Mercoledì 30 Ottobre 2024 13:10
Al Massimo 800 studenti per «pensare insieme a un mondo più unito»
Premiati i vincitori della XVIII edizione de "La scrittura non va in esilio", promossa dal Centro Astalli. Il presidente Ripamonti: «La guerra distrugge i sogni, invece è importante che i sogni abitino la nostra quotidianità». Il riconoscimento "Scuola amica dei rifugiati" a 35 istituti
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Un unico filo rosso lega due destini opposti: Jamaal, palestinese, e Yoh’anan, israeliano, due uomini profondamente diversi per origine, religione e cultura. Lavoratori, pacifisti convinti, entrambi perdono improvvisamente le famiglie a causa del conflitto israelo-palestinese e da allora covano solo il desiderio di vendetta. Ma entrambi conservano una profonda umanità che li spinge a cercare un senso alla violenza che li circonda. Una storia inventata che riflette la tragedia della guerra, intitolata “Rette parallele” e scritta da Ernesto Mascioli, studente del liceo scientifico statale “Vito Volterra” di Ciampino (Roma), vincitore della XVIII edizione del concorso letterario “La scrittura non va in esilio”, riservato alle scuole superiori.
La premiazione questa mattina, mercoledì 30 ottobre, nell’Auditorium del Massimo, animato dal vociare e dalla festosità di circa 800 studenti provenienti da tutta Italia. Una festa della scuola, appunto, promossa dal Centro Astalli, sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i rifugiati, nell’ambito dei progetti didattici “Finestre. Storie di rifugiati” e “Incontri. Percorsi di dialogo interreligioso”, che organizzano ogni anno incontri tra rifugiati e oltre 30mila studenti di oltre 200 istituti italiani.
A Riccardo Sinestrari dell’istituto comprensivo “Via Micheli” di Roma è stato assegnato il premio della X edizione del concorso letterario “Scriviamo a colori”, riservato alle scuole secondarie di primo grado, per il racconto “Un nodo alla gola”, che porta a riflettere sul pregiudizio e sul bullismo derivante spesso dalla paura dell’ignoto e dal desiderio di conformità al gruppo. La poesia “Il grido dei migranti” di Daniele Di Piazza dell’istituto comprensivo “Leonardo Da Vinci – Plesso Umberto Nobile” di Ciampino si è aggiudicata la III edizione del concorso di poesie “Versi diversi. La poetica della pluralità”. Il giovane autore denuncia in versi una realtà sociale in cui prevalgono l’intolleranza, la paura e l’indifferenza verso chi è diverso, e allo stesso tempo invita i lettori a ritrovare la poesia nella vita quotidiana, nelle relazioni umane positive e nella bellezza della natura.
Ai vincitori è stato donato uno zaino di libri offerti dal Centro per il Libro e la Lettura del ministero della Cultura. Oltre 300 gli elaborati esaminati, nei quali gli studenti, ispirandosi all’attualità, hanno raccontato la guerra dal punto di vista dei bambini, la paura dei migranti nell’affrontare il viaggio con l’incognita di non sapere se e dove si arriverà, la difficoltà di bambini stranieri ad inserirsi. L’evento annuale è «l’occasione per incontrarsi tra diverse scuole, provenienze, città – ha affermato padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli -. Il nostro obiettivo è far incontrare e pensare insieme a una società e a un mondo unito, importante per costruire la pace. Il dialogo della cultura e della poesia aiuta a immaginare un futuro più bello. La guerra distrugge i sogni, invece è importante che i sogni abitino la nostra quotidianità».
Aperta dal gruppo musicale dell’istituto Massimo, che ha ospitato l’evento, e dai saluti del direttore generale padre Nicola Bordogna, la mattinata è stata scandita tra l’altro dagli interventi delle scrittrici Emanuela Anechoum, vincitrice del Premio Bancarella 2024 con il romanzo “Tangeri”, Tezeta Abraham, Saba Anglana. Dal palco dell’Auditorium un invito alla non violenza attraverso la musica del cantautore Emanuele Conte; alla riflessione, attraverso le parole dell’atleta paralimpico Amelio Castro Grueso, schermidore colombiano della squadra paralimpica dei rifugiati dell’Unhcr, e Mahdia Sharifi, atleta della nazionale afgana di Taekwondo, la quale ha spiegato che in Afghanistan «se una donna vuole praticare sport, specie arti marziali, deve mettere in conto che dovrà affrontare diversi problemi. La società impone alle donne forti limitazioni – ha spiegato -, negando loro il diritto di dedicarsi ad attività considerate maschili».
Quindi la performance teatrale «da togliere il fiato», come l’ha definita il giornalista Rai Giovanni Anversa, che ha presentato l’evento, degli attori Amadou Diouf, non udente, e Yong Di Wang, non vedente, che hanno portato in scena l’odissea dei migranti e la drammatica traversata in un mare in tempesta, opera del regista teatrale Alessandro Ienzi, fondatore di Raizes Teatro.
A 35 istituti, molti dei quali di Roma, è stato consegnato il riconoscimento “Scuola amica dei rifugiati”, progetto che promuove il dialogo interculturale e l’integrazione, incoraggiando gli studenti a riflettere sul valore del contributo dei migranti alla società.
30 ottobre 2024
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