Venerdì 31 Gennaio 2025 11:01
Metro D: come migliorare il progetto (secondo noi)

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A seguito del disvelamento del possibile tracciato della nuova linea D
sulle pagine de Il Messaggero, si sono riaccese le discussioni sul percorso della quarta metropolitana in città.Il progetto presentato, infatti, prevede 30 stazioni e una lunghezza complessiva di 30 km contro i 20 km e le 22 stazioni previste dal vecchio progetto del 2006
che fu oggetto di un project financing vinto dall'RTI Condotte
, ma poi mai portato a termine a causa della mancanza di un solido plafond finanziario.
Rispetto al precedente tracciato, la nuova linea D cambia radicalmente nella tratta sud dalla stazione Trastevere fino a Vigna Murata. Inoltre, sono state apportate delle modifiche anche nella tratta centrale con l’eliminazione della fermata a piazza San Silvestro, lo spostamento dell’interscambio con la linea A a Barberini e la sostituzione della fermata presso piazza Fiume con quella a Galleria Borghese. Oltre a ciò è stato cambiato l'interscambio con l'anello ferroviario a nord dalla prevista stazione di Salario a quella esistente a Val D'Ala.
A nord, infine, il terminal di via Ugo Ojetti è stato portato fino all'incrocio tra il GRA e via Nomentana.
Le fasi costruttive sono cambiate, dalla precedente tratta "prioritaria" Fermi-Salario alle attuali 4 tratte: Nomentana GRA-Nemorense, Nemorense-Fermi, Fermi-Agricoltura e Fermi-Vigna Murata.
L'OPINIONE SUL NUOVO TRACCIATO
Osservando la tratta nord, l'unica criticità riguarda l’interscambio con le FL a Val d’Ala, stazione di secondo livello per traffico ferroviario rispetto a quanto previsto a Salario. Considerando, tuttavia, gli orizzonti della linea D, l'auspicio è che contemporaneamente alla costruzione della metropolitana venga completata la cintura nord dell'anello ferroviario: una condizione essenziale affinché l'interscambio a Val D'Ala non resti l'ennesima occasione mancata della Capitale.
Da questo punto, l'impegno politico del Sindaco deve essere pertanto legare il progetto della linea D al completamento dell'anello, o, in alternativa, ripristinare prudentemente l'interscambio a Salario.
Proseguendo verso le vie del Centro Storico, la decisione di
eliminare la fermata di piazza Fiume in favore di quella su Galleria Borghese è, a nostro avviso, un errore clamoroso.
La Galleria Borghese è già oggi parzialmente servita attraverso dalla seconda uscita della stazione Spagna della metro A ma, soprattutto, la fermata a
piazza Fiume è più baricentrica rispetto agli uffici di via Salaria e via Nomentana, tra cui la sede del MIT e delle Ferrovie.
Altra nota dolente è l’eliminazione della fermata San
Silvestro. Sebbene siano comprensibili i timori di non realizzare la stazione a causa degli impatti archeologici, quella di piazza San Silvestro resta una fermata strategica.
Il rischio è che per eccesso di prudenza si replichi l'effetto "tubo", già sventato sulla linea C, quando nel 2014 il Sindaco Marino aveva paventato l'eliminazione di Chiesa Nuova con la conseguente creazione di una metropolitana - un tubo - senza uscite nel Centro Storico della Capitale.
Per dare un’idea
dell’enorme domanda generata da piazza San Silvestro, basti
vedere l’affollamento degli autobus che servono proprio la zona e che si dirigono da una parte verso piazza Venezia e dall’altra verso piazza
Barberini.
Senza la fermata San Silvestro, inoltre, si perderebbe qualsiasi possibilità di pedonalizzare via del Corso fino a piazza Venezia e via del Tritone
fino all’incrocio con via dei Due Macelli e via del Traforo.
Ancor più critico è il tracciato sud, da piazza Enrico Fermi in poi. Nelle previsioni del PUMS la linea D prevedeva uno sdoppiamento, con un ramo sulla via Portuense verso Corviale ed un secondo ramo pedisseguo al tracciato originale fino a piazzale dell'Agricoltura.
Nell'attuale nuova configurazione si è cercato, evidentemente, di "unificare" le due diramazioni in un unico tracciato che non arriva né al Corviale, né risolve il problema di ridondanza della metropolitana all'EUR.
Da una parte, infatti, l'obiettivo di servire il quadrante sud-ovest è solo parzialmente conseguito, con il tracciato che dai Colli Portuensi "torna indietro" verso la Magliana Nuova. Dall'altra parte il prolungamento della metropolitana dall'EUR verso Vigna Murata non solo replica il problema dell'idea del 2006 di completa sovrapposizione con la linea B, che già innerva il quartiere, ma prosegue verso zone a scarsa domanda di trasporto fino alle aree completamente a verde di Vigna Murata. Così facendo viene anche bucato l'obiettivo di realizzare un nodo di scambio tra la metropolitana e il GRA a sud di Roma, oggi completamente assente.
Di contro a questo scenario siamo dell'idea che sia necessario recuperare l'idea di un tracciato diramato.
La prima diramazione dovrebbe procedere verso Corviale passando per il Trullo
e Casetta Mattei, recuperando sostanzialmente quanto previsto dallo scenario
tendenziale del PUMS. Su questo ramo potrebbe insistere il secondo deposito necessario alla linea.
La seconda diramazione, invece, da EUR Magliana dovrebbe puntare verso sud, servendo la centralità Castellaccio (Euroma 2), l'area residenziale del Poggio del Torrino, quindi la zona di Casal Brunori e di Spinaceto, dove andrebbe realizzato un importante nodo di interscambio con la via Pontina.
Infine, restiamo dubbiosi sulla suddivisione di 30 km di tracciato in 4 tratte funzionali, perpetrando lo spezzettamento della metropolitana in sezioni brevi e dilatando i tempi di realizzazione, come già avvenuto per le 7 tratte della linea C.
Riteniamo che la metro D possa essere realizzata al più in 3 tratte funzionali, una centrale e due periferiche (nord e sud), dando priorità alla sezione centrale Trastevere-Vaglia, quindi i prolungamenti nord fino a Nomentana GRA e la diramazione sud per Corviale.
Un avvertimento va dato in ultimo sulla grandezza delle stazioni (e conseguentemente sulla lunghezza dei treni), che potrebbero risultare sottodimensionati nell'attuale configurazione da 75 metri, ripetendo l'errore fatto con la linea A che oggi avrebbe bisogno di treni fino a 8 pezzi.
Chiaramente tornare a parlare di linea D a 20 anni dal primo project financing è un fatto estremamente positivo per la città. Così come è evidente che il tracciato diffuso da Il Messaggero è solo una delle opzioni che si stanno valutando nel Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali (DOCFAP).
Insomma gli orizzonti per la quarta metropolitana di Roma sono tutti ancora possibili e speriamo, con questo contributo, di aver dato ulteriori spunti di riflessione in tal senso.
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