Venerdì 10 Gennaio 2025 09:01
Venezuela: l’insediamento di Maduro accompagnato da tensioni e nuovi arresti
Il 10 gennaio a Caracas il via al terzo mandato del presidente venezuelano. Nuova ondata di repressione. L'appello dei vescovi: «Mettere il bene comune davanti agli interessi particolari»
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In programma oggi, 10 gennaio, a Caracas l’insediamento del presidente venezuelano Nicolás Maduro per il suo terzo mandato. Una vittoria elettorale, la sua, fortemente messa in discussione dagli organismi internazionali e dagli osservatori di diversi Paese, accompagnata, negli ultimi giorni, da una nuova ondata di repressione e di arresti, che hanno riguardato anche l’ex candidato presidenziale Enrique Márquez.
Denunciati, tra le altre cose, il «sequestro» di sei politici dell’opposizione, la «scomparsa» dell’attivista Carlos Correa, presidente dell’ong Espacio publico, e l’arresto del genero del leader dell’opposizione Edmundo González Urrutia, Rafael Tudares, a Caracas. Proprio González Urrutia, che si considera il legittimo presidente, ha annunciato di voler tornare nel Paese, per giurare egli stesso come presidente, e sette ex presidenti di Paesi latinoamericani hanno annunciato di volerlo accompagnare. Contro di loro le autorità venezuelano hanno annunciato che emetteranno ordini di cattura.
Alla vigilia dell’insediamento, per la terza volta, di Maduro, dalla Conferenza episcopale venezuelana è arrivato un forte appello a «mettere il bene comune davanti agli interessi particolari o di partito, e superare la tentazione di rimanere indifferenti di fronte agli eventi nazionali e all’utilizzo della persecuzione per ragioni politiche. Ciascuno di noi – esortano i vescovi – contribuisca, secondo le proprie capacità e responsabilità, a dare risposte alla difficile situazione che stiamo vivendo oggi».
Riguardo agli esiti della consultazione e alla nuova ondata di repressione e arresti degli ultimi giorni, i presuli ribadiscono che «il popolo venezuelano nell’esercizio della sua sovranità garantita dall’articolo 5 della Costituzione ha espresso con la sua partecipazione e il suo voto nelle elezioni presidenziali dello scorso 28 luglio la sua chiara e decisa opzione per la democrazia. Questa decisione va rispettata».
I vescovi venezuelani sono intervenuti spesso sulla realtà socio-economica, politica, culturale ed etica del Paese, con il desiderio di illuminarla con i valori evangelici e della dottrina sociale della Chiesa. «Lo facciamo – scrivono nel messaggio diffuso ieri, 9 gennaio – anche all’inizio di un anno caratterizzato da tanti interrogativi e preoccupazioni circa il futuro della nostra nazione, ma che per noi cattolici è anche un Anno Santo, fondato su Gesù Cristo, liberatore dell’umanità, nel quale tutta la Chiesa è chiamata a ravvivare la speranza in quanti vivono nella povertà e nella malattia, nei carcerati, nei migranti e nei giovani».
All’inizio del Giubileo dunque i vescovi ribadiscono ancora il loro impegno «ad accompagnare il popolo venezuelano nelle sue gioie e nelle sue sofferenze, e a contribuire, mediante l’azione evangelizzatrice quotidiana, a far sì che nel nostro Paese regni il rispetto per la dignità delle persone. Paese, persona, verità, giustizia, stato di diritto, libertà e pace».
10 gennaio 2025
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