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Lunedì 14 Aprile 2025 09:04

A Termini la Via Crucis della Caritas “Per dare luce agli invisibili”



Snodato lungo via Marsala il momento di preghiera guidato dal vescovo Di Tolve, animato da volontari e ospiti dell'ostello. «Abbiamo bisogno dello sguardo di Gesù dalla croce»

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Sono stati Giuliana, Carlo, Manuele, Marta, Renata, Irina e Andrea a scrivere e a recitare le invocazioni che hanno accompagnato ciascuna delle 7 tappe della Via Crucis insieme alle persone senza fissa dimora di venerdì sera, 11 aprile. Perché il momento di preghiera organizzato dalla Caritas diocesana “Per dare luce agli invisibili” ha davvero posto al centro le storie e le esigenze di chi ogni giorno trova nei centri di ascolto e nell’ostello non solo sostegno e un punto di riferimento ma, più di tutto, «uno sguardo capace di vedere e di riconoscere l’altro».


(foto: diocesi di Roma/Gennari)
Proprio sulla distinzione tra «l’occhio di una videocamera, che semplicemente registra, e l’occhio umano, che guarda e vede», ha posto l’accento nella sua meditazione finale il vescovo ausiliare Michele Di Tolve, che ha guidato la celebrazione della Via Crucis lungo via Marsala, dalla basilica del Sacro Cuore di Gesù a Castro Pretorio fino all’ostello della Caritas intitolato a don Luigi Di Liegro. «Abbiamo bisogno dello sguardo di Gesù dalla croce – ha detto il presule – così che guardando con sguardo misericordioso e buono riusciamo a lasciare entrare nella nostra vita le persone che incontriamo». Ancora, per Di Tolve «non dobbiamo vergognarci di riconoscerci fragili e bisognosi anche noi, riconoscendoci compagni di coloro che altri chiamano “invisibili”» e imparando a «guardare gli altri attraverso Lui, perché se Lui non c’è tu per me sei un avversario, un concorrente» mentre l’altro, alla luce dell’Eucaristia, «è qualcuno per cui Cristo ha dato la vita, uno a cui ha lavato i piedi», sono ancora le parole del vescovo. Allora «se ci guardiamo incrociandoci in Lui, ogni volta che riceviamo la Comunione, impareremo il dono totale della vita per l’altro», perché è «nel fare la Comunione che Lui educa il nostro sguardo: quel sangue versato sulla croce riconcilia tutto e tutti».


(foto: diocesi di Roma/Gennari)
All’inizio della Via Crucis, nel momento di preghiera nella basilica del Sacro Cuore di Gesù, «nei pressi della stazione Termini, crocevia di transito per molte persone in viaggio ma anche di sosta prolungata e forzata per tanti amici che nessuno nota più», anche il direttore di Caritas Roma Giustino Trincia aveva sottolineato come «quando fissiamo lo sguardo su qualcuno o qualcosa non facciamo altro che riconoscere la sua presenza, la sua essenza, invitandola a dialogare con la nostra». Allora lo sguardo «diventa il primo ponte che collega due persone, dando vita a una relazione che è frutto di una vera e propria cura», ha continuato Trincia, poiché «quando uno sguardo autentico si rivolge a noi è come se una luce venisse accesa» mentre «spesso la solitudine nasce proprio dalla sensazione di non essere visti, di non essere riconosciuti dagli altri».


(foto: diocesi di Roma/Gennari)
Il corteo orante, animato da volontari e ospiti dell’ostello, si è snodato tra il traffico di un venerdì sera romano, attirando gli sguardi curiosi dei turisti e facendo affacciare alle finestre gli abitanti della zona. La seconda stazione, con la meditazione sul tradimento occorso a Gesù e un richiamo al senso di responsabilità di ciascuno, ha avuto luogo all’altezza della grande farmacia della stazione; la terza, invece, con il racconto del coinvolgimento del Cireneo, chiamato ad aiutare Gesù a portare la croce, poco oltre, in corrispondenza dell’ufficio postale. Ancora, mentre intorno il rumore delle automobili e dei clacson si alternava a quello dei fischietti dei vigili urbani, la sosta davanti al Centro nazionale amministrativo dell’esercito per la quarta stazione, relativa al perdono di Gesù dei suoi uccisori, e in corrispondenza del sottopassaggio, per fare memoria del dialogo di Gesù con i malfattori.



La sesta stazione, con la morte di Cristo sulla croce, è stata allestita con torce e candele di fronte alla sede dell’area sanitaria della Caritas diocesana, mentre la settimana stazione, quella dell’incontro tra il Risorto e Maria Maddalena, una volta superata Porta San Lorenzo, ha visto giungere la processione alla meta finale: l’ostello della Caritas. La struttura venne visitata da Francesco il 18 dicembre 2015; in quell’occasione il pontefice vi aprì la Porta Santa della carità, affermando che «questa è la porta dove sono assistiti tanti, tanti scartati. Ci faccia capire che sarebbe bello che anche ognuno di noi, ognuno dei romani, si sentisse scartato e sentisse il bisogno dell’aiuto di Dio».

14 aprile 2025

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