Giovedì 27 Febbraio 2025 00:02
Capena e Monterotondo: al via cantieri per evitare piene del Tevere a Roma
Il cantiere per la “Messa in sicurezza Media valle del Tevere”, è aperto. I lavori – di cui avevamo già parlato in un servizio pubblicato nel 2023 – sono finalizzati a prevenire e scongiurare devastanti straripamenti del fiume dentro Roma. Due gli interventi in fieri: uno a Capena, dove si lavora per realizzare la cassa […]
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Capena e Monterotondo: al via cantieri per evitare piene del Tevere a Roma
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Il cantiere per la “Messa in sicurezza Media valle del Tevere”, è aperto. I lavori –
di cui avevamo già parlato in un servizio pubblicato nel 2023
– sono finalizzati a prevenire e scongiurare devastanti straripamenti del fiume dentro Roma. Due gli interventi in fieri: uno a Capena, dove si lavora per realizzare la cassa di compensazione e il secondo per mettere in sicurezza l’area, molto antropizzata, di Monterotondo Scalo. La destinazione d’uso delle opere è quella di “frenare” un eventuale rischio di inondazione secolare e catastrofica, prevedibile nell’arco di 200 anni, arginando la piena e deviando le acque del fiume. C’è da evitare che superino la portata massima di sicurezza in ingresso della diga di Castel Giubileo definita in 2700 metri cubi al secondo.
L’ingresso al cantiere di Capena è su via di Scorano, nei terreni a ridosso, si tratta di decine di ettari, del complesso Wurth che però rimane fuori dall’area interessata dai lavori, rientrano invece nel perimetro della “cassa” altre strutture come, per esempio, il “campo volo” per aerei ultraleggeri e deltaplani a motore.


Capena: cassa di espansione
L’opera occupa terreni di Capena, il grosso, e in piccola parte invece si trovano nel comune di Castelnuovo di Porto. L’area è compresa tra il tracciato della diramazione Roma Nord dell’A1 e il fosso Leprignano. Le terre sono a vocazione agricola e soggette ad esondazione. Si prevede – come scritto nella relazione descrittiva del progetto esecutivo regionale – la costruzione di un argine lungo oltre due chilometri e mezzo (2.640 m) con una quota di coronamento costante pari a 27,3 m. sul livello del mare.
Due i tratti di questa linea a “elle”: il primo, di circa 1.440 m, corre parallelo al torrente ad una distanza sempre maggiore di 10 m. Il secondo tratto, di 1.200 metri invece, corre parallelo al Tevere fino ad congiungersi nel rilevato dell’autostrada in prossimità della località Barcotti. Tra la fine del primo tratto e l’inizio del secondo c’è “il manufatto di scarico della cassa di espansione realizzato mediante una serie di strutture scatolari in calcestruzzo armato della lunghezza complessiva di 50 m circa che, in assenza di piena, assicurano la continuità idraulica del fosso Leprignano.
La realizzazione di tale “vasca” consentirà il temporaneo invaso di circa 7.5*106 m3 di acqua, proveniente dall’eventuale esondazione del Fiume Tevere. La cassa di espansione occupa aree già soggette a vincolo e nelle quali le possibilità di sviluppo territoriale sono decisamente limitate, ad attività agricole, sportive o ricreative.
Gli argini a Monterotondo Scalo
L’arginatura in località Monterotondo Scalo costituisce l’opera di difesa passiva di una zona densamente abitata e logisticamente strategica. Si divide in due tratti: “Argine Nord”, di lunghezza pari a 1348.36 m, ed “Argine Sud”, lungo 171.9 m. Le scelte tipologiche per queste opere hanno dovuto tenere conto dell’attuale assetto territoriale delle aree da difendere. Per questo motivo sono state individuate due tipologie diverse di argini, in funzione della disponibilità di aree e della configurazione golenale del Tevere. Infatti, un tratto della parte più settentrionale dell’opera “Nord”, è previsto sia realizzato con una struttura di sostegno in terra rinforzata con paramento in pietrame per una lunghezza di circa 420 m. Tale scelta deriva dalla presenza di alcuni fabbricati, fra cui anche quelli del Campus del CNR, che hanno ridotto sensibilmente le aree disponibili per la posa in opera del rilevato arginale tradizionale in terra. Gli interventi di Capena e Monterotondo sono integrati: il primo con la cassa d’espansione è di difesa attiva, quello di Monterotondo Scalo invece è di natura passiva perché a protezione dell’area abitata.


C’era il mare
Nell’attuale piana alluvionale del Fiume Tevere, circa 3 milioni e mezzo di anni fa c’era il mare. La fascia tirrenica fino a nord di Roma era sommersa,
Monte Soratte
e i Monti Cornicolani erano isole. A partire dal Pleistocene medio tutta l’area pullulava di vulcani assai attivi cosicché anche la zona a nord di Roma rimase coinvolta da colate piroclastiche e da piroclastiti di ricaduta, provenienti dai centri di emissione Sabatino, Vicano e Laziale. Durante l’attività vulcanica il grande fiume cambiò corso fino ad assumere la posizione attuale. Terminata l’attività vulcanica il livello marino scese sino a circa 100 metri sotto il livello attuale, si formarono i laghi, il Tevere, ed i principali corsi d’acqua ad esso collegati incisero profondamente i depositi quaternari e pliocenici arrivando nei fondovalle a quote ribassate di oltre – 50 metri rispetto al livello attuale. Negli ultimi 15.000 anni invece è in atto un processo inverso con il progressivo innalzamento del livello marino. Il mare, insomma, sta tornando. L'articolo
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