Giovedì 26 Giugno 2025 09:06
Droghe, la cannabis sempre la più diffusa


I dati della Relazione annuale al parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze. Criticità nell’assistenza. Utenti costretti a ricorrere alle strutture del privato sociale
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Sempre più droghe a Roma e nel Lazio ma non sufficiente assistenza ai tossicodipendenti. È quanto emerge dalla Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, presentata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Nel corso del 2024, le forze di polizia hanno condotto su tutto il territorio nazionale 21.299 operazioni di contrasto al mercato delle droghe: al primo posto territorialmente troviamo il Lazio col 19%, al secondo la Lombardia col 18%. Sono 58,2 le tonnellate sequestrate e qui il Lazio si piazza al terzo posto con 8,2 tonnellate, preceduta dalla Puglia con 10,3 e dalla la Lombardia con 8,4.
A livello nazionale la sostanza stupefacente più diffusa si conferma la cannabis, ma con grandi differenze sul territorio. Si va infatti da 14-15 dosi per persona a Vibo Valentia e Trapani a 95-100 dosi per persona in città come Bologna, Roma e Olbia. E l’analisi comparativa con i dati raccolti negli anni precedenti (2020-2022) evidenzia un aumento del consumo in diverse città, tra cui proprio Roma oltre a L’Aquila, Lucca, Milano, Belluno, Terni e Verona.
Rispetto al contrasto del mercato dell’hashish, sono state 7.095 le operazioni di Polizia svolte, pari al 32% del totale delle operazioni antidroga, portando al sequestro di 17,4 tonnellate di sostanza (corrispondenti al 30% delle oltre 58 tonnellate di sostanze stupefacenti sequestrate in Italia nel 2024). Le regioni più coinvolte nel traffico di hashish sono quelle settentrionali, dove si è concentrato il 52% delle operazioni e il 42% delle quantità sequestrate, soprattutto in Lombardia; seguono le regioni dell’Italia centrale, dove si è registrato il 26% delle operazioni e il 39% dei sequestri, soprattutto nel Lazio.
Ma la regione ha un altro record: considerando i quantitativi sequestrati risulta che in Italia sono stati intercettati in media 39 kg di hashish ogni 100mila residenti tra i 15 e i 74 anni, valore che sale a 59 kg in Liguria e addirittura a 129 kg nel Lazio. Molto più bassi i consumi delle droghe sintetiche ma con livelli più alti di metamfetamina a Bologna (1,1 dosi a persona), Milano (0,7), Roma (0,7) e Venezia (0,4).
Il consumo di ecstasy è simile a quello della metamfetamina ma in aumento in quasi tutte le città, con i valori più alti rilevati a Bologna e Milano (0,6 dosi) e Trieste (0,4) e incrementi significativi ad Aosta, Roma, Lucca, Pescara, Terni e Verona. Le operazioni mirate al contrasto del traffico di droghe sintetiche, che nel 2024 sono state 379 (quasi il 2% delle azioni antidroga complessivamente condotte in Italia nell’anno), hanno portato al sequestro di 101.599 dosi e 89 kg di sostanze sintetiche.
Rispetto al 2023, si è registrato un aumento significativo nel numero di dosi intercettate (che erano 38.210), mentre il quantitativo in polvere è diminuito (nel 2023 erano 139 kg). L’86% delle droghe sintetiche in dosi/compresse è stato intercettato in Campania e il 4% in Lombardia; il 59% dei quantitativi in polvere nelle regioni Lazio (35%) e Lombardia (24%).
Dalla Relazione emergono alcune criticità nell’assistenza ai tossicodipendenti. Analizzando il rapporto tra il numero di operatori dei SerD e gli utenti assistiti o la popolazione residente, emerge con chiarezza una significativa disomogeneità tra le regioni in termini di dotazione del personale. A fronte di un valore medio di 24 assistiti per ogni unità di personale dipendente, a livello regionale si va da un minimo di 16 utenti, registrato nella provincia di Bolzano, a oltre 30 registrato nei servizi delle regioni Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo.
Il rapporto tra il numero di strutture per le dipendenze e la popolazione residente è di poco inferiore a 2 strutture ogni 100mila abitanti di età compresa tra i 15 e i 74 anni. Tuttavia, in Valle d’Aosta, Liguria, Emilia Romagna, Umbria e Marche tale valore supera le 3 strutture ogni 100mila residenti, mentre in provincia di Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Campania, Sicilia e Sardegna il rapporto è molto peggiore e risulta inferiore a 1 struttura ogni 100mila abitanti.
Così si ricorre alle strutture terapeutiche del privato sociale. Al 31 dicembre 2024, nelle 761 strutture risultano in trattamento 15.562 persone16, per la maggior parte in strutture di tipo residenziale (69%), il 9% di tipo semi-residenziali e il 22% presso servizi ambulatoriali. Geograficamente, più della metà degli utenti (52%) è in carico presso le strutture presenti nelle regioni settentrionali, soprattutto in Lombardia (18%), Emilia Romagna (14%) e Veneto (10%), il 31% in quelle delle regioni centrali, soprattutto nei servizi ambulatoriali della regione Lazio (ben 12.364 utenti, pari al 18% del totale, al terzo posto dopo Lombardia e Piemonte).
Nelle strutture terapeutiche del privato sociale il 31 dicembre 2024 risultano presenti 34 utenti ogni 100mila residenti tra i 15 e i 74 anni, con una forte variabilità interregionale: si passa da circa 8 utenti ogni 100mila residenti in provincia di Bolzano a circa 92 in Umbria, dove prevalgono le strutture residenziali.
26 giugno 2025
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