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Lunedì 3 Agosto 2020 08:08

Forse non tutti sanno che … a Paliano (FR) c’è un “Mini Vittoriale”

Una delle curiosità di Paliano, antico borgo che troneggia sulla valle del Sacco alle pendici dei monti Ernici e Prenestini, 
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Casa di Italo Rossignoli
con l’edicola di Sant’Antonio (1918)
foto Giorgio Negrin

Una delle curiosità di Paliano, antico borgo che troneggia sulla valle del Sacco alle pendici dei monti Ernici e Prenestini, è la casa di Italo Rossignoli (1891-1969) che fu attendente di Gabriele D’Annunzio dal 1915 al 1923 e capoguardia al Vittoriale di Gardone.

Mentre la facciata esterna non si discosta granché da quelle delle altre abitazioni, il proprietario ne ha trasformato l’interno copiando la famosa casa del suo padrone sul Lago di Garda e creando così un “mini Vittoriale”. All’ingresso si trova un grande cartello con la scritta “Silentium” a caratteri cubitali.


Poi, sopra a un lumino ad olio, un’immagine di Sant’Antonio e, sotto, un altro cartello con la seguente dedica del Vate: “A Italo fedele, che mi fece accompagnare da Sant’Antonio protettore”. Anche l’arredamento della dimora dannunziana viene evocato attraverso i numerosi cimeli, chincaglierie, suppellettili, mobili, quadri, così come gli stessi versetti del “Cantico delle Creature” posti sopra il camino: “Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte”. Anche i giardini riproducono quelli del vero Vittoriale così come le cantine, al cui ingresso non manca la tabella con la scritta “Cella vinaria”.


Nel 2001 è stato pubblicato un libro “L’Attendente e il Vate”, a cura di Franco di Tizio, che riporta il carteggio tra i due e alcune pagine di memorie che – al di là delle molte leggende e della retorica del tempo cui spesso era prigioniero D’Annunzio – ci restituiscono – attraverso la penna di un umile soldato ciociaro – un profilo vero, genuino, intimo del poeta-milite: gli amori, le passioni, le debolezze, le superstizioni, i rituali, le fissazioni (come quella, per esempio, per l’arredamento delle sue abitazioni) ma anche il senso dell’amicizia e una generosa umanità verso i bisognosi, l’amore e l’attenzione verso i suoi libri, le sue carte.


Fiume 1920. D’Annunzio (al centro, sdraiato) tra i suoi legionari. Italo Rossignoli è il primo in alto a destra

Gli anni del distacco dal “suo” Comandante (1924-1938) rappresentano la parte più intima e personale del carteggio-diario: la descrizione dei problemi familiari e di sopravvivenza a Paliano, un piccolo paese della Ciociaria; gli accorati appelli strazianti e le invocazioni di aiuto. Rossignoli non fece più ritorno al Vittoriale. Solo qualche anno dopo la morte di D’Annunzio, come da disposizioni di quest’ultimo, fu chiamato a Gardone dove gli venne restituito il quaderno di memorie che gli aveva lasciato nel 1923.

Una micro-storia che si va ad innestare sulla storia millenaria di questo piccolo borgo legato indissolubilmente alla famiglia dei Colonna, soprattutto Marcantonio Colonna, il vincitore della famosa Battaglia di Lepanto (1571).


Tra gli edifici e luoghi di pregevole interesse artistico possiamo ricordare: la Fortezza (attualmente istituto penitenziario ma, durante le giornate dedicate, è possibile visitare le sale affrescate); le Mura Castellane e le varie porte di accesso al borgo: Porta Romana, Porta Napoletana, Porta Furba; il Palazzo Ducale, la Collegiata di Sant’Andrea (sepolcreto della famiglia Colonna), Palazzo Picchia e, il Monumento Naturale “Selva di Paliano e Mola di Piscoli”. Inoltre, un percorso museale nelle varie parti del centro storico dove è possibile vedere una Galea ammiraglia del 1571, la Sala delle Torture, la Mostra degli Stendardi del Palio, il Museo delle Armi e dell’Abito Rinascimentale e, infine, i Musei del Vino e quello del Grano Monococco.

 

Anagni, nota come la “Città dei Papi” non ha bisogno di presentazioni; Genazzano (da vedere: il “Ninfeo” del Bramante, il Santuario della “Madonna del Buon Consiglio” e il Castello Colonna); Pisoniano (Museo civico della Canapa); Gerano (“La casa delle scatole di latta”: “tra i pezzi esposti spicca una confezione datata 11 marzo 1929 e firmata da Gabriele D’Annunzio che riporta un particolare apprezzamento del poeta verso il prodotto in questione, biscotti a suo dire migliori di alcuni famosi concorrenti inglesi”; Cave (Ville Liberty); infine, a Olevano Romano – come curiosità – ricordiamo che il Querceto della Serpentara, durante il periodo del Romanticismo era diventato il modello di bosco preferito e più spesso studiato da artisti stranieri. Il famoso pittore e incisore francese, Gustave Doré, noto soprattutto per le sue illustrazioni (1861) della “Divina Commedia” si ispirò proprio alla Serpentara per illustrare la cantica dell’Inferno.

 

Brunella Bassetti

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