Martedì 24 Giugno 2025 10:06
Donne, sempre critico il rientro al lavoro dopo la maternità


A sottolinearlo è il 60% delle intervistate in un sondaggio effettuato da un centro studi Cisl cui hanno partecipato oltre mille residenti nel Lazio. La presentazione a Roma
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Nel Lazio 8 donne su 10 hanno un lavoro stabile, ma permangono difficoltà a conciliare vita privata e lavoro e, per il 60 per cento delle lavoratrici, il rientro dopo la maternità rimane un momento critico. È quanto emerge dal sondaggio “Lavoro di donna. La parola alle protagoniste”, realizzato online dal Centro studi Cisl Roma Faber a cui hanno partecipato oltre mille donne residenti nella regione Lazio, tra studentesse, lavoratrici e pensionate.
L’indagine è stata presentata il 23 giugno in occasione dell’evento “Donne al lavoro: pioniere di cambiamento, partecipazione, giustizia sociale”, che si è svolto nella sede del sindacato, a Roma, con la partecipazione di diverse esponenti politiche del Consiglio regionale, a iniziare dall’assessore alle Pari opportunità della Regione Lazio, Simona Baldassarre.
Per le donne nel Lazio «purtroppo non c’è ancora la possibilità di poter conciliare vita e lavoro in maniera serena – sottolinea il segretario generale Cisl Lazio, Enrico Coppotelli -. Troppo spesso il primo e il secondo figlio sono la rinuncia alle aspettative di una donna. Così si verifica molto spesso la rinuncia delle donne di poter intraprendere una carriera al pari degli uomini». Infatti, il rientro al lavoro dopo la maternità resta critico, e per oltre il 60 per cento è stato difficile (35,4 per cento “non molto facile”, 25,3 per cento “per nulla facile”). Invece, il 27,8 per cento lo ha trovato “facile” e appena il 6,3 per cento “molto facile”.
Al sondaggio hanno partecipato prevalentemente donne residenti nella Capitale (73,1 per cento) con un’età compresa tra i 41 e i 60 anni (74 per cento). Il 66,4 per cento ha figli, in particolare due (51,9 per cento) o uno solo (43 per cento). Il 46,2 per cento possiede un diploma di scuola media superiore, il 31,9 per cento è laureata e il 17,6 per cento ha conseguito un master, un dottorato o altri percorsi post-universitari. Tuttavia, solo il 59,8 per cento ritiene che il proprio titolo di studio sia coerente con il lavoro svolto.
Il Lazio «sta avviando importanti conquiste per le donne – ha proseguito il segretario Coppotelli -, anche e soprattutto grazie alla nostra organizzazione sindacale impegnata sulla conciliazione vita-lavoro e sul tema del gap salariale». Il lavoro full-time è largamente prevalente (84,6 per cento), mentre il part-time si ferma al 15,4 per cento. Il 70,1 per cento ricopre una posizione da impiegata, il 20,5 per cento da quadro e solo il 9,4 per cento ha un ruolo dirigenziale. Il 42,7 per cento lavora nello stesso settore da oltre 20 anni. A livello reddituale, il 31,6 per cento guadagna tra i 25.000 e i 30.000 euro annui, il 29,9 per cento tra i 30.000 e i 50.000 euro.
La conciliazione tra sfera privata e professionale è considerata “abbastanza rispettata” dal 41,9 per cento del campione, “non molto rispettata” dal 29,1 per cento, “rispettata” dal 17,9 per cento. Anche per questo, ha sottolineato il segretario Coppotelli, «la Cisl vuole confrontarsi con chi deve decidere, ovvero innanzitutto consiglieri e assessori regionali alle Politiche di genere attraverso proposte che puntano a vedere la donna un avamposto fondamentale di cui questa società regionale ha necessariamente bisogno». E la presenza della politica, al convegno della Cisl regionale, non è mancata. Oltre all’assessore Baldassarre, hanno infatti portato un contributo le consigliere regionali Laura Corrotti, Chiara Iannarelli, Roberta Della Casa, Eleonora Mattia, Marietta Tidei nella tavola rotonda moderata dalla giornalista di Radio Roma News, Elisa Mariani. Dibattito animato grazie anche alle video interviste alle lavoratrici di diversi settori che hanno indicato le difficoltà con cui si devono misurare ogni giorno sui posti di lavoro.
Alessandra Romano, coordinatrice Donne e politiche di parità Cisl Lazio, pur riconoscendo i dati occupazionali femminili incoraggianti nel Lazio, ha sottolineato che «c’è ancora molto lavoro da fare, soprattutto per scardinare quei pregiudizi e quei meccanismi che bloccano l’occupazione delle donne e le progressioni di carriera. Contrastando la disoccupazione di lunga data e l’inattività, promuovendo politiche di conciliazione e di condivisione nelle famiglie. Una battaglia culturale che deve essere della collettività e non solo di genere»
24 giugno 2025
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