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Lunedì 28 Ottobre 2024 09:10

Dal Campidoglio, l’appello di Acli Roma per una cultura della pace



Il convegno a conclusione del 27° congresso provinciale. Gli interventi del vicario Reina e del sindaco Gualtieri. Le testimonianze di Europe Consulting e Borgo Guanella

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Risuonano in Campidoglio le parole dell’enciclica Pacem in Terris di san Giovanni XXIII. Proprio poche ore dopo l’attacco di Israele all’Iran, partito nella notte tra venerdì 25 e sabato 26 ottobre. A ribadire la necessità di una cultura della pace in una società sempre più frammentata. Le tre azioni da compiere le ha indicate Stefano Tassinari, vicepresidente delle Acli nazionali, che ha tracciato le conclusioni del 27° congresso provinciale delle Acli di Roma. L’appuntamento si è tenuto sabato 26 nella Sala della Protomoteca in Campidoglio. Per l’occasione è stato organizzato il convegno “Il coraggio della pace. Dalla Capitale una luce di speranza”.

La prima azione da mettere in atto, ha sottolineato Tassinari, sia «la protezione della dignità della persona». Poi, «affermare chiaramente che anche noi siamo un Paese in guerra». E infine «assumersi la responsabilità delle possibilità della pace con misure concrete». Sulla stessa scia, Lidia Borzì, la presidente delle Acli provinciali di Roma, che ha esortato a «costruire una pace quotidiana, in un’ottica che metta insieme la prossimità e l’universalità». Il coraggio della pace, ha detto Borzì, «non è una risposta utopica ai conflitti globali e locali, ma una via realistica al dialogo come stile relazionale diffuso. Azione sociale e visione politica, pace nel mondo e giustizia quotidiana, coraggio lungimirante e piccoli passi di una politica di prossimità sono profondamente connessi».

In questa direzione anche l’intervento dell’arcivescovo Baldo Reina, vicario del Papa per la diocesi di Roma. Il presule ha invitato a mutare prospettiva. «È dal nostro cuore che parte la sfida per la pace – ha detto -. Il cambiamento di paradigma deve partire da noi, da un atto fondamentale: il perdono. Gesù ci chiama a mettere il doppio di amore quando qualcuno ci ferisce». Prima delle sue parole, il discorso del sindaco di Roma Roberto Gualtieri: «La pace sia il presupposto essenziale della tutela della dignità umana, che passa attraverso il lavoro buono e la coesione sociale. Stiamo lavorando in questa direzione insieme alle forze sociali della città».

E a Roma, infatti, nonostante tutte le emergenze che sono state presentate al Papa il giorno prima, venerdì 25 ottobre, durante l’assemblea diocesana che ha concluso il percorso lanciato dalla diocesi a cinquant’anni dal convegno sui “mali di Roma”, sono presenti molti segni di speranza, portati avanti dalla collaborazione tra le associazioni del terzo settore e le istituzioni. Ne è un esempio la sensibilità per il mondo della terza età della Comunità di Sant’Egidio. Durante il panel “Pace e dignità”, moderato dalla giornalista Monica Di Sisto, è intervenuto Giancarlo Penza, il responsabile anziani, che ha sottolineato «l’urgenza di ricominciare ad affrontare il tema della dignità violata delle persone in età avanzata».

Lo dimostra anche l’attività di Europe Consulting onlus. Alessandro Radicchi, il presidente, ha evidenziato la necessità di non pensare a carità e diritti come due realtà separate. Senza dimenticare anche Borgo Guanella, che si impegna nell’educazione e nella formazione delle persone con disabilità. «La dignità o è infinita o non lo è», ha detto il direttore sanitario Tonino Cantelmi. Da evidenziare anche tutte le iniziative portate avanti in questa direzione dal Policlinico Gemelli, come quella di un questionario somministrato alle pazienti per indagare la presenza di disagi psicosociali. «Il 37 per cento di loro ha dichiarato di soffrirne», ha sottolineato la dottoressa Antonia Testa, responsabile della Ginecologia ambulatoriale.

Il panel “Pace e lavoro” ha invece dato voce ai sindacati. «È in corso una pandemia della povertà», ha evidenziato Maria Veltri, segretaria regionale amministrativa della Cisl Lazio. Le ha fatto eco Alberto Civica, segretario nazionale della Uil Lazio: «Bisogna curare le cause, non gli effetti – ha detto -. Lo Stato sia l’attore principale di questo processo». In tal senso, Natale Di Cola, segretario generale della Cgil Roma e Lazio, ha esortato a «riportare alla luce chi vive in zone dove nemmeno il Giubileo arriverà».

Presente anche Marco Marcocci, presidente di Confcooperative Roma, secondo cui «stare accanto alle persone vulnerabili è un lavoro che richiede grande competenza umana e professionale». Con la stessa prospettiva, Patrizia Sciarma, dirigente scolastico dell’Istituto di istruzione superiore “Via di Saponara 150”, ha invitato a «instaurare un vero dialogo con i ragazzi e con le famiglie per combattere la dispersione scolastica». Sulla grande potenzialità della scuola si è soffermato anche Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma. «L’altro motore fondamentale è il mondo del lavoro, insieme a quello dell’immigrazione», ha aggiunto.

Infine, prima dell’intervento di Tassinari, ha parlato anche Massimiliano Maselli, assessore all’Inclusione sociale e servizi alla persona della Regione Lazio, secondo cui il 2026 sarà l’anno della svolta per quanto riguarda il problema del sovraffollamento dei Pronto soccorso. «Grazie ai fondi europei saranno costruite nuove infrastrutture e sarà potenziata l’assistenza domiciliare», ha anticipato. Un momento toccante della mattinata è stato l’intervento della giornalista della redazione esteri di Radio Rai Cecilia Rinaldini, che ha raccontato della sua esperienza a Buča, la prima città ucraina occupata dai russi all’inizio dell’invasione. Una donna, tra le macerie della sua casa distrutta, ha voluto mostrarle a tutti i costi il punto in cui aveva piantato delle fragole per la nipote. Lo sguardo di speranza che serve a costruire la pace.

28 ottobre 2024

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