Martedì 15 Aprile 2025 09:04
Dopo 2 anni di guerra, in Sudan «la più grave crisi umanitaria al mondo»


L'allarme lanciato da Oxfam con un nuovo report. 3,7 milioni le persone fuggite dal Paese. Risposta umanitaria sempre più difficile, mentre 1 abitante su 2 è colpito da malnutrizione
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Due anni fa, il 15 aprile 2023, iniziava in Sudan un conflitto che è ancora lontano dal vedere la fine. Il risultato è che «la popolazione sta affrontando la più grave crisi umanitaria al mondo. Un’emergenza che nei prossimi mesi rischia di precipitare ulteriormente, investendo buona parte dell’Africa orientale e mettendo a rischio milioni di vite». A lanciare l’allarme è Oxfam, con un nuovo report pubblicato con South Sudan Forum, Inter Agency Working group for East and central Africa (Iawg) e Forum des Ong en Afrique de l’Ouest et centrale (Fongi).
Quasi un terzo della popolazione ha già lasciato le proprie case; 3,7 milioni di persone sono fuggite dal Paese. E l’arrivo della stagione delle piogge, unitamente al taglio degli aiuti interazionali da parte degli Usa e non solo, renderanno sempre più difficile la risposta umanitaria. 1 abitante su 2 è colpito da malnutrizione, mentre in una parte del Paese la popolazione sta già affrontando gli effetti della carestia, che potrebbe colpire altri 8 milioni di persone nel giro di poco tempo. L’arrivo delle precipitazioni potrebbe causare infatti inondazioni e bloccare le vie di comunicazione verso intere zone del Paese, rendendo impossibile portare aiuti essenziali. E spingendo sempre più persone a fuggire verso Ciad e Sud Sudan, due dei Paesi più poveri al mondo, a loro volta colpiti dall’impatto della crisi climatica e da livelli di malnutrizione altissimi.
Una situazione, che soprattutto in Sud Sudan sta aggravando le tensioni interne, mettendo a rischio la fragile pace raggiunta pochi anni fa. Lo conferma Fati N’Zi-Hassane, direttore di Oxfam in Africa. «Gli scontri tra gruppi armati sudanesi e sud-sudanesi stanno rendendo la situazione sempre più instabile e pronta a esplodere – afferma -. Senza un cessate il fuoco, c’è il serio il rischio che in poco tempo si verifichi un’escalation regionale, con conseguenze umanitarie catastrofiche».
In questo momento, si legge nel rapporto, la crisi umanitaria in Sudan colpisce oltre 30 milioni di persone, il numero più alto mai registrato in un solo Paese, mentre più di 17 milioni di bambini non possono andare a scuola. Una condizione in cui si trovano anche il 65% dei minori sudanesi che si sono rifugiati in Ciad, esposti al rischio di essere vittime di lavoro minorile e matrimoni precoci o di essere reclutati dai gruppi armati locali.
A fronte di tutto questo, è stato stanziato finora solo il 10% degli aiuti richiesti dalle Nazioni Unite per rispondere all’emergenza nel 2025. A questo si aggiunge la cancellazione di circa 64 milioni di dollari dei finanziamenti di UsAid per il Ciad e il Sud Sudan, che rischia di produrre conseguenze gravissime, dato che gli Stati Uniti erano finora il principale Paese donatore per entrambi i Paesi. Di qui l’appello di Oxfam alla comunità internazionale per «un immediato aumento delle risorse necessarie a soccorrere la popolazione», unitamente alla richiesta alle parti in conflitto di «mettere in campo ogni sforzo diplomatico necessario a raggiungere il cessate il fuoco».
15 aprile 2025
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