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Venerdì 9 Maggio 2025 12:05

Leone XIV ai cardinali: «Sparire perché rimanga Cristo»

Leone XIV messa ai cardinali nella cappella Sistina, 9 maggio 2025
Leone XIV messa ai cardinali nella cappella Sistina, 9 maggio 2025
Il Papa ha presieduto la Messa con i porporati che lo hanno eletto e con gli altri presenti a Roma, nella Cappella Sistina. «Anche per noi, è essenziale ripetere: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Nel rapporto personale con Lui e come Chiesa»

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Leone XIV messa ai cardinali nella cappella Sistina, 9 maggio 2025
Leone XIV messa ai cardinali nella cappella Sistina, 9 maggio 2025
La Chiesa ha il compito «inscindibile» di custodire il dono della salvezza e di annunciarlo in un mondo dove la fede è marginalizzata e Cristo è spesso «ridotto solamente a una specie di leader carismatico o di superuomo, e ciò non solo tra i non credenti, ma anche tra molti battezzati, che finiscono così col vivere, a questo livello, in un ateismo di fatto». La centralità di Gesù nella vita della Chiesa e l’impegno dei ministri a «sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato, spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo», i punti cardine della prima omelia di Papa Leone XIV. «Dio mi dia questa grazia, oggi e sempre – ha affermato nella Cappella Sistina, dove ha presieduto oggi, 9 maggio, la Messa pro ecclesia con i 132 cardinali elettori e con quelli presenti a Roma -, con l’aiuto della tenerissima intercessione di Maria Madre della Chiesa».

Prima di pronunciare l’omelia, il pontefice si è rivolto ai porporati a braccio e in inglese, sua lingua madre. Si è detto certo di poter contare su ognuno di loro per camminare insieme come Chiesa per annunciare la Buona Novella. Sotto le volte affrescate da Michelangelo, Papa Prevost ha ricordato il predecessore, Francesco, il quale ha insegnato che «siamo chiamati a testimoniare la fede gioiosa in Gesù Salvatore». Il Vangelo proclamato durante la celebrazione è stato quello della professione di fede e del primato di Pietro tratto da Matteo. Citando le parole della pericope, Leone XIV ha osservato che «anche per noi, è essenziale ripetere: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. È essenziale farlo prima di tutto nel nostro rapporto personale con Lui, nell’impegno di un quotidiano cammino di conversione. Ma poi anche, come Chiesa, vivendo insieme la nostra appartenenza al Signore e portandone a tutti la Buona Notizia. Dico questo prima di tutto per me, come Successore di Pietro, mentre inizio questa mia missione di Vescovo della Chiesa che è in Roma, chiamata a presiedere nella carità la Chiesa universale».

Nel dialogo con Pietro, Gesù chiede chi la gente pensava che fosse il Figlio dell’uomo. «Non è una questione banale – ha riflettuto il Papa -, anzi riguarda un aspetto importante del nostro ministero: la realtà in cui viviamo, con i suoi limiti e le sue potenzialità, le sue domande e le sue convinzioni». Ha quindi messo a confronto due atteggiamenti, due risposte: quella «del mondo» e poi la «possibile risposta della gente comune», ieri come oggi. Nel mondo contemporaneo, proprio come in quello ai tempi di Cesarea di Filippo, «non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda – ha affermato -, per persone deboli e poco intelligenti; contesti in cui a essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere. Si tratta di ambienti in cui non è facile testimoniare e annunciare il Vangelo e dove chi crede è deriso, osteggiato, disprezzato, o al massimo sopportato e compatito. Eppure, proprio per questo, sono luoghi in cui urge la missione, perché la mancanza di fede porta spesso con sé drammi quali la perdita del senso della vita, l’oblio della misericordia, la violazione della dignità della persona nelle sue forme più drammatiche, la crisi della famiglia e tante altre ferite di cui la nostra società soffre e non poco». Per la gente comune, invece, Gesù «non è un “ciarlatano” – ha proseguito – è un uomo retto, uno che ha coraggio» ma è «solo un uomo, e perciò, nel momento del pericolo, durante la Passione, anch’essi lo abbandonano e se ne vanno, delusi».

Per Leone XIV, «colpisce, di questi due atteggiamenti, la loro attualità. Essi incarnano infatti idee che potremmo ritrovare facilmente – magari espresse con un linguaggio diverso, ma identiche nella sostanza – sulla bocca di molti uomini e donne del nostro tempo».

9 maggio 2025

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