La nota diffusa dalla Conferenza episcopale messicana. «La maggioranza di chi è privo di documenti non delinque e contribuisce al bene delle comunità in cui vive e lavora»

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«Con dolore e preoccupazione seguiamo con attenzione la complicata situazione che si è venuta a creare a seguito delle a Los Angeles, in California, e che si sono estese ad altri luoghi, come San Francisco, in California e Austin, in Texas». È quanto si legge in una nota diffusa dalla Conferenza episcopale messicana (Cem), firmata dal vescovo Eugenio A. Lira Rugarcía (Matamoros-Reynosa), referente per la Mobilità umana, dal presidente Ramón Castro Castro, vescovo di Cuernavaca, e dal segretario generale Héctor M. Pérez Villarreal, vescovo ausiliare di Città del Messico.

I firmatari ricordano le parole dell’arcivescovo di Los Angeles José Gómez per ribadire che «se è vero che nessuno desidera la presenza di criminali nelle proprie comunità, è necessario distinguere che, sebbene alcuni migranti privi di documenti commettano atti criminali, non tutti i migranti privi di documenti sono criminali. Anzi – proseguono -, la grande maggioranza dei migranti privi di documenti contribuisce al bene delle comunità in cui vive e lavora. Questa necessaria distinzione, che permette di superare le confusioni che portano a commettere errori, consente di vedere chiaramente la realtà e di prendere decisioni adeguate a beneficio di tutti».

Per i presuli, la soluzione alla migrazione irregolare «richiede molteplici azioni congiunte. Tra queste, un sistema di immigrazione che permetta di fare le cose per bene, senza dover ricorrere ad altre vie che finiscono solo per complicare la vita di tutti». Quindi concludono: «Uniti a tutte le persone di buona volontà, specialmente a coloro che stanno soffrendo in questi momenti difficili, chiediamo a Dio che, per intercessione della Madre di Guadalupe, ci aiuti a comprendere che siamo tutti fratelli e a costruire insieme un mondo migliore».

11 giugno 2025

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