Mercoledì 23 Aprile 2025 07:04
Qualcuno sta preparando la lottizzazione di Atac?
Nei meandri del trasporto pubblico capitolino da qualche
anno corre una preoccupante voce sul futuro dell'Atac, l'azienda
municipalizzata dei trasporti.
Dopo il rifiuto del risultato del referendum dei Radicali nel 2018
e l'avvio del Concordato Preventivo in epoca 5 Stelle
per salvare
l'azienda, col cambio della guardia in Campidoglio l’orientamento politico su
un’Atac “pubblica a tutti i costi” non sembra più essere così certo.
Il primo segnale di una possibile privatizzazione di Atac lo
abbiamo avuto con il subaffidamento di alcune linee del trasporto pubblico a
società terze, prima comandato a causa del distanziamento sociale dal covid-19,
poi autoimposto da Atac stessa col benestare dell’Amministrazione Capitolina.
Di anno in anno i subaffidamenti sono cresciuti,
raggiungendo l'apice in questo
2025
: da una parte 10 linee sono state date a privati adducendo come ragione il
Giubileo, dall'altra ulteriori 7 linee sono state ormai stabilmente
esternalizzate fino al 2027.
Altro segno tangibile della volontà di preparare lo
spacchettamento dell’Atac sarebbe la durata ridotta del contratto di servizio,
prima quadriennale e poi artificialmente ridotto a 3 anni tra proroghe e
ritardi da parte dell'Amministrazione. L’obiettivo sarebbe quello di rimettere
l’azienda in sesto da punto di vista economico, per prepararla alla vendita –
anche per lotti di trasporto pubblico – al miglior offerente.
D'altra parte sin dai tempi del referendum Radicale, il Partito
Democratico non è mai stato in grado di esprimere una posizione univoca,
spaccandosi tra esponenti favorevoli e contrari.
L'attuale assessore Patanè
e
il presidente della commissione mobilità Zannola
, tuttavia, sono stati tra i
pochi a esprimere un netto “no” all’esternalizzazione del servizio.
A ravvivare i mal pancia interni alla maggioranza capitolina
sarebbero anche molte pressioni esterne,
come quella dell'Autorità Garante
della Concorrenza e del Mercato
che ormai da diverso tempo ha imbracciato una
vera e propria battaglia contro l’affidamento in house del servizio ad Atac. Un caso definito “singolare” dallo stesso Patané
, visto che il ricorso all’house
providing non è solo contemplato dalle norme, ma è prassi delle grandi città
europee, che tengono per sé le reti redditizie (tipicamente su ferro)
esternalizzando al più il solo servizio su gomma.
Il contratto di servizio con Atac terminerà alla fine del 2027,
ma sarà certamente argomento di confronto politico già dalla campagna
elettorale: il mandato di Gualtieri scadrà formalmente a ottobre 2026, ma è
praticamente certo che elezioni si terranno nella primavera del 2027, per riallineare
le urne della Capitale con la prassi consolidata.
Molto sul futuro di Atac si potrà capire già da lì.
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