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Martedì 1 Ottobre 2024 16:10

Libano, il vicario apostolico: «Israele si fermi»



Raggiunto dal Sir, Essayan fa il punto della situazione a Beirut e chiede «un accordo per un immediato cessate il fuoco. La guerra deve cessare adesso». Il pensiero ai giovani

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Parla dal Libano monsignor César Essayan, vicario apostolico della Chiesa cattolica latina nel Paese. Raggiunto telefonicamente dal Sir, fa il punto sulle ore di altissima tensione che si stanno vivendo a Beirut. «Abbiamo bisogno che Israele si fermi e si trovi un accordo per un immediato cessate il fuoco che possa dare a tutti noi la possibilità di riprenderci e tirare il fiato – afferma -. Occorre poi trovare case per gli sfollati. L’inverno sta per arrivare. Tanti stanno mandando coperte. Ma ripeto, non bisogna cadere nel bisogno immediato, si tratta di guardare più in là. E guardare più in là significa cercare una soluzione politica e non una soluzione militare che non porta da nessuna parte».

Al Sir il vicario confida che «la gente è stanchissima. Gli sfollati sono tanti, più di 120mila. Molti hanno trovato rifugio nelle scuole o nelle strutture. Molti, però, vivono ancora per le strade. Alcuni hanno deciso di lasciare il Paese e sono partiti per la Siria, per la Giordania. C’è chi è andato in Iraq», aggiunge, costantemente attento agli aggiornamenti che si susseguono. Eppure, nonostante tutto, «la nostra paura non è per l’oggi ma è per il nostro domani – prosegue -. Cosa stiamo facendo ai nostri giovani, ai nostri bambini? Stiamo creando persone che interiormente stanno covando un odio profondo. Questa è la nostra paura. Possiamo quindi trovare delle soluzioni per l’oggi ma il rischio è quello di coltivare un terreno fertile per scatenare la guerra domani», è la tesi del presule, secondo il quale «la guerra deve cessare e deve cessare adesso. Per evitare che si riproduca domani in maniera ancora più violenta, più atroce, più assurda. Per farlo, però, occorre tutti fermarci e ritrovare la propria umanità che stiamo perdendo giorno dopo giorno a nome di non so quale interesse».

Il pensiero di Essayan dunque è anzitutto per i giovani. «Stiamo prendendo in ostaggio il futuro di tanti ragazzi che sognano oggi soltanto di vendicarsi domani – evidenzia con amarezza -. Non è giusto. I ragazzi devono vivere, devono sognare la vita».

1° ottobre 2024

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