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Sabato 8 Agosto 2020 17:08

TrasportiAmo: «Il Campidoglio dorme e rinvia dibattito riapertura Centocelle-Giardinetti»

«Troviamo controproducente, pericolosa e penalizzante per l’utenza del V e VI Municipio la decisione assunta da Roma Capitale di rinviare a dopo la pausa estiva, il 
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«Troviamo controproducente, pericolosa e penalizzante per l’utenza del V e VI Municipio la decisione assunta da Roma Capitale di rinviare a dopo la pausa estiva, il confronto in merito alla riapertura della tratta Centocelle-Giardinetti della linea Roma-Giardinetti». È quanto dichiara in un comunicato l’associazione TrasportiAmo.

«L’ennesimo rinvio si è consumato nella seduta dell’Assemblea Capitolina del 4 agosto scorso. In occasione del dibattito riferito alla mozione 234/20, altro atto che intendeva impegnare l’Amministrazione al riguardo, durante il quale il Presidente della Commissione Mobilità dichiarava che l’argomento sarà trattato in settembre».

«Questo dimostra che la maggioranza Capitolina non ha alcuna intenzione di ripristinare la tratta ferrovia, sostituita, incredibilmente, da bus. Diversamente avrebbe dato seguito alla mozione 220/20 a firma della consigliera Celli, ma nei giorni successivi alla sua approvazione, votata all’unanimità dal Consiglio nella seduta del 16 giugno. Tre mesi sono sufficienti, secondo il nostro parere, per convocare una commissione dedicata al tema o per avviare un dialogo costruttivo con le parti interessate. Perché non è stato fatto? Perché indugiare in spregio alle necessità reali del territorio?».

«È inaccettabile tutto questo, con una mano la politica vota un provvedimento, con l’altra sembra far di tutto per annientare la sua efficacia. Sebbene l’emergenza sanitaria e la necessità di garantire il distanziamento fisico; malgrado la riapertura delle scuole e le difficoltà oggettive degli abitanti nel raggiungere i presidi sanitari; nonostante la ferrovia rappresenti una valida e sostenibile alternativa alla Metro C; benché il Comune ricorra al noleggio di bus privati per integrare il servizio di superficie».

«Tale staticità rischia di armare la mano di taluni Comitati di Via Giolitti che, recentemente, avrebbero scritto al Prefetto e al Sopraintendente Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma chiedendo di “disporre l’interruzione immediata del transito del mezzo pubblico lungo la Via Giolitti”. Una trovata propagandistica per finalità neanche tanto oscure, che denota il riacutizzarsi di una forte ostilità nei confronti del trasporto pubblico e dei suoi utenti, ritenuti evidentemente cittadini di Serie B. A questa missiva risponderà con determinazione il Coordinamento Roma-Giardinetti, che abbiamo costituito insieme a Legambiente Lazio, l’Osservatorio Regionale sui Trasporti e UTP-Assoutenti, ma nel frattempo diciamo giù le mani dalla ferrovia, nessuno si inventi ipotetiche chiusure della linea, se non vuole scatenare l’ira dei pendolari. Il problema può essere tra l’altro superabile tecnicamente».

«Mentre attendiamo il risveglio del Comune in primis, l’intero sedime ferroviario è stato accuratamente ripulito nei giorni scorsi, grazie all’impegno del personale aziendale. E presto i binari della tratta sospesa verranno rincalzati. Ma continuare a vedere la stazione di Giardinetti abbandonata è un oltraggio all’intelligenza, sono stati spesi soldi pubblici per realizzarla e sono stati spesi soldi pubblici, e tanti, per gli interventi straordinari tra Giardinetti e Centocelle, prima della chiusura. Anche di questo qualcuno ne renderà conto davanti ai cittadini e, eventualmente, in Tribunale».

«Ribadiamo che l’infrastruttura può essere riaperta in poco tempo», conclude il comunicato, «serve rinforzare il numero dei macchinisti e le unità nelle officine, argomento che non ci preoccupa, dato che è in atto un concorso aziendale interno per la formazione del personale. I treni ci sono, a questo punto manca solo la volontà, per mettere insieme il tutto e dare una degna programmazione. Facciamo appello alle forze politiche di attivarsi e di pungolare l’Amministrazione, indistintamente, se davvero hanno a cuore la situazione e se hanno, come supponiamo, l’interesse di tornare a chiedere consenso elettorale in quel territorio».

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