Lunedì 23 Dicembre 2024 16:12
“L’arte non ha sbarre”: un murales per ricordare Caterina Martinelli e un progetto per le detenute
L’arte e la bellezza entrano nelle carceri, tra formazione, educazione e sensibilizzazione. Questo l’obiettivo del progetto “L’arte non ha sbarre”, curato da Oriana Rizzuto e finanziato dalla Regione Lazio attraverso il Bando Vitamina G, che ha reso possibile la realizzazione di un laboratorio di pittura per le detenute della sezione femminile di Rebibbia, tenuto da […]
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L’arte e la bellezza entrano nelle carceri, tra formazione, educazione e sensibilizzazione. Questo l’obiettivo del progetto “L’arte non ha sbarre”, curato da Oriana Rizzuto e finanziato dalla Regione Lazio attraverso il Bando Vitamina G, che ha reso possibile la realizzazione di un laboratorio di pittura per le detenute della sezione femminile di Rebibbia, tenuto da una psicoterapeuta e da due artiste.
Il primo tassello di questo progetto, quello immediatamente tangibile, fruibile per tutti, è stata la realizzazione di un murales in Via dell’Erpice, nel quartiere Tiburtino, a Roma. Protagonista dell’opera, e di una storia che parla di memoria storica e di violenza sulle donne ma anche di libertà e coraggio, è Caterina Martinelli una delle tante donne a partecipare alle manifestazioni contro lo stato di indigenza e fame in cui vivevano al Tiburtino III. L’occupazione tedesca seguita all’8 settembre 1943 aveva ridotto alla fame la popolazione romana e durante un assalto a un forno, il 2 maggio 1944, un agente della PAI, la Polizia dell’Africa Italiana), intervenuto per sedare il tumulto, le spara al petto, con il fucile.
Caterina Martinelli
, madre di sei figli, cade sul selciato con sei sfilatini nella borsa della spesa e una pagnotta stretta al petto, mentre teneva in braccio la sua bambina ancora lattante. Il giorno seguente, sul marciapiede, dove ancora si vedeva il sangue della donna, venne messo un cartello: «Una madre affamata, mentre cercava di ottenere del pane per i suoi figli».Autore dell’opera è invece il giovane street artist Edoardo Ettore, fresco di Premio Rivelazione 2023 MArtelive. Davanti al suo Murales, che sorge vicino al carcere, c’è anche un campo da
calcio
, che sarà ristrutturato per restituire una parte del territorio alla comunità locale. All’interno della casa circondariale, invece, le attività didattiche sono state seguite psicoterapeuta Valentina Iavasile e condotte dalle artiste Tiziana Rinaldi Giacometti e Chiara Anaclio. «Quest’anno, abbiamo voluto dedicare particolare attenzione al tema della donna unendo arte e impegno sociale – ha spiegato la responsabile del progetto Oriana Rizzuto
– Attraverso laboratori creativi e la realizzazione di murales, le artiste hanno guidato le partecipanti in un percorso di scoperta e di espressione, affrontando temi cruciali come l’autodeterminazione, i diritti umani e la lotta contro la violenza. I murales che prenderanno forma all’interno di Rebibbia saranno un inno alla speranza e al futuro, rappresentando donne forti e determinate. Allo stesso tempo, l’opera di Edoardo Ettorre dedicata a Caterina Martinelli, simbolo di resistenza e sacrificio, ci ricorda l’importanza di tramandare alle nuove generazioni storie di coraggio e di lotta per la giustizia».Giustizia e coraggio. Ma anche bellezza e libertà. Concetti che vanno difesi, ricordati e costruiti. Anche, e soprattutto, dietro le sbarre.
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