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Lunedì 3 Marzo 2025 13:03

Dal 28/2 al 6/3/25 “Esplorazioni” Mostra di Antonio Miralli e Alessandro Trani al Medina Art Gallery

Dal 28 febbraio al 6 marzo 2025 MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO 32,34 Esplorazioni Mostra di Antonio Miralli e Alessandro Trani   Testo curatoriale di Nora Coll Lience Ci sono luoghi in cui la realtà si dissolve e lascia spazio all’essenza, al segno, alla vibrazione cromatica che diventa linguaggio. Il visibile si sfalda …
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Dal 28 febbraio al 6 marzo 2025

MEDINA ART GALLERY – VIA A. POLIZIANO 32,34

Mostra di

 

Testo curatoriale di Nora Coll Lience

Ci sono luoghi in cui la realtà si dissolve e lascia spazio all’essenza, al segno, alla vibrazione cromatica che diventa linguaggio. Il visibile si sfalda e lascia emergere ciò che sta oltre: il battito dell’istinto, il respiro della memoria, l’eco della materia che si plasma sotto il tocco dell’artista. Antonio Miralli e Alessandro Trani, attraverso percorsi differenti, ci invitano a superare i confini della materia e dell’io, aprendo varchi tra il visibile e l’invisibile, tra il gesto istintivo e la contemplazione silenziosa.

Due ricerche pittoriche che si muovono tra l’action painting e l’astrazione lirica, tra il colore come urgenza emotiva e il paesaggio come memoria interiore. Miralli e Trani non raffigurano, evocano. Non rappresentano, suggeriscono. Il loro è un dialogo tra caos ed equilibrio, tra immersione e sospensione, tra la vibrazione del colore e il respiro del mare.

…il colore è materia viva, pulsante. Il suo gesto nasce dall’istinto, si imprime sulla tela come una necessità espressiva, una lotta tra il caos e il bisogno di ordine. La sua pittura segue il percorso interiore tipico dell’espressionismo astratto, muovendosi tra stratificazioni cromatiche, colature e gesti decisi che trovano un equilibrio nella costruzione finale.

Miralli parte dalla macchia, dal segno spontaneo, per poi razionalizzarlo. La sua è una tensione continua tra impulso e controllo, tra il lasciarsi andare e il ricomporre il frammento in un’armonia visiva. Il colore diventa un mezzo di esplorazione psicoanalitica, un modo per liberarsi e, al tempo stesso, strutturare un linguaggio capace di dialogare con il pubblico.

Un elemento ricorrente nelle sue opere è la figura umana, spesso rappresentata da omini stilizzati che emergono dalla materia pittorica. Questi personaggi fluttuano tra immaginario e realtà, tra sogno e coscienza, diventando simboli di un’umanità fragile e in trasformazione. Sono tracce di presenze, frammenti di storie, specchi in cui l’osservatore può ritrovare sé stesso.

…la sua ricerca si muove tra due dimensioni: da un lato, una pittura informale fatta di stratificazioni di colore e atmosfere rarefatte; dall’altro, una rappresentazione più classica del mare, non come immagine, ma come luogo interiore. Nei suoi lavori, l’orizzonte si dissolve in fasce di colore, le onde si trasformano in vibrazioni luminose, il paesaggio diventa memoria e sensazione piuttosto che rappresentazione fedele del reale. Trani filtra il mondo attraverso il ricordo, creando un mare che non esiste, ma che tutti riconosciamo, perché è dentro di noi.

Anche lui sperimenta con la tecnica, integrando elementi dell’action painting come il dripping, che poi si sedimenta in una pittura più meditativa. Trani dipinge orizzonti sconfinati, dove la luce si intreccia con l’acqua in un ritmo silenzioso, e il mare diventa un luogo sospeso tra ricordo e attesa. Nelle sue tele vibra un’armonia primordiale, una tensione sottile tra passato e futuro, come se ogni onda custodisse un frammento di memoria, un riflesso di emozioni sepolte nel nostro intimo.

Miralli e Trani, pur percorrendo strade diverse, trovano un punto d’incontro nella loro capacità di trasformare la tela in un territorio di esplorazione interiore. Uno esplora il gesto come impulso liberatorio, l’altro dissolve il paesaggio fino a renderlo un’esperienza intima e universale. Da un lato, l’energia della terra e del colore; dall’altro, il respiro del mare e della luce. Entrambi ci invitano a esplorare l’oltre: oltre la forma, oltre la tela, oltre noi stessi.

Dove finisce l’arte? Dove inizia lo sguardo? In questo spazio di confine si gioca l’esperienza della mostra: un invito a sentire, a lasciarsi attraversare, a esplorare senza paura l’oltre dell’io e della materia.



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