Mercoledì 8 Gennaio 2025 11:01
Basiliche papali: un itinerario


Le più importanti chiese di Roma rappresentano le principali mete per i pellegrini. Nelle formelle che decorano tre Porte Sante il tema del perdono e della speranza di redenzione dal peccato. A differenziarsi, quella di Santa Maria Maggiore
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Legato all’uso che se ne fece per la realizzazione degli stipiti della Porta Santa della basilica di San Pietro, c’è un tipo di marmo caratterizzato da venature che vanno dal rosso al sanguigno denominato proprio “portasanta”, a dire che anche «l’architettura riconosce l’importanza della meta non tanto quale luogo statico bensì quale luogo di passaggio nel pellegrinaggio che si svolge durante l’anno giubilare». A dirlo, evidenziando che «la porta è da intendersi nel suo valore simbolico e non nei suoi battenti bensì, piuttosto, come stipite», laddove «nel capitolo 10 del Vangelo di Giovanni Gesù indica se stesso come la porta per cui l’attraversamento fisico di uno spazio ha un significato teologico di appartenenza al corpo stesso di Cristo», è Emanuele Gambuti, docente di Storia dell’architettura in prospettiva teologica alla Scuola di Arte e teologia della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale.
Pertanto i pellegrini che, secondo la tradizione giubilare e attenendosi alle norme sulla concessione dell’indulgenza stabilite dalla Penitenzieria apostolica, si recheranno in almeno una delle 4 basiliche papali maggiori di Roma (San Pietro, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le Mura e Santa Maria Maggiore) potranno osservare l’uso di questo specifico materiale come uno degli elementi comuni; un altro è dato «dalla presenza, in tutte queste chiese, del portico – spiega ancora Gambuti -, un elemento di tradizione già paleocristiana e poi medievale che si è sempre voluto conservare e che dice in chiave teologica di quel “cristianesimo della soglia”», ossia si pone non solo architettonicamente ma anche e soprattutto evangelicamente «quale punto che permette l’incontro, con l’altro e con la misericordia del Padre».
Da notare poi che «le Porte Sante delle quattro basiliche sono tutte opere moderne, realizzate da scultori diversi ma tutte nel corso del ‘900, quando si decise di monumentalizzare e decorare questi passaggi, che in precedenza erano caratterizzati da semplicità e umiltà architettonica dato che venivano poi murati al di là del tempo giubilare, per sottolineare l’importanza del dono della misericordia di Dio che si estende ben oltre l’Anno Santo», illustra ancora l’esperto. Il tema del perdono e della speranza di redenzione dal peccato è presente iconograficamente nelle formelle che caratterizzano le Porte Sante delle basiliche di San Pietro, San Giovanni in Laterano e San Paolo fuori le Mura mentre a distinguersi sono i battenti della basilica intitolata a Maria, opera dello scultore bolognese Luigi Enzo Mattei, che «raffigura al centro Cristo risorto, sul modello dell’uomo della Sindone, che appare alla Vergine rappresentata come la Salus Populi Romani», fa notare Gambuti. Ancora, si osserva in alto a sinistra l’Annunciazione al pozzo, episodio tratto dai Vangeli apocrifi, e a destra la Pentecoste; in basso, nel lato sinistro, il rimando al Concilio di Efeso, che stabilì per Maria il titolo di “Madre di Dio”, mentre a destra quello al Concilio Vaticano II, che la volle “Mater Ecclesiae”.
C’è infine una particolarità che interessa la Porta Santa di San Pietro, la prima aperta dal Papa. «Sugli stipiti è possibile notare la presenza di graffiti e incisioni – dice l’architetto -. Per noi oggi sono segno di vandalismo ma si tratta invece di una caratteristica che riscontriamo anche al Santo Sepolcro, a Santiago de Compostela e nelle catacombe e che ci dice di come i pellegrini desiderassero lasciare un segno dell’esperienza che avevano vissuto e del cammino compiuto».
8 gennaio 2025
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