Mercoledì 7 Maggio 2025 15:05
L’elezione del Papa, tra storia e curiosità


Roberto Regoli, docente di Storia contemporanea alla Gregoriana, ricostruisce il percorso che ha portato al Conclave. Il primo a Viterbo alla fine del XIII: il più lungo della storia, dal novembre 1268 al 1° settembre 1271
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L’elezione del Papa, tra storia e curiosità
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Si apre oggi pomeriggio, 7 maggio, il Conclave chiamato ad eleggere il 267° pontefice della Chiesa. Ma quando e dove è nato il Conclave come lo conosciamo oggi? Lo abbiamo chiesto a don Roberto Regoli, docente di storia contemporanea alla Pontificia Università Gregoriana. «L’elezione riservata ai cardinali risale all’XI secolo, mentre il Conclave nasce a Viterbo alla fine del XIII. È anche il più lungo della storia, perché durò dal novembre 1268 al 1° settembre 1271 e si concluse con l’elezione di Gregorio X».
Tuttavia, nel corso del tempo il modo di eleggere il Papa non è stato sempre lo stesso.
Esattamente, non c’è stato solo lo scrutinio come oggi. C’erano altre due forme di elezione. La prima per compromesso: i diversi capi fazione si accordavano e poi il Papa veniva eletto con il concorso di tutti i cardinali; la seconda era simile all’acclamazione. Ma soltanto lo scrutinio segreto garantiva l’autonomia e l’indipendenza dei singoli cardinali, in modo da assumersi la responsabilità personale esprimendo una preferenza. C’era un ulteriore meccanismo, legato alle preferenze: i cardinali potevano esprimerne una seconda, attraverso il cosiddetto accesso, deponendo un’altra scheda in un luogo separato. Tali schede venivano prese in considerazione nel caso in cui con la prima preferenza non si fosse raggiunto il quorum. Però era un meccanismo molto complesso che è caduto in disuso.
Esattamente, non c’è stato solo lo scrutinio come oggi. C’erano altre due forme di elezione. La prima per compromesso: i diversi capi fazione si accordavano e poi il Papa veniva eletto con il concorso di tutti i cardinali; la seconda era simile all’acclamazione. Ma soltanto lo scrutinio segreto garantiva l’autonomia e l’indipendenza dei singoli cardinali, in modo da assumersi la responsabilità personale esprimendo una preferenza. C’era un ulteriore meccanismo, legato alle preferenze: i cardinali potevano esprimerne una seconda, attraverso il cosiddetto accesso, deponendo un’altra scheda in un luogo separato. Tali schede venivano prese in considerazione nel caso in cui con la prima preferenza non si fosse raggiunto il quorum. Però era un meccanismo molto complesso che è caduto in disuso.
E invece come si eleggeva il Papa prima del Conclave?
C’era un coinvolgimento del clero di Roma che sceglieva il proprio vescovo. C’era anche una minima partecipazione del popolo, ma era più che altro coreografica, con l’acclamazione finale. Al collegio dei presbiteri si aggiunse poi il ruolo delle famiglie aristocratiche, quando il Papato cominciò ad avere un’importanza non solo religiosa ma anche civile. Dal IV secolo, quando Teodosio con l’editto di Tessalonica proclamò il cristianesimo religione di Stato, la compagine imperiale ebbe sempre più interesse agli avvenimenti della Chiesa e di conseguenza l’imperatore dava il suo assenso all’elezione. Con lo spostamento della Capitale a Bisanzio, tale consenso, sempre in nome dell’imperatore, veniva espresso dall’esarca di Ravenna. La decisione di riservare ai cardinali l’elezione del Papa andò proprio nella direzione di evitare, o almeno limitare, le ingerenze laiche.
C’era un coinvolgimento del clero di Roma che sceglieva il proprio vescovo. C’era anche una minima partecipazione del popolo, ma era più che altro coreografica, con l’acclamazione finale. Al collegio dei presbiteri si aggiunse poi il ruolo delle famiglie aristocratiche, quando il Papato cominciò ad avere un’importanza non solo religiosa ma anche civile. Dal IV secolo, quando Teodosio con l’editto di Tessalonica proclamò il cristianesimo religione di Stato, la compagine imperiale ebbe sempre più interesse agli avvenimenti della Chiesa e di conseguenza l’imperatore dava il suo assenso all’elezione. Con lo spostamento della Capitale a Bisanzio, tale consenso, sempre in nome dell’imperatore, veniva espresso dall’esarca di Ravenna. La decisione di riservare ai cardinali l’elezione del Papa andò proprio nella direzione di evitare, o almeno limitare, le ingerenze laiche.
Il Conclave peraltro non si è tenuto sempre nella Sistina.
Certamente. Si è fatto nella Cappella Paolina, al Quirinale, in altri luoghi di Roma e d’Italia. In linea di massima, si celebrava nel posto in cui moriva il Papa.
Certamente. Si è fatto nella Cappella Paolina, al Quirinale, in altri luoghi di Roma e d’Italia. In linea di massima, si celebrava nel posto in cui moriva il Papa.
Una curiosità: come nasce la fumata?
Mi dispiace togliere, forse, un po’ di poesia ma è una storia molto banale: le schede dello scrutinio andavano distrutte senza lasciare traccia e il miglior modo era semplicemente bruciarle. Ma l’attesa della fumata nasce solo nel secondo Ottocento e la distinzione tra nera e bianca solo all’inizio del Novecento, perché il modo tradizionale di annunciare l’avvenuta elezione del Papa era il suono delle campane.
Mi dispiace togliere, forse, un po’ di poesia ma è una storia molto banale: le schede dello scrutinio andavano distrutte senza lasciare traccia e il miglior modo era semplicemente bruciarle. Ma l’attesa della fumata nasce solo nel secondo Ottocento e la distinzione tra nera e bianca solo all’inizio del Novecento, perché il modo tradizionale di annunciare l’avvenuta elezione del Papa era il suono delle campane.
Una delle novità di questo Conclave è il numero degli elettori: si tornerà al limite dei 120 o il superamento di tale numero è destinato a diventare prassi, considerando l’universalità, la cattolicità della Chiesa?
Già Giovanni Paolo II superò il numero di 120, anche se poi al momento del Conclave erano scesi sotto quel limite. Papa Francesco non ha dato alcuna deroga ma i cardinali hanno preso atto che il numero era stato superato e tutti avevano diritto di eleggere il nuovo pontefice. Da una parte rispecchia la diffusione della Chiesa, dall’altra, però, penso che più si allarga il collegio, più c’è il rischio di complicare le cose e di veder diminuire la responsabilità personale dei singoli candidati.
Già Giovanni Paolo II superò il numero di 120, anche se poi al momento del Conclave erano scesi sotto quel limite. Papa Francesco non ha dato alcuna deroga ma i cardinali hanno preso atto che il numero era stato superato e tutti avevano diritto di eleggere il nuovo pontefice. Da una parte rispecchia la diffusione della Chiesa, dall’altra, però, penso che più si allarga il collegio, più c’è il rischio di complicare le cose e di veder diminuire la responsabilità personale dei singoli candidati.
7 maggio 2025
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