sono abbandonati a loro stessi con la guerra che infuria intorno a loro, la fame e le malattie in aumento. Quasi l’intera popolazione infantile del Paese non va a scuola da un anno – aggiunge -. Non c’è stato alcuno sforzo collettivo a livello globale per proteggere i bambini in Sudan e ora ci troviamo di fronte alla cruda realtà: le persone si preoccupano più di un edificio che di 14 milioni di bambini. È ora di agire. I bambini e le famiglie del Sudan hanno bisogno che i leader si impegnino a stanziare più fondi oggi stesso».

Ancora, nelle parole di Noor è «fondamentale» che «i leader sfruttino questa opportunità per lavorare direttamente con le parti in conflitto, per assicurarsi che rispettino gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario. Questo conflitto è caratterizzato da diffuse e terribili violazioni dei diritti dei bambini – prosegue -. Nell’ultimo anno sono state denunciate oltre 3.150 violazioni dei diritti dell’infanzia, la maggior parte delle quali riguarda l’uccisione e la mutilazione di bambini, il reclutamento di bambini e la violenza sessuale contro di loro».

16 aprile 2024

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