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Mercoledì 30 Ottobre 2024 11:10

Ostia saluta le sue suore giostraie



Suor Genevieve e suor Amelia (Piccole Sorelle di Gesù) terminano la loro missione nel Luna Park, dopo 15 anni. Gervasi: «È la presenza silenziosa che parla di Dio»

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Le luci del Luna Park sono quasi tutte spente. Restano solo quelle dell’autoscontro. Lì in tanti si sono radunati ieri sera, 29 ottobre, a Ostia per dire il loro grazie a suor Genevieve Jeanningros e suor Anna Amelia Gigli. Le due suore giostraie, 81 anni, delle Piccole Sorelle di Gesù, terminano la loro missione sul territorio. 15 anni di presenza discreta, mite, povera e feconda, che, dalla loro semplice roulotte, si è irradiata al parco e tutt’ intorno. Dezia, che lì gestisce uno spazio giochi per bambini, ha gli occhi lucidi: «Mi hanno aiutato tanto a crescere nella fede». Ginetto Pugliè, titolare del parco, che le ha accolte nel 2009, racconta: «Sono state loro il collante della nostra realtà. Loro ad avere portato qui il Papa, tra le nostre roulotte, nel 2015. Grazie a loro ci siamo sentiti riconosciuti e protetti». «Una presenza che sa di vicinanza umana e ha generato comunità», aggiunge don Giovanni Patanè, parroco dell’attigua Regina Pacis.

Tanti i segni: tra le giostre, numerosi sono stati i battesimi e le celebrazioni condivise. Nel parco è nato un gruppo di preghiera, 6 anni fa, attorno al dolore di una mamma per la malattia del suo bambino. Oggi sono nove le famiglie con figli, in cammino, che ogni settimana si incontrano per crescere nella loro vocazione cristiana. Sempre presenti le suore, nella loro disarmante povertà e gioia. «Ho tante persone che mi amano», confida Fabiana, una delle mamme, «eppure l’amore che traspare da quegli occhi non l’avevo mai incontrato prima. Davanti a loro ho sentito di non essere mai abbastanza paziente, misericordiosa, umile». «Il loro semplice stare – aggiunge Sara – parlava, era presenza che diveniva certezza e rallegrava l’anima». Oscar, 9 anni, che abita nel parco, è in prima fila, seduto accanto alle suore. «Sono piccolo ma so che loro hanno reso questo luogo più bello, hanno fatto gioire tutti. Le abbiamo sentite nostre amiche perché sono simpatiche. Suor Geneviev mi ha sempre dato buoni consigli. Suor Amelia mi ha regalato matite e colori. Insieme abbiamo realizzato tanti disegni. Mi hanno aiutato a esprimere quello che avevo nel cuore».

La loro è l’ultima presenza legata al carisma originario della congregazione, presente già nel 1966 con una piccola comunità al Luna Park dell’Eur a Roma. Le ricorda bene il vescovo Dario Gervasi, che ha presieduto l’Eucaristia: «Da piccolo quando andavo alle giostre erano per me l’attrazione più bella. Dopo l’autoscontro, la casa dell’orrore, la ruota panoramica passavamo con la famiglia a salutarle. Non so se a colpirmi era la loro capanna o il loro sorriso disarmante, in quel frastuono generale. Charles de Foucauld aveva capito che si può parlare di Dio in tanti modi, ma soprattutto che è la presenza silenziosa che parla di Lui. Sono venute qui per essere accolte, come Dio che continua a camminare accanto all’uomo, attendendo di essere riconosciuto. Il cuore semplice vede Dio, cambia lo sguardo, come quello bellissimo delle suore. Se non era così bello il Papa non sarebbe venuto».

Vicinanza, compassione, tenerezza: queste le parole chiave della loro testimonianza. «Così dovrebbe essere la Chiesa in ogni luogo», aggiunge il vescovo, ricevendo in dono dalle religiose un carillon giostra. Non nascondono la loro tristezza: «Non è bello provarla, se il Signore ti vuole bene. Significa che devo fare ancora una conversione – confessa suor Amelia -. Amo il Luna Park da tanti anni. Qui siamo state accolte, abbiamo trovato casa e la forza di ricominciare una missione che al LunEur sembrava spezzata. Amo vedere che l’altro ti accoglie, che i bimbi ti sorridono e che di questa Ostia, che a volte fa un po’ paura, scavando, ti innamori. Possiamo solo dirvi grazie».

30 ottobre 2024

 

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