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Lunedì 14 Aprile 2025 13:04

Attacco a Sumy, le Chiese ucraine: «Basta spargimenti di sangue»



Si aggiorna la conta delle vittime dell'attacco nella Domenica delle Palme: 34 i morti e 119 i feriti. L'appello del Consiglio panucraino delle Chiese e delle organizzazioni religiose: «Le potenze mondiali fermino l'aggressione militare contro l'Ucraina»

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Lacrime che si aggiungono alle lacrime. È purtroppo salito a sette il numero di bimbi che sono morti tra le 34 vittime nel pesante
raid russo di ieri, 13 aprile, a Sumy
. E sono 119 i feriti, tra cui 15 bambini. Lo ha annunciato la portavoce del Servizio di emergenza statale nella regione di Sumy Oleg Strelka. Ed è forte oggi lo sdegno di tutti, a partire dal  Consiglio panucraino delle Chiese e delle organizzazioni religiose che in una Dichiarazione scrive: «Attraverso queste azioni constatiamo che per uno Stato che si autodefinisce “Santa Rus” in realtà non vi è nulla di sacro. È assente il più elementare rispetto per il valore della vita umana, per non parlare del rispetto verso la celebrazione delle festività del cristianesimo e dell’ebraismo. Noi, capi delle Chiese e delle organizzazioni religiose ucraine – prosegue la nota -, condanniamo fermamente gli atti terroristici perpetrati dalla Federazione Russa contro le città e i villaggi dell’Ucraina. Rivolgiamo un appello alle principali potenze mondiali affinché adottino tutte le misure necessarie per fermare l’aggressione militare russa contro l’Ucraina e per rafforzare la capacità dell’Ucraina di difendersi e di proteggere vite umane».

Anche il Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc) lancia un appello e si rivolge direttamente «ai responsabili di tali riprovevoli attacchi affinché cessino di spargere sangue innocente nel perseguimento delle loro ambizioni territoriali e politiche. Facciamo appello alla comunità internazionale affinché protegga le vittime da tali aggressioni e chiami i responsabili a risponderne con tutti i mezzi disponibili». In una nota il segretario generale del Wcc rev. Jerry Pillay ricorda che solo una settimana fa, il 4 aprile scorso, un missile balistico russo ha colpito un parco giochi a Kryvyi Rih, nell’Ucraina centrale, uccidendo 19 civili, tra cui nove bambini. Ma l’attacco missilistico balistico russo avvenuto ieri a Sumy è stato «ancora più letale. Anche in questa Settimana Santa, la brutalità e la malvagità umana non si placano, ma continuano a mietere vittime innocenti. Nel nome del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo – afferma Pillay, a nome di tutte le Chiese membro del Wcc -, preghiamo per la pace in questa Settimana Santa, per la fine di questa violenza e per una conversione delle menti concentrate sulla guerra in cuori che cercano la pace e la giustizia su cui si fonda la vera pace».

In Ucraina, le persone sono sotto choc. «Con dolore – dice monsignor Vasyl Tuchapets, esarca greco-cattolico di Kharkiv, nel cui territorio si trova la città di Sumy – tutti noi abbiamo ricevuto la notizia di un brutale colpo su Sumy. I missili russi hanno colpito il centro della città. Il giorno in cui la gente si preparava a celebrare la grande festa cristiana dell’ingresso del Signore a Gerusalemme, è diventato un giorno di dolore per Sumy e per tutta l’Ucraina». Non ci sono più parole. «Più di 30 persone sono state uccise, più di 80 sono rimaste ferite e ci sono bambini tra le vittime – riesce a dire il vescovo -. Esprimiamo le nostre condoglianze alle famiglie delle vittime. Preghiamo per i morti e i feriti».

Usa parole durissime di condanna il vescovo (latino) della diocesi di Kyiv-Zhytomyr Vitaliy Kryvytskyi. «Alcuni politici hanno già dimenticato l’assioma “non si può negoziare con i terroristi”», scrive in una dichiarazione su Facebook, rilanciata dalla Conferenza episcopale ucraina. Il vescovo mette in guardia i politici dallo stringere «un accordo senza giustizia e moralità», finalizzando le trattative a un «arricchimento a spese però di un denaro intriso di odio e sangue». E aggiunge: «Dio è il loro giudice. Così come la storia. Anche i dittatori sanguinari e i loro complici troveranno il loro posto nei libri di testo della storia futura, come esempio vergognoso». (M. Chiara Biagioni)

14 aprile 2025

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