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Lunedì 20 Gennaio 2025 13:01

Costruire il futuro dopo il carcere

carcere, prigione, detenuto, cella
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Dalla pastorale carceraria diocesana il progetto di ristrutturazione di un immobile destinato all’accoglienza. Le altre iniziative in programma: incontri e percorsi di formazione

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«Ho voluto che la seconda Porta Santa fosse qui in un carcere. Ho voluto che ognuno di noi tutti che siamo qui, dentro e fuori, avessimo la possibilità anche di spalancare le porte del cuore e capire che la speranza non delude». Le parole di Papa Francesco dello scorso
26 dicembre a Rebibbia
sono il filo conduttore delle attività portate avanti in questo anno giubilare dal Servizio diocesano per la pastorale carceraria. Incontri, percorsi di formazione e l’inaugurazione di una nuova struttura per l’accoglienza delle detenute, segni di quanto la diocesi sia attenta alla realtà del carcere. Il primo appuntamento è per mercoledì 22 gennaio: alle 16 nella Sala degli Imperatori si terrà un incontro con le rappresentanze istituzionali del mondo del carcere, alla presenza del cardinale vicario Baldo Reina e del provveditore della Regione Lazio Giacinto Siciliano sul tema “Il volontariato nella giustizia penale”.

Oltre ai dirigenti dei sei istituti di pena della città, parteciperanno dei membri di alcune delle associazioni di volontariato impegnate con i detenuti, come Vic, Comunità di Sant’Egidio, Voreco, Volontari Casal del Marmo, Fondazione Severino, ma anche diaconi, cappellani e una rappresentanza delle consacrate attive in questo servizio. «L’incontro nasce su richiesta delle direzioni dei singoli istituti, che hanno desiderio di incontrarci e di incontrarsi tra loro», spiega il vescovo Benoni Ambarus, delegato diocesano per l’ambito della Diaconia della carità. «I volontari sono tutte persone degne di fiducia, motivate, che desiderano affiancare la popolazione carceraria – sottolinea – e questo incontro servirà a rafforzare la disponibilità di tutti alla collaborazione».

Per chi opera nella pastorale carceraria sono stati pensati anche alcuni percorsi di formazione. Lunedì 27, alle 18, al Seminario Maggiore, è in programma il secondo incontro dal titolo “Giustizia riparativa ed esecuzione della pena secondo la riforma Cartabia” (il primo si tenne a novembre), con Maria Pia Giuffrida, mediatore penale esperto e formatore, e Pasquale Bronzo, professore associato di diritto processuale penale. «La giustizia riparativa non va confusa con sconti di pena o misure alternative al carcere – spiega il vescovo -; si tratta di un tentativo di riparazione del male e di assunzione di responsabilità, dove entra in gioco il rapporto tra danneggiante e danneggiato». Nell’ambito della formazione, inizia anche il “Percorso in-formativo per la pastorale carceraria”, promosso nel territorio della XXX prefettura; gli incontri, al via dal primo febbraio, si terranno dalle 10 alle 12 nella parrocchia della Trasfigurazione.

A pochi passi dall’edificio parrocchiale, inoltre, sorge una struttura dell’Opera Ronconi – Pennesi, un’associazione nata negli anni Sessanta per l’assistenza post-carceraria delle detenute, ispirata al pensiero di Guglielmina Ronconi, insegnante e pedagogista, e della sua discepola Lina Pennesi. «Nel corso degli anni, la struttura ha poi accolto anche donne rifugiate e in difficoltà – racconta Ambarus – e al momento la stiamo ristrutturando. In primavera il cantiere sarà completato e ne verranno fuori 6 appartamenti, 5 dei quali verranno utilizzati per la popolazione carceraria femminile ». Intanto, oggi, 20 gennaio, alle 19, nella parrocchia di Nostra Signore de La Salette, a Monteverde, in un incontro dedicato alla realtà del carcere, verrà presentato il progetto di ristrutturazione di questo immobile destinato all’accoglienza, segno concreto di speranza che verrà realizzato dal Servizio di pastorale carceraria della diocesi e dalla Caritas diocesana. «L’iniziativa – sottolineano dalla Caritas – nasce a seguito del forte gesto simbolico compiuto lo scorso 26 dicembre, in occasione del Giubileo della Speranza, quando Papa Francesco ha aperto una Porta Santa presso la Casa Circondariale di Rebibbia. È la prima volta nella storia della Chiesa che, durante un Giubileo, una Porta Santa viene aperta in un carcere. Un atto che riflette l’attenzione del Santo Padre verso il mondo carcerario e richiama l’urgenza di un impegno pastorale più concreto e consapevole verso i fratelli e le sorelle detenuti».

20 gennaio 2025

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