Mercoledì 4 Giugno 2025 12:06
8xmille: «Delusione» di Zuppi per la scelta del governo


Il motivo è la decisione di «modificare in modo unilaterale le finalità e le modalità di attribuzione». Per il presidente dei vescovi, «va contro la realtà pattizia dell'accordo», falsandone la logica
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«Esprimo delusione per la scelta del governo di modificare in modo unilaterale le finalità e le modalità di attribuzione dell’8×mille di pertinenza dello Stato». Non usa mezzi termini il presidente dei vescovi Matteo Zuppi, intervenuto ieri pomeriggio, 3 giugno, nella sua Bologna al convegno nazionale “1985-202. Quarant’anni di sostentamento del clero: ieri, oggi e domani”, promosso dall’Istituto centrale per il Sostentamento del clero a quarant’anni dalla legge n. 222/1985 che ha riformato i rapporti tra Stato e Chiesa, superando il sistema della congrua e dei benefici ecclesiastici.
Per il cardinale, si tratta di una decisione, da parte dell’esecutivo, che «va contro la realtà pattizia dell’accordo stesso, ne sfalsa oggettivamente la logica e il funzionamento, creando una disparità che danneggia sia la Chiesa cattolica che le altre confessioni religiose firmatarie delle intese con lo Stato». Il porporato ha ricordato che questa fonte di risorse «ci permette di essere vicini alle esigenze delle persone e a coloro che sentiamo più vicini alle nostre preoccupazioni, nella lotta alla povertà, nell’educazione, nelle tante emergenze in Italia e nel mondo». Nelle parole di Zuppi, è «una parte importante del nostro sforzo, per tutti. Restiamo comunque fiduciosi – non è soltanto perché è il Giubileo della speranza, ma ne siamo convinti – nella composizione del contenzioso, nel rispetto delle finalità proprie per le quali il meccanismo dell’8×mille è stato istituito e che non possono essere modificate, se non di comune accordo».
Ribadendo la «delusione per la scelta del governo», il presidente Cei ribadisce: «Non ci interessano i soldi, ci interessano i poveri»; e il venir meno di certe risorse «oggettivamente vuole dire probabilmente poter fare meno cose; poi la Chiesa è una madre e come certe madri sono capaci di tirar fuori qualunque cosa pur di dare ciò che serve ai propri figli, faremo anche noi così. Non vogliamo privilegi». Zuppi non ha dubbi: «I diritti sono diritti e se si cambiano lo si deve fare in una scelta di diritti». In gioco c’è la libertà della Chiesa di «continuare a essere una madre che non fa mancare le risposte spirituali, attraverso la sua presenza, e materiali, con tante attività, con quel di più che è il volontariato e la gratuità che è un valore aggiunto che la Chiesa ha». L’esortazione allora è a «non metterci nella difficoltà», per esempio sul fronte della lotta alle dipendenze: «Costiamo poco».
Inevitabile il riferimento al tema della trasparenza, emersa come indicazione anche nell’ambito del Cammino sinodale. «Credo che sia importantissima. Non soltanto in negativo ma anche molto in positivo. Amministrarci bene è importante, perché ne va anche dalla nostra immagine, perché siamo visti, come siamo in realtà, una cosa sola, perché siamo la Chiesa e quindi abbiamo una responsabilità». Dando quindi il benvenuto ai partecipanti al convegno, il presidente dei vescovi mette l’accento sul «senso di responsabilità» necessario circa gli Istituti diocesani per il sostentamento del clero, anche «guardando al futuro, per chi verrà dopo di noi; credo che sia uno sforzo che ha molto a che vedere con il nostro Cammino sinodale», visto che «gli Istituti da sempre devono camminare insieme».
Ancora, riferendosi al sistema che «doveva garantire solidarietà e libertà», con la partecipazione dei cittadini, il cardinale lo definisce «uno snodo importantissimo anche per la libertà della Chiesa». Una «visione» che è importante mantenere, anche se, «come tutte le cose, necessita di manutenzione. Abbiate coraggio – l’esortazione finale -, la vostra preoccupazione è di guadagnare in efficacia. Guardiamo al futuro e se serve unire degli Istituti, non abbiamo paura; non ci perdiamo, ci guadagniamo. Va fatto ovviamente con tutta l’attenzione e l’equilibrio, ma anche guardando il futuro e non soltanto conservando il passato».
4 giugno 2025
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