Domenica 1 Dicembre 2024 18:12
La storia di Brice Di Dio, un pellegrino arrivato a Roma in compagnia del suo chihuahua e un asino bianco
Qualche giorno fa sono andati virali dei video sui social che ritraevano le immagini di...
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Qualche giorno fa sono andati virali dei video sui social che ritraevano le immagini di un uomo che camminava per le strade di Roma in compagnia di un chihuahua e un asino bianco, un pazzo? Assolutamente no. Chi è veramente?
L’uomo in questione si chiama Brice Di Dio ed è un pellegrino francese, partito il 9 luglio 2023 da Puy en Velay con l’obiettivo di giungere a Compostela, passando prima per Gerusalemme e Roma dove è arrivato ieri 30 novembre.
Ha lasciato tutto, i suoi vincoli finanziari, come l’appartamento, per lanciarsi su questo nuovo cammino con una grande fiducia sia nella Provvidenza di Dio, che in quella del cammino e nei molteplici incontri fatti durante il viaggio. Il tutto dopo aver parlato con diverse ambasciate francesi, dopo aver valutato i pro e i contro di tale progetto, dopo aver riflettuto sui rischi dovuti alle situazioni geopolitiche di alcuni paesi attraversati.
Per arrivare alla Capitale il pellegrino ha attraversato la
Via Francigena,
e proprio ieri, Sabato 30 Novembre è giunto a Roma. Dalle stories caricate questa mattina da Brice, ha mostrato di essere arrivato al Vaticano.Prossima tappa Compostela, ripassando per la Via Francigena e poi la via di Arles e il Camino Francès.
Roma Daily News è riuscita ad intervistare Brice Di Dio:
Quale motivazione ti ha spinto a partire?
“La motivazione primaria, che mi ha spinto a mettermi in cammino, è stata l’incontro con l’amore di Gesù Crocifisso. Ho capito che Cristo mi amava, mi sono sentito toccato nel profondo del mio cuore da questo amore che ha cambiato completamente la mia vita. Sì per me, Cristo è veramente vivo e vive in me! Eppure rimango un uomo, segnato dal peccato, segnato dal suo passato, non ho mai ucciso nessuno ma non sono esente da errori, senza colpe. Ho avuto momenti bui nella mia vita. Ho visto la natura radicale del male che potevo fare e che poteva essere dentro di me. Nonostante questo, Gesù mi ha amato e mi ha chiamato a Sé.
Quando incontrate un amore così grande nella vostra vita, che viene ad illuminare i vostri cuori, a portarvi gioia e pace, che vi ama completamente e veramente e che vi conosce personalmente. Il Vangelo dice che Egli conosce ciascuno di noi e ci chiama per nome. Mi sono sentito chiamato a seguirlo nella radicalità. Per donargli radicalmente la mia vita.
È stato quindi l’incontro con l’Amore di Gesù che mi ha spinto a mettermi in cammino, in primo luogo per vivere io stesso il Vangelo, per convertirmi ogni giorno di più, ho risposto ad una chiamata interiore espressa nel Vangelo: “Vendete tutto quello che avete e seguitemi”, “Andate in tutto il mondo e annunciate il Vangelo alle nazioni”.
E Sant’Antonio, un grande santo francescano, diceva: “Tacciano le vostre parole e parlino le vostre azioni”. Il mio obiettivo è questo: testimoniare che Dio ama veramente ciascuno di noi. E testimoniarlo attraverso la mia vita che vuole essere radicalmente rivolta a Cristo.Quando sai di essere amato da Gesù, vuoi solo raccontare a tutti di questo favoloso incontro che hai avuto e che ti ha cambiato la vita! La mia motivazione è quindi quella di continuare ad avvicinarmi a Dio, di cercarlo ogni giorno, di vivere il Vangelo che annuncio, di annunciarlo e di testimoniarlo a quanti incontro.”
Durante il viaggio ci sono state difficoltà? Se si, quali?
“Si ho avuto qualche difficoltà durante questi 2 anni di viaggio, prima fra tutte l’alloggio. Si potrebbe pensare che sia stato l’asino a darmi il problema: è stato piuttosto il cane. Molti posti non accettano cani anche se di piccola taglia. A volte è difficile. Come difficoltà potrei dire che sono caduto sul sentiero in Grecia che mi ha rotto il naso e conservo una cicatrice. Minacce di morte ricevute quando ero in Albania da persone che pensavano che fossi sionista perché andavo in Israele. Per fortuna la polizia albanese è stata molto buona con me. Devo ammettere altrimenti che non ho avuto grosse difficoltà, anzi appena ci sono state ho ricevuto tanta grazia da Dio e dalle persone per aiutarmi che alla fine tutto è andato bene. Nei salmi Dio dice: “Ti custodirò quando vai e quando ritorni”. E veramente posso testimoniare nel mio cammino la presenza e la protezione di Dio!”
Perché la scelta di portarsi il cane e l’asino?
“Ho sempre amato gli animali. Quando ho lasciato il mio monastero nel 2021 ho preso Stitch, il mio cane; una famiglia voleva sbarazzarsi di lui perché faceva molti danni e non era pulito. Era stato svezzato male. Ma le cose si sono calmate rapidamente con me. Quando è arrivato il momento di partire, era inconcepibile lasciarlo, regalarlo o abbandonarlo: è parte integrante della mia vita. Per quanto riguarda l’asino, Esperance è un sogno d’infanzia, dove già da piccolo mi vedevo come un monaco itinerante che camminava sui sentieri. Ho avuto l’opportunità di ritirare Esperance a Pasqua quest’anno e sono ripartito immediatamente.”
Quindi Esperance è arrivata dopo…
“Si Esperance è arrivata dopo. È con me da 8 mesi. Ma durante il mio viaggio ho avuto con me anche Gioia, una gattina che ho salvato in Bosnia e che ho riportato in Italia, una mia amica è venuta a prenderla dalla Svizzera. C’era anche in Grecia, Irini, una cagnolina randagia (pace in greco) che mi ha seguito per 2 mesi e mezzo e ha adottato un amico addestratore di cani che vive a Parigi. Altri due animali che hanno segnato il mio cammino e che ora conducono una vita molto bella!”
Sei arrivato a Gerusalemme?
“Purtroppo non sono arrivato a Gerusalemme l’anno scorso, ero in Grecia quando Hamas ha attaccato Israele il 7 ottobre e se all’inizio volevo andare oltre, alla fine sono dovuto tornare in Turchia a Izmir, me ne sono pentito ma so che è solo questione di tempo: ci arrivo. In tutto questo contesto ho preferito non andare subito a Gerusalemme. Sarà l’anno prossimo, a Dio piacendo.”
Che effetto hai avuto vedendo il Vaticano e che cosa hai fatto questi giorni?
“L’arrivo in Vaticano per un cristiano, soprattutto per un fratello, è sempre qualcosa di molto toccante. Sono venuto qui per testimoniare al Santo Padre la mia devozione filiale e per pregare con lui e con tutta la Chiesa. Spero di avere il privilegio di vederlo in udienza privata nei prossimi giorni, ma la cosa è cominciata male perché non ho pianificato con sufficiente anticipo.
Per me non sono tanto gli edifici che mi interessano anche se la bellezza e l’arte testimoniano Dio! Ma sono loro le pietre vive: innanzitutto Gesù Cristo, pietra angolare, poi il Papa, i vescovi, i sacerdoti e i fedeli, più particolarmente i poveri. In questi giorni andrò più particolarmente incontro ai poveri per strada per condividere con loro un momento.”
Quanto rimarrai a Roma prima di ripartire per il viaggio?
“Il programma è di 10 giorni, ma forse proverò a restare più a lungo per passare il Natale qui, non ho proprio voglia di passare il Natale da solo per strada. Per il momento Espérance è accolto gratuitamente grazie alla sublime generosità del proprietario di RanchRiver che lì ha un vero paradiso per gli animali. Vedrò cosa succede dopo. Sono qui comunque al sicuro fino al 10 dicembre.”
Da Roma come arriverai a Compostela?
“Da Roma partirò per Napoli e sicuramente farò una deviazione a Palermo per andare a visitare la tomba di frate Biago Conte, un altro fratello che ha trascorso gran parte della sua vita camminando per le strade. Spero di poter poi incontrare il Vescovo di Palermo. Poi partirò verso Monte Sant’ Angelo, prima di risalire la costa verso Ancona e Trieste, dove deciderò se è giunto il momento di partire verso Gerusalemme (riprendendo i Balcani: Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro, Albania, Grecia, Turchia, Cipro) o se a seconda degli eventi partirò invece per Compostela.
La mia vita adesso è vagabondare per le strade alla sequela di Cristo, non è tanto la destinazione che conta ma il cammino e tutte le persone che incontro. Inoltre dopo 2 anni ora sono molto stanco e vorrei trovare un posto come un eremo che possa ospitarmi per qualche settimana/mese con Stitch ed Esperance. Mi lascio guidare dalla Provvidenza di Dio, dagli incontri, dalla mia preghiera e dai miei passi!”
Per capire meglio, dopo che sei tornato a Izmir, sei ripassato a casa (per la Francia) prendendo la via Francigena?
“Con questo video capirete meglio”
Clicca per vedere il video.
Dove hai alloggiato? Sei stato ospite di monasteri?
“Dormivo più spesso nelle parrocchie, nei monasteri, nei conventi. A volte i municipi mi aprivano delle stanze. Altre volte nelle fattorie. D’estate e quando fa bel tempo posso dormire fuori con il mio asino grazie all’amaca che mi sono portato dietro. In inverno e con queste temperature questo ovviamente non è più possibile. Altrimenti sono stato accolto anche da tante logge di pellegrini o da famiglie, a volte anche persone che mi seguono o mi incontrano e vogliono aiutarmi mi hanno preso una stanza qua o là.
Un pellegrino si accontenta di poco. All’inizio volevo almeno un letto e una doccia. Ora mi accontento di una stanza dove posso mettere il materasso a terra e un punto d’acqua. Come dice San Paolo, ho imparato a vivere nell’abbondanza e nella povertà: in tutto rendo grazie a Dio. Questo posso dire anche del mio viaggio, a volte venivo accolto gratuitamente in splendide residenze, in veri e propri palazzi dove erano anche troppi e mi sentivo piccolissimo. Altre volte sono stato in posti più precari, dormendo in magazzini, garage, uffici… Ma quando arriva la sera siamo così stanchi che ci addormentiamo abbastanza velocemente. E di notte non ho paura, perché Stitch è un vero guardiano, al minimo rumore sospetto mi sveglia subito!”
Sei partito senza nulla (soldi,ricchezze, risorse), come sei riuscito ad adattarti?
“Sono partito senza niente, anzi quasi senza niente, nella tradizione francescana itinerante siamo chiamati a viaggiare senza soldi, a non cercare di arricchirci. Ma strada facendo ho ricevuto aiuto anche da persone che mi seguono online, ho creato un fondo, nel caso in cui la gente volesse aiutarmi, con cose ben precise: trovare attrezzature, spese veterinarie, cure mediche… E poi ci sono anche i soldi che le persone mi hanno donato spontaneamente quando cammino, questo mi permette di contribuire alle spese di mantenimento degli alloggi dove vado, di poter comprare un po’ di cibo in più, di restituire ad altri che bisogno di più. Resta precario. Quindi per il resto dipendo dalla Provvidenza, busso alle porte per chiedere cibo, prego il Signore che mi dia ciò di cui ho bisogno.”
Quale messaggio vuoi mandare alle persone attraverso il tuo viaggio?
“Il messaggio che voglio inviare alle persone che mi incontrano è che Gesù le ama, sono veramente amate da Dio, e che noi tutti siamo, come dice San Pietro: “Pellegrini e viandanti sulla terra”, vorrei che le persone si interrogassero e si ponessero domande sul senso della propria vita, dalla sua origine alla sua fine. Da dove veniamo? Dove stiamo andando? Qual è il significato di ciò che sta accadendo tra i due? La risposta che voglio dare loro è Cristo e voglio testimoniare la verità di questa risposta.
Credo che i pellegrini siano segno di contraddizione in questo mondo dove tutto va così veloce, dove il consumo eccessivo, l’iperattività, la sovrapproduzione portano molte persone ad andare verso cose superficiali, a mettere tutte le loro energie, il loro tempo e la loro vita per costruire l’inutilità. Molte persone vivono una vita banale.
Attraverso i nostri cammini di pellegrinaggio, il mio e quello di tanti altri pellegrini, vogliamo ricordare e far ricordare al mondo l’essenziale: il nostro cuore, la nostra umanità, i legami umani.
Nella sua ultima enciclica “Dilexit Nos” Papa Francesco ha detto di non accontentarci di una vita materiale, superficiale, piena fuori ma completamente vuota dentro. Voglio dire ancora al mondo: “non lasciatevi rubare la vita, la gioia, la pace, la speranza”. La vita è troppo bella per rinunciarvi, la vita eterna troppo preziosa per rinunciarvi. Vorrei che tutti ritrovassimo l’attenzione gli uni per gli altri, che prestassimo attenzione ai più piccoli, ai più fragili, ai più abbandonati e ai più disprezzati. Lo so, quello che sogno è un mondo un po’ idealistico, ma è il mondo del VANGELO! Questo è il mondo che Dio voleva creare! questo è il mondo per cui voglio lottare e che voglio costruire. Un mondo più giusto, più umano, più fraterno, più vicino al Cuore.”




