Giovedì 24 Aprile 2025 17:04
Papa Francesco: in migliaia in coda per l’addio


Oltre 61mila i fedeli che hanno già sostato davanti alla tomba del pontefice. Da piazza Risorgimento il corridoio transennato allestito dalla Protezione civile. Attesi per i funerali 200mila persone. Allestiti due maxischermi
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Una prima idea del flusso inarrestabile di persone dirette a San Pietro per rendere omaggio a Papa Francesco lo si ha già da via Ottaviano angolo via Giulio Cesare. All’uscita della metro, l’area pedonale è un fiume di gente. La Sala stampa vaticana ha comunicato che secondo le autorità competenti, dalle 11 di mercoledì 23 aprile alle 13 di giovedì 24, più di 61mila fedeli hanno già sostato un istante in preghiera davanti alla bara del vescovo di Roma collocata nella basilica vaticana ai piedi dell’altare della Confessione. Per agevolare il transito, la Protezione civile – che distribuisce acqua a chi è in attesa da ore – ha allestito un corridoio transennato che, partendo da piazza Risorgimento, devia leggermente a destra. La fila inizia dall’altezza del varco di Porta Rosa, il monumentale ingresso allo Stato della Città del Vaticano che affaccia su piazza Risorgimento.
Per il giorno dei funerali, sabato 26 aprile, sono attese 200mila persone. Per chi non avrà la possibilità di accedere alla piazza due maxischermi sono già stati installati in via di Porta Angelica. Uno all’inizio e uno all’altezza di Porta Sant’Anna. Tra chi fa il percorso a ritroso dirigendosi verso la metro c’è don Lorenzo Bellini, della parrocchia Santa Maria Assunta di Cologno al Serio, diocesi di Bergamo, con 46 adolescenti del gruppo delle cresime. «Abbiamo fatto un’uscita di due giorni ad Assisi – dice -. Era prevista anche la visita a Roma per il Giubileo. Non abbiamo voluto cambiare i programmi e siamo venuti a salutare il Papa e a fare una preghiera per lui». Per la maggior parte dei ragazzi era la prima volta nella basilica di San Pietro e si sono detti «molto stupiti della sua maestosità – prosegue il sacerdote -. Escluso il corridoio centrale che porta all’altare della Confessione, le navate laterali erano pressoché vuote, solo persone che escono dopo l’omaggio al Papa».
In attesa di entrare in basilica c’è invece Paola, commessa romana. Lavora nei pressi del Vaticano e appena terminato il turno è «corsa» a San Pietro. «Sono già venuta ieri mattina ma non sono riuscita ad entrare – racconta -. Ho atteso fino alle 13 ma ieri lavoravo di pomeriggio e sono stata costretta ad andare via. Oggi non mi muovo di qua fino a quando non avrò salutato Francesco. È una perdita enorme – prosegue -. Il suo sorriso, i suoi “buongiorno” e “buon pranzo” mancheranno. È stato il Papa di tutti. porterò dentro per sempre il suo invito a non avere paura e di affidarsi a Gesù in qualsiasi situazione».
Sedute sui gradoni a largo del Colonnato ci sono Giuliana e la nipote 18enne Giordana. Sono appena uscite dalla basilica e si stanno riposando prima di tornare a casa, in zona Cassia. «Poter vedere e salutare il Papa è stata una emozione indescrivibile – dice Giuliana -. Per noi è stato fratello, padre, nonno. Ho visto tanti pontefici nella mia vita ma lui è stato umano, vicino ai poveri. Come me è cresciuto in una famiglia modesta e chi nasce in un contesto umile lo resta per sempre. Spero che il prossimo Papa raccolga la sua eredità. Mi piacerebbe fosse italiano». Per Giordana «è la stessa cosa, chi è buono dentro lo è sia se è italiano sia se non lo è. L’auspicio è che prosegua l’opera iniziata da Francesco». Il Papa argentino le ha insegnato «la libertà, il rispetto per le persone, l’amore». C’era un consiglio che Bergoglio dava spesso ai fidanzati, quello di non andare mai a dormire senza aver fatto la pace. Giordana lo estende a qualsiasi relazione. «Non andare a letto senza riconciliarsi è la lezione che mi porterò per sempre».
Seduta accanto a loro c’è Domenica. È di Chieti, è partita da Lanciano alle 6.30 di questa mattina e ripartirà in serata. «Non volevamo mancare – afferma -. Ritrovarsi davanti alla sua bara è stato molto commovente». Sono infiniti i momenti che le vengono in mente pensando a Francesco. «I suoi appelli per la pace, la sua semplicità, il desiderio di stare tra la gente fino all’ultimo – dichiara -. Speriamo che ciò che ha seminato non vada disperso». Paola e Vincenzo si abbracciano. Sono appena usciti dalla basilica e si dicono «ancora increduli. Era palese che non stesse bene ma speravamo di avere più tempo per ascoltare le sue parole. Si sono sposati nel settembre 2017, un anno e mezzo dopo la pubblicazione di Amoris laetitia. «L’abbiamo approfondita con il nostro sacerdote – spiegano -. È una carezza dell’anima perché parla anche di noi. Il Papa non dimentica nessuna fatica familiare, compreso il lavoro precario, condizione in cui ci troviamo. E poi spesso, se bisticciamo, ci ricordiamo della “tenerezza” dell’abbraccio, soprattutto per tutelare i bambini e non farli assistere ai musi lunghi tra mamma e papà».
24 aprile 2025
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