Venerdì 6 Giugno 2025 17:06
L’Ars plumaria: viaggio tra Mesoamerica, barocco e contemporaneità
L’Ars plumaria: viaggio tra Mesoamerica, barocco e contemporaneità
L’ars plumaria era un’antica arte mesoamericana, nota anche come amantecayotl, che si sviluppò soprattutto nel territorio dell’attuale Messico. Nella cultura mesoamericana, le piume non avevano solo un valore estetico: erano ritenute dotate di poteri soprannaturali. Per questo venivano spesso utilizzate per ornare gli abiti e gli oggetti cerimoniali dei sacerdoti e dei guerrieri, trasmettendo potere […]
L’Ars plumaria: viaggio tra Mesoamerica, barocco e contemporaneità
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L’Ars plumaria: viaggio tra Mesoamerica, barocco e contemporaneità
L’ars plumaria era un’antica arte mesoamericana, nota anche come amantecayotl, che si sviluppò soprattutto nel territorio dell’attuale Messico.
Nella cultura mesoamericana, le piume non avevano solo un valore estetico: erano ritenute dotate di poteri soprannaturali. Per questo venivano spesso utilizzate per ornare gli abiti e gli oggetti cerimoniali dei sacerdoti e dei guerrieri, trasmettendo potere e protezione.
Gli artigiani delle piume, chiamati amantecas, erano veri e propri maestri nella selezione e nell’uso delle piume, che venivano raccolte nelle foreste tropicali mesoamericane grazie a complesse reti di scambio. Essi appartenevano a vere e proprie corporazioni professionali, dotate di privilegi, come l’esenzione dalle tasse e dai lavori pubblici.
Il missionario francescano Bernardino de Sahagún fu tra i primi a documentare approfonditamente la cultura mesoamericana. Nei suoi scritti si trova un elenco dettagliato delle specie di uccelli utilizzate per l’ars plumaria: si contano almeno cinquantadue specie di colibrì, le cui piume venivano impiegate dagli artigiani. Le piume venivano tagliate secondo forme prestabilite, seguendo disegni preparatori realizzati su carta di agave.
![Bernardino de Sahagún (1499-1590) [Wikimedia Commons, PD]](https://www.appasseggioblog.it/wp-content/uploads/2025/06/Bernardino_de_Sahagun.jpg)
Bernardino de Sahagún (1499-1590) [Wikimedia Commons, PD]Dopo la conquista spagnola del Nuovo Mondo e l’arrivo degli evangelizzatori, l’ars plumaria si diversificò e trovò impiego in vari ambiti, divenendo simbolo del radicamento della nuova religione nei territori conquistati: dalla realizzazione di immagini religiose cattoliche destinate alla devozione privata, alla produzione di paramenti liturgici, ornamenti per altari e oggetti sacri utilizzati dai sacerdoti durante la celebrazione della Messa. Grazie al loro impatto visivo e simbolico, queste opere affascinarono profondamente i colonizzatori europei, che ne riconobbero il potenziale come strumento di evangelizzazione.. Pertanto, l’ars plumaria non fu più solo prerogativa delle botteghe artigiane che si tramandavano le tecniche da secoli ma si estese alle scuole gestite dai religiosi nei conventi.
In virtù della dimensione molto piccola delle piume, a partire dal XVI secolo i manufatti vennero definiti “mosaici di piume”. Ad oggi sono stati identificati circa 160 mosaici di piume in musei di tutto il mondo, di cui 20 conservati in collezioni italiane.
In occasione della visita alla mostra “Barocco globale (Roma, Scuderie del Quirinale, 4 aprile-13 luglio 2025) ho avuto occasione di ammirare diversi manufatti realizzati con questa tecnica.
![Mitra di San Carlo, Milano, Museo del Duomo [Foto realizzata da Maria Teresa Natale, in occasione della mostra Barocco Globale, Roma, Scuderie del Quirinale, 2025, CC BY]](https://www.appasseggioblog.it/wp-content/uploads/2025/06/Ars_plumaria_01.jpg)
Mitra di San Carlo, Milano, Museo del Duomo [Foto realizzata da Maria Teresa Natale, in occasione della mostra Barocco Globale, Roma, Scuderie del Quirinale, 2025, CC BY]Un esempio significativo è la mitra di Milano (o Mitra di San Carlo), realizzata su un’anima in carta di agave color avorio e tela di lino indaco ornata con piume multicolori di uccelli tropicali e ricami in filo metallico martellato e seta. Essa fu donata dal papa Pio V Ghislieri al nipote Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano dal 1565 al 1584. La mitra presenta un monogramma nel quale si riconoscono le lettere I ed M, simbolo di Gesù e Maria. Al centro della composizione si trova il crocifisso, in cima il Redentore benedicente.
![Mitra di San Carlo, Milano, Museo del Duomo [Foto realizzata da Maria Teresa Natale, in occasione della mostra Barocco Globale, Roma, Scuderie del Quirinale, 2025, CC BY]](https://www.appasseggioblog.it/wp-content/uploads/2025/06/Ars_plumaria_02.jpg)
Mitra di San Carlo, Milano, Museo del Duomo [Foto realizzata da Maria Teresa Natale, in occasione della mostra Barocco Globale, Roma, Scuderie del Quirinale, 2025, CC BY]Le composizioni erano spesso imitazioni di dipinti o incisioni europee, ma realizzate con tecniche indigene mesoamericane. Questa fusione tra arte europea e tecniche locali dà origine a uno stile ibrido e originale.
![Parato da pontificale, Loreto, Museo Pontificio della Santa Casa [Foto realizzata da Maria Teresa Natale, in occasione della mostra Barocco Globale, Roma, Scuderie del Quirinale, 2025, CC BY]](https://www.appasseggioblog.it/wp-content/uploads/2025/06/Ars_plumaria_06.jpg)
Parato da pontificale, Loreto, Museo Pontificio della Santa Casa [Foto realizzata da Maria Teresa Natale, in occasione della mostra Barocco Globale, Roma, Scuderie del Quirinale, 2025, CC BY]Risalenti al XVII secolo sono le immagini devozionali realizzate in mosaico di piume e carta di rame, raffiguranti i santi Girolamo e Agostino nei loro studi pieni di codici. Si notino le striscette di carta dorata che impreziosiscono i dorsi dei libri e le aureole dei santi. Purtroppo col tempo si sono attenuati il colori e l’iridescenza delle piume. Alcuni documenti secenteschi indicano che questi oggetti furono inviati dal sacerdote Alexandro Flavián al gesuita Athanasius Kircher nel 1666.
![Parato da pontificale, Loreto, Museo Pontificio della Santa Casa [Foto realizzata da Maria Teresa Natale, in occasione della mostra Barocco Globale, Roma, Scuderie del Quirinale, 2025, CC BY]](https://www.appasseggioblog.it/wp-content/uploads/2025/06/Ars_plumaria_07.jpg)
Parato da pontificale, Loreto, Museo Pontificio della Santa Casa [Foto realizzata da Maria Teresa Natale, in occasione della mostra Barocco Globale, Roma, Scuderie del Quirinale, 2025, CC BY]E infine il parato da pontificale di fine XVII secolo – inizio XVIII secolo, di manifattura messicana, composto da una pianeta, una borsa, una mitra, una stola, un manipolo, oltre a una palla copricalice.

Parato da pontificale, Roma, Congregazione dell’Oratorio di Roma e Confederazione delle Congregazioni dell’Oratorio di Roma [Foto realizzata da Maria Teresa Natale, in occasione della mostra Barocco Globale, Roma, Scuderie del Quirinale, 2025, CC BY]Si noti l’incredibile tecnica. lo sfondo è costituito da una miriade di gruppetti di piume bianche cucite tra loro, a loro volta cucite su una tela di lino bianco. Al di sopra di questa base è stata apposta la decorazione floreale (viole, garofani, rose, ibiscus), anch’essa costituita da coloratissime piume provenienti dalle livree di uccelli tropicali allevati nel Chiapas, in Honduras e nel Guatemala.
![Parato da pontificale, Roma, Congregazione dell'Oratorio di Roma e Confederazione delle Congregazioni dell'Oratorio di San Filippo Neri [Foto realizzata da Maria Teresa Natale, in occasione della mostra Barocco Globale, Roma, Scuderie del Quirinale, 2025, CC BY]](https://www.appasseggioblog.it/wp-content/uploads/2025/06/Ars_plumaria_05.jpg)
Parato da pontificale, Roma, Congregazione dell’Oratorio di Roma e Confederazione delle Congregazioni dell’Oratorio di San Filippo Neri [Foto realizzata da Maria Teresa Natale, in occasione della mostra Barocco Globale, Roma, Scuderie del Quirinale, 2025, CC BY]Molti artisti contemporanei hanno recuperato l’uso delle piume come materiale artistico per creare opere tridimensionali, installazioni, performance o sculture. Le piume vengono spesso utilizzate per evocare temi legati all’identità, alla memoria culturale, alla spiritualità e alla natura
L’ars plumaria ha avuto un revival anche nel mondo della moda. Piume vere o sintetiche sono protagoniste di abiti haute couture e costumi scenici. Case di moda come Chanel, Dior, Alexander McQueen e altri hanno spesso collaborato con artigiani specializzati in piume, come la maison Lemarié, una delle poche ancora attive a Parigi. Le piume vengono utilizzate per decorare cappelli, abiti, borse, scarpe e accessori, spesso con richiami all’eleganza vintage degli anni Venti e Trenta, ma anche con approcci più moderni e concettuali, come nel caso di Dolce & Gabbana che hanno esposto questo splendido abito composto da corsetto e gonna ricamata con piume coloratissime nella mostra “Dal Cuore alle Mani” (Roma: Palazzo delle Esposizioni, 14 maggio-13 agosto 2025).
![Dolce & Gabbana Alta Moda, Lago di Como Collection [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]](https://www.appasseggioblog.it/wp-content/uploads/2025/06/Dolce_e_Gabbana.jpg)
Dolce & Gabbana Alta Moda, Lago di Como Collection [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
L’ars plumaria è presente anche nella cultura performativa contemporanea, specialmente in contesti legati al drag, al burlesque, e alle performance queer, dove le piume sono simbolo di trasformazione, eccesso e libertà espressiva. In questo caso, le piume qui si caricano di significati socio-politici: identità fluide, rivendicazione corporea e rottura degli stereotipi di genere.
Ma l’uso delle piume, nel contesto attuale, solleva interrogativi etici. Molti artisti e designer scelgono alternative cruelty-free (come piume sintetiche o piume raccolte naturalmente), oppure creano opere che denunciano la distruzione della biodiversità e il maltrattamento animale.
Infine, l’interesse per le tradizioni artigianali ha riportato l’attenzione sull’ars plumaria come patrimonio culturale da valorizzare, non solo da “reinventare”. Alcuni artisti indigeni contemporanei, ad esempio in Brasile, in Nuova Zelanda o negli Stati Uniti, utilizzano le piume per riaffermare identità culturali e resistere alla colonizzazione culturale.
[Maria Teresa Natale]
Per approfondire:
- Barocco globale: il mondo a Roma nel secolo di Bernini, a cura di Francesca Cappelletti e Francesco Freddolini (Catalogo della mostra, Roma, Scuderie del Quirinale, 4 aprile-13 luglio 2025, Milano: Electa, 2025)
L’Ars plumaria: viaggio tra Mesoamerica, barocco e contemporaneità