Mercoledì 23 Aprile 2025 09:04
Il “grazie” del Centro Astalli a Francesco


All'insegna della gratitudine il messaggio della struttura dei Gesuiti. Il presidente Ripamonti: «"Accompagnare chi è rimasto al bordo della strada". Ci ha ricordato questo nel suo pontificato»
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Cordoglio, nel messaggio del Centro Astalli per la morte di Papa Francesco, ma anche «sincera gratitudine per il suo pontificato, nel segno della misericordia e della speranza». Il pontefice argentino, ricordano, «ha mantenuto uno sguardo attento sulle periferie del mondo e lanciato un costante messaggio di giustizia e di pace, per una vita degna e umana per tutti, in cui nessuno sia lasciato indietro. Ha avuto attenzione per gli ultimi, per gli invisibili, di cui si è fatto prossimo; testimone dell’incontro e della fraternità, contro la cultura dello scarto».
Bergoglio, sottolineano, «è stato un amico dei rifugiati, a cui ha sempre espresso e manifestato la sua vicinanza, e di cui ha sempre difeso i diritti e la dignità; non numeri ma persone, volti, storie, fratelli da accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Ha percorso le vie della loro sofferenza a Lampedusa, a Lesbo, nelle terre da cui fuggono – ricordano -. Ha ascoltato il grido di dolore di quanti vivono gli orrori della guerra e invitato tutti noi a farlo concretamente facendo tacere le armi. Ha aperto loro le porte e spronato le comunità religiose a fare altrettanto».
Il presidente del Centro Astalli padre Camillo Ripamonti ricorda le sue parole nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium: «”Accompagnare chi è rimasto al bordo della strada”. Papa Francesco ci ha ricordato questo nel suo pontificato. L’incontro e l’ascolto di chi è stato escluso, di chi vive le periferie esistenziali, restituisce dignità: guardare negli occhi, toccare le ferite. I rifugiati, verso i quali Papa Francesco ha sempre avuto grande attenzione, sono quella “carne di Cristo” la cui accoglienza apre la speranza a un futuro di pace».
Dalla struttura dei Gesuiti evidenziano, ancora, che per Francesco «il dialogo tra le persone, tra religioni e tra culture è la strada da seguire per la costruzione di vie di pace e di riconciliazione, di ponti, fondati sulla stabilità sociale, sulla mutua comprensione, sulla cura dell’altro e sulla fratellanza umana. Possano le sue parole e i suoi insegnamenti continuare a guidarci nell’attraversare le sfide del mondo – è l’auspicio -. A lui va il nostro pensiero e il nostro grazie. Custodiamo nella memoria del cuore, tutti noi, operatori, volontari e rifugiati, i ricordi indelebili della sua visita alla mensa del Centro Astalli nel settembre del 2013 e delle tante occasioni in cui ha voluto incontrare le persone rifugiate. Oggi – concludono – ci sentiamo più soli, ma il nostro conforto sta nella speranza che non delude. Nel suo esempio e nel suo ricordo continueremo a tendere la mano ai rifugiati e a camminare insieme al loro fianco, contro la globalizzazione dell’indifferenza, in nome del bene comune».
23 aprile 2025
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