Sabato 7 Giugno 2025 08:06
Disagio giovanile, lo sport come fattore di inclusione


La manifestazione "Tutto in tutti" a Santa Croce: la Messa presieduta da Reina e il dibattito con Abodi, Manto e Rullo
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Si passano il microfono e si scambiano sguardi di affetto mentre raccontano la propria storia. Nelle loro voci si sente il peso di anni difficili. Ma il peggio, dicono, se lo sono lasciati alle spalle. Si definiscono una «famiglia». È questo il segreto della loro rinascita: farsi forza a vicenda grazie al sostegno di una comunità che si prende cura di loro. Sono i ragazzi e le ragazze che venerdì sera hanno portato la loro testimonianza alla manifestazione “Tutto in tutti”, promossa da Medinext e sostenuta della diocesi di Roma.
L’iniziativa, che si è tenuta nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme, è stata organizzata per costruire reti territoriali e proporre nuovi percorsi terapeutici e riabilitativi per i giovani con disagio o dipendenze, attraverso lo sport e l’inclusione lavorativa. Tra gli altri, presenti il cardinale vicario Baldo Reina, che ha celebrato la Messa, il ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi, il vicario episcopale per la Pastorale della salute della diocesi di Roma monsignor Andrea Manto, e Santo Rullo, psichiatra fondatore di “Crazy for football”.
«Tutto in tutti – ha spiegato il cardinale nell’omelia – significa che dobbiamo farci carico del disagio più o meno grave, visibile e invisibile». Da qui il suo invito ad «avere uno guardo libero» per riconoscere di «avere bisogno dell’altro». Da quando Dio si è fatto uomo, «siamo diventati tutti fratelli», ha sottolineato il porporato, ricordando il monito di Gesù a Pietro: “Quando sarai vecchio tenderai le tue mani e un altro ti vestirà”. Il Signore, ha spiegato Reina, ci ha dato un cuore «per rialzarci e per tendere la mano».
Tuttavia, ha aggiunto il porporato rievocando le parole di Papa Francesco a Lampedusa nel 2013, «viviamo in un tempo in cui sembra quasi che il nostro cuore si sia atrofizzato». Per il cardinale, troppo spesso, «non siamo più capaci di gesti spontanei e ci lasciamo prendere dalla frenesia, dagli interessi personali e da egoismi più o meno velati». Dimenticando «che la nostra vera grandezza è data dalla capacità di saper amare», e qui il porporato ha posto l’accento sui femminicidi degli ultimi giorni.
«Questa non è più umanità – ha detto -. Se non sappiamo amare, quale società pensiamo di costruire? Quali relazioni? Quale modello di scuola, di famiglia, di Chiesa?». Domande che vanno «dritte al mistero della vita», ha concluso Reina, esortando tutti a mettersi in cammino e affidando al Signore, alla Vergine e a santa Dinfna «coloro che vivono situazioni di grande disagio e sofferenza».
Sulla stessa scia il ministro Abodi, che ha invitato a usare sempre di più lo sport «come fattore di inclusione e di partecipazione», perché «aiuta a fare gruppo, a tirar fuori le capacità del singolo e oggettivamente rende un po’ più felici». Oltre all’aspetto della competizione e della fisicità, ha aggiunto Abodi, «c’è anche quello delle relazioni umane, che stiamo cercando di far emergere migliorando i luoghi e offrendo sempre nuove opportunità».
La manifestazione è iniziata alle 15. I partecipanti hanno varcato la Porta Santa della basilica di San Giovanni in Laterano e poi si sono spostati a Santa Croce in Gerusalemme, dove si è svolta una visita guidata a cura dell’amministratore parrocchiale monsignor Panfili. A seguire, è stata proiettata l’anteprima del docufilm “The madman coach”, di Carlo Liberatore.
Dopo la Messa, si è tenuto un momento di dibattito al quale hanno partecipato anche Manto e Rullo. Secondo lo psichiatra, «la salute mentale delle persone sta peggiorando perché sono in crisi le comunità, che invece sono terapeutiche per definizione». In questa prospettiva, Manto ha rimarcato l’importanza delle «relazioni umane, della vicinanza, della condivisione e della fraternità. Solo insieme – ha detto – possiamo prenderci cura delle persone che fanno più fatica a essere accolte e incluse».
7 giugno 2025
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