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Giovedì 8 Maggio 2025 11:05

L’Ue a Israele: «Gli aiuti non siano strumento di guerra»



L'Unione europea richiama al rispetto del diritto umanitario e internazionale, ribadendo l'appello «per la ripresa del cessate il fuoco e il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi»

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«Da oltre due mesi non arrivano rifornimenti umanitari a Gaza. Si tratta della chiusura più lunga che la Striscia abbia mai dovuto affrontare ed è motivo di grave preoccupazione». Ieri, 7 maggio, l’Alto rappresentante Ue per la politica estera Kaja Kallas, e le commissarie Dubravka Šuica e Hadja Lahbib sono intervenute sulla difficile situazione umanitaria a Gaza. Le agenzie delle Nazioni Unite, tra cui il Wfp e l’Unrwa, riferiscono che «le scorte alimentari sono ormai esaurite e la maggior parte delle famiglie non ha accesso ad acqua potabile. Sono ripresi i saccheggi dei magazzini. Gli operatori umanitari continuano ad avvertire che la fame si sta diffondendo e aggravando nell’enclave».

In questa situazione, l’Unione europea ribadisce il suo «appello urgente a Israele affinché revochi immediatamente il blocco su Gaza. Tonnellate di aiuti, che rappresentano scorte per 3 mesi per la popolazione di 2,2 milioni di persone, sono in attesa al confine. Una volta revocato il blocco, la situazione nutrizionale potrebbe migliorare molto rapidamente. In quanto potenza occupante, Israele è obbligata, in base al diritto internazionale, a garantire che gli aiuti umanitari raggiungono la popolazione bisognosa».

Il messaggio, rimarcano le referenti Ue, è chiaro: «Gli aiuti umanitari non devono mai essere politicizzati o militarizzati. L’uso degli aiuti come strumento di guerra è vietato dal diritto internazionale umanitario. Gli aiuti devono raggiungere i civili bisognosi. L’Ue esorta inoltre Israele ad agire sulla base delle proposte delle Nazioni Unite nell’ambito del meccanismo 2720 e a garantire il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario e dei principi fondamentali dell’azione umanitaria – umanità, imparzialità, neutralità e indipendenza – attraverso un dialogo costruttivo con le Nazioni Unite e le ong designate».

Ancora, l’Unione europea ribadisce il suo appello «per la ripresa del cessate il fuoco e il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi, che porti alla fine definitiva delle ostilità. L’Ue ribadisce il suo incrollabile sostegno al popolo palestinese».

8 maggio 2025

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