Lunedì 5 Maggio 2025 14:05
Black Points: la beffa dell'incidente su Canale della Lingua. Da oggi lavori solo di notte
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Roma e il traffico, una storia infinita. Basta poco per far saltare gli equilibri già precari della viabilità cittadina, ma quando si aggiungono cantieri mal gestiti e incroci pericolosi, le conseguenze si fanno subito sentire.
È il caso dell’incrocio tra via Cristoforo Colombo e via Canale della Lingua, nel quadrante sud della Capitale, da anni segnalato come uno dei più critici dal punto di vista della sicurezza stradale.
Nelle scorse settimane, per motivi di sicurezza,
l’intersezione è stata oggetto di un cantiere avviato per mettere finalmente in sicurezza uno dei cosiddetti black point di Roma.
Ma, come spesso accade, la soluzione è diventata essa stessa un problema: rallentamenti, ingorghi e persino un nuovo incidente avvenuto poche ore dopo la riapertura parziale hanno riacceso la polemica tra cittadini, pendolari e forze dell’ordine.
Non è un’esagerazione: dal 2014 ad oggi, in quel punto si sono verificati 170 incidenti con 196 feriti. Numeri impressionanti, che spiegano perché l’area sia stata inserita tra i “nodi critici” della mobilità romana.
Si tratta di una zona di passaggio obbligato per chi si muove tra il centro città e il litorale di Ostia, un flusso quotidiano che coinvolge residenti, lavoratori, studenti e turisti.
Proprio per cercare di migliorare la sicurezza dell’incrocio, lo scorso aprile è stato avviato un intervento infrastrutturale.
Ma, anziché migliorare le cose, la gestione del cantiere ha generato ulteriore disordine: file chilometriche, automobilisti esasperati e trasporto pubblico deviato o rallentato. Il paradosso è servito.
A seguito delle segnalazioni e dell’incidente del 30 aprile — avvenuto pochi minuti dopo la riapertura parziale dell’incrocio — la Polizia Locale di Roma Capitale è intervenuta con un provvedimento deciso: i lavori devono proseguire solo in orario notturno, dalle 21:00 alle 6:00 del mattino, per limitare l’impatto sul traffico diurno.
Un segnale chiaro: la priorità deve essere quella di ridurre al minimo i disagi e restituendo quanto prima la piena funzionalità a un’arteria fondamentale del quadrante sud della città.
Resta però un interrogativo: perché si è arrivati a questo punto solo dopo l’ennesimo incidente?
E soprattutto, perché ancora oggi nella Capitale mancano una pianificazione e una comunicazione adeguata ogni volta che si apre un cantiere?
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