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Martedì 23 Luglio 2024 12:07

Verso le Olimpiadi: Evelina Bertoli (equitazione) e l’emozione della prima volta



L'atleta, romana, farà il suo esordio ai Giochi di Parigi il 27 luglio, con la sua cavalla Fidjy Des Melezes. «Il livello sarà altissimo. Un bel traguardo sarebbe la finale individuale»

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Evelina Bertoli è in viaggio insieme a Fidjy Des Melezes, la sua cavalla. La destinazione è di quelle da favola: la reggia di Versailles, dove il 27 luglio farà il suo esordio assoluto alle Olimpiadi nel concorso completo a squadre e individuale. Salita in sella da bambina, a 7 anni ha preso parte alle prime gare sui pony e poi, a 16, è passata ai cavalli. Era un talento del pentathlon moderno, ma la passione per l’equitazione ha prevalso. Nata a Roma, si allena nella scuderia di famiglia a Torrimpietra, all’interno dell’azienda agricola della mamma.


(foto: Massimo Argenziano)
Questa sarà la sua prima Olimpiade. Che cosa prova?
Grande emozione. Ma tutti i preparativi non mi hanno ancora permesso di realizzare. Con i cavalli è diverso, perché dobbiamo pensare anche alla loro organizzazione. Il batticuore sarà più forte quando arriveremo.

Come ha reagito alla convocazione?
Ci speravo, anzi posso dire che me l’aspettavo. Sono due anni che la mia cavalla ha dimostrato di essere in forma e di avere costanza. L’ufficialità è arrivata nel giorno del mio compleanno. Davvero un bel regalo. È stato emozionante ricevere le congratulazioni da parte di tanti amici.

Facciamo un passo indietro: come è nata la passione per l’equitazione?
Grazie alla mia famiglia. Mio nonno (Ranieri di Campello, ndr) partecipò alle Olimpiadi a Berlino nel ‘36 nella specialità del completo e ci ha tramandato l’amore per l’equitazione. Siamo molto sportivi. Anche mia sorella (Sara Bertoli, ndr) ha disputato le Olimpiadi a Pechino nel 2008, ma nel pentathlon moderno. Mamma e papà ci hanno portato spesso a vedere i Giochi. Il mio sogno è sempre stato quello di partecipare.

Le ha dato qualche consiglio sua sorella?
Di godermi il momento, di non stressarmi troppo e di cercare di vedere il villaggio olimpico. Purtroppo saremo a Versailles perché le gare si terranno nella reggia. L’atmosfera sarà bellissima, ma non potremo vivere il villaggio con tutti gli altri atleti. C’è un po’ di rammarico per questo.

Anche lei come sua sorella era una promessa del Pentathlon. Che cosa l’ha portata ad abbandonarlo?
Nell’equitazione ottenevo più risultati e sentivo che mi apparteneva di più a livello familiare e di storia.

Che significato ha dunque per lei questo sport?
È tutto. Non è come avere una racchetta o un paio di scarpe da lasciare in un borsone a fine allenamento. Con i cavalli sei a contatto venti ore su ventiquattro. È un vero e proprio stile di vita. A volte anche un po’ una malattia (ride, ndr).

Ci può descrivere il rapporto con la sua cavalla?
È a trecentosessanta gradi. L’ho comprata cinque anni fa proprio con l’obiettivo di andare a Parigi. La strada è stata lunga. Ci sono stati alti e bassi, però abbiamo stabilito un rapporto di amicizia, anche se ha un carattere molto particolare. È un po’ pazzerella. A volte sente la gara e ha paura degli altri cavalli. Bisogna cercare di farla rimanere tranquilla, però quando c’è da dare il massimo non si tira indietro.

Come fa a calmarla? Ha un segreto?
La faccio uscire tante volte prima dell’inizio delle gare ma senza che si affatichi. È importante che si abitui al contesto. Poi la rimetto nel box per farla rilassare. Ma è importante che non ci rimanga troppo affinché non perda la concentrazione. Anche loro come noi hanno delle emozioni da gestire.

Gareggerà nel completo individuale e a squadre. Che cosa si aspetta?
Il livello sarà altissimo. Nel dressage la mia cavalla può fare molto bene se non sente troppo la tensione. Nella prova di campagna, che è la più importante, sarà importante cercare di non sbagliare, essere più rapidi possibile e non perdere tempo. Poi l’ultimo giorno, dopo l’ispezione veterinaria, ci sarà il salto a ostacoli. Un bel traguardo personale sarebbe cercare di arrivare nella finale individuale.

E nella competizione a squadre?
Siamo una squadra molto unita, ma alla prima esperienza olimpica. Possiamo fare bene nel dressage e in campagna. Il nostro punto debole è il salto a ostacoli. Puntare a un ottavo posto sarebbe già un buon risultato.



Una medaglia è proibitiva?
Sognare non costa nulla. Sarebbe un risultato storico. Ma sarà difficile. Anche se in realtà con il nuovo regolamento tutto può succedere. Dovremmo sfoderare delle prestazioni al massimo delle nostre possibilità e sperare che gli altri non siano così perfetti come lo sono al solito. Ci sono nazioni come l’Inghilterra che negli ultimi anni si sono dimostrate imbattibili.

Magari si distraggono ad ammirare la reggia…
Speriamo (ride, ndr). Dobbiamo pensare positivo, ma allo stesso essere consapevoli che ci sono Paesi che hanno una tradizione e una cultura dell’equitazione che da noi è venuta a mancare. Dopo i fratelli D’Inzeo (Raimondo fu oro a Roma nel 1960, ndr) purtroppo è calato il livello. È uno sport molto difficile da portare avanti in Italia.

Che cosa ci vorrebbe per cambiare rotta?
Migliorare la parte dell’istruzione e cercare di attirare più sponsor per consentire di far praticare questo sport a più persone possibile, anche a chi non se lo può permettere.

Un consiglio ai bambini e bambine che vorrebbero iniziare?
Sicuramente avere tanta passione e non arrendersi alle prime difficoltà. Ma soprattutto appoggiarsi a persone preparate e con esperienza. Attualmente ci sono troppi istruttori e la qualità è scesa. E infine andare a farsi un giro negli altri Paesi, per vedere come lavorano. Da noi ci sono tanti numeri, ma poco professionismo.

Cambiando discorso, che cosa fa nel tempo libero?
Seguo molto la ginnastica artistica. Spero che la squadra azzurra riesca ad andare a medaglia. È uno sport che avrei voluto fare da piccola, ma mia madre non mi ci ha mai portato. Poi mi piace molto correre, amo leggere e vorrei essere brava a cucinare, ma purtroppo non sono capace (ride, ndr).

E il suo rapporto con la fede?
Sono cattolica praticante. La mia famiglia mi ha trasmesso anche la fede. Proprio ieri sera prima di partire sono andata a Messa, per prepararmi a questa grande avventura.

23 luglio 2024

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