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Lunedì 9 Giugno 2025 12:06

Attentato in Colombia, i vescovi: «Sconvolti e indignati»



Il 7 giugno l'attacco al candidato alla presidenza Uribe Turbay da parte di un 15enne. La Conferenza episcopale: «Chiediamo ai colombiani di unirsi per non permettere che la violenza ci distrugga»

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Un ragazzo di 15 anni. Sarebbe lui il responsabile dell’attentato di sabato 7 giugno in Colombia, a Bogotá, nel quartiere Modelia, contro Miguel Uribe Turbay, pre-candidato alla presidenza della Repubblica del Centro democratico, il partito di destra fondato dall’ex presidente Álvaro Uribe, che lotta tra la vita e la morte. In una Capitale attonita, minacciata per un attimo dallo spettro di un passato non lontanissimo, in cui candidarsi a incarichi di guida nel Paese comportava rischi anche molto alti, a livello personale.

Ferma la presa di posizione dei vescovi, espressa in una nota della presidenza della Conferenza episcopale. «Sconvolti e indignati dal recente attentato perpetrato contro Miguel Uribe Turbay, candidato alla presidenza, condanniamo con veemenza ogni pratica violenta e omicida che miri a usurpare il dono prezioso e fondamentale della vita dei colombiani – si legge nel testo -. Chiediamo che gli autori intellettuali e materiali di questo attentato siano condannati dalla società e dal peso della legge. Ogni forma di violenza è condannabile e la violenza provocata, calcolata e utilizzata come strategia per generare caos, screditare o sterminare chi la contrasta è malvagia e perversa. Chiediamo a tutti i colombiani di unirsi per non permettere che la violenza ci distrugga come persone e come Paese; di guarire le ferite sociali, di rispettare e curare la vita come dono fondamentale e supremo, e di rispettare, curare e perfezionare la democrazia e le istituzioni», proseguono i vescovi.

Molte le ipotesi sull’attentato, spiega al Sir Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani, raggiunto a Bogotá. «Si fanno molte ipotesi, alcuni analisti guardano al terrorismo politico dell’ultradestra, alleata con il paramilitarismo. Proprio venerdì scorso, avevo parlato di questo rischio con il gesuita Javier Giraldo». Non mancano nemmeno le ipotesi opposte, che portano alle guerriglie ancora attive, a partire dall’Eln. «Questa settimana – anticipa Morsolin – lavorerò con 10mila accademici e attivisti, che giungono nella Capitale da tutto il continente per il Congresso latinoamericano di Scienze sociali. Sono state prese molte precauzioni, noi stranieri in questi giorni non scendiamo in strada o in piazza. Intanto, il presidente Petro ha sospeso la campagna elettorale per le primarie del prossimo autunno, in vista delle elezioni parlamentari e presidenziali del 2026».

9 giugno 2025

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