Servizi > Feed-O-Matic > 650802 🔗

Venerdì 27 Giugno 2025 10:06

Gaza, poca acqua e malnutrizione



Sempre più drammatica la situazione nel territorio della Striscia. la maggior parte delle famiglie sopravvive con un solo pasto povero di nutrienti al giorno. Report dell'Ufficio delle Nazioni Unite

L'articolo
Gaza, poca acqua e malnutrizione
proviene da
RomaSette
.

#dal mondo #gaza #rapporto di ocha #vetrina
leggi la notizia su RomaSette





Solo il 40% degli impianti di acqua potabile funzionanti; la carenza di carburante spinge i sistemi idrici quasi al collasso; a metà giugno, il 93% delle famiglie si trovava in uno stato di insicurezza idrica, con  rischi per la salute pubblica; la maggior parte delle famiglie sopravvive con un solo pasto povero di nutrienti al giorno; dall’inizio dell’anno sono stati ricoverati 112 bambini al giorno per il trattamento della malnutrizione acuta; crescono gli episodi di violenza di genere, con donne e ragazze che affrontano crescenti rischi di abuso, sfruttamento, coercizione e strategie di coping; oltre 76.000 gli studenti che non sono stati in grado di sostenere gli esami negli ultimi due anni accademici. Sono alcuni dei punti chiave che emergono dall’ultimo Rapporto di Ocha, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari, sulla situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, reso noto oggi, 26 giugno.

Dal 18 marzo scorso, riferisce Ocha, le forze israeliane hanno intensificato i bombardamenti aerei, terrestri e marittimi in tutta la Striscia di Gaza e ampliato le operazioni di terra. Ciò ha provocato centinaia di vittime, continue distruzioni di infrastrutture civili e sfollamenti su larga scala. Secondo il Site Management Cluster (Smc), più di 684.000 palestinesi a Gaza sono stati sfollati tra il 18 marzo e il 24 giugno. Senza un posto sicuro dove andare, molte persone hanno cercato rifugio in luoghi sovraffollati, rifugi di fortuna, edifici danneggiati, strade e aree aperte. Dal 18 marzo le persone sono state confinate in spazi sempre più ristretti, con l’82,6% della Striscia di Gaza che si trova all’interno di zone militarizzate da Israele o che è stata sottoposta a ordini di sfollamento.

Secondo il Ministero della Salute di Gaza, tra il 18 e il 25 giugno sono stati uccisi 519 palestinesi e 2.359 sono rimasti feriti. Tra il 7 ottobre 2023 e il 25 giugno 2025, il Ministero della Salute di Gaza ha riferito che almeno 56.156 palestinesi sono stati uccisi e 132.239 palestinesi sono rimasti feriti. I bambini morti sarebbero 17.121, le donne 9126 e 4137 gli anziani.

Sempre secondo il Ministero della Salute, dal 27 maggio scorso, (giorno in cui la Ghf, Gaza Humanitarian Foundation, a guida Usa e Israele, ha avviato le sue attività di distribuzione del cibo, ndr.), le vittime tra le persone che cercano di accedere alle forniture alimentari sono salite a 549. Oltre 4.066 feriti. Tra il 13 e il 16 giugno, l’Armed Conflict Location and Event Data (Acled), ong statunitense specializzata nella collezione di dati, analisi e mappature dei conflitti nel mondo, ha registrato oltre 20 incidenti “in cui le forze israeliane hanno preso di mira i civili durante la distribuzione degli aiuti”. Secondo Acled, la maggior parte degli incidenti si è verificata vicino a siti di distribuzione militarizzati (Ghf).

Nel suo Report, Ocha fornisce anche il numero dei morti israeliani, citando fonti dell’Esercito: «Tra il 18 e il 25 giugno, otto soldati israeliani sono stati uccisi a Gaza. Tra il 7 ottobre 2023 e il 25 giugno 2025, secondo le forze israeliane e le fonti ufficiali israeliane citate dai media, sono stati uccisi più di 1.635 israeliani e cittadini stranieri, la maggior parte il 7 ottobre 2023. Il bilancio include 435 soldati uccisi, oltre a 2.738 soldati feriti, a Gaza o lungo il confine in Israele dall’inizio dell’operazione di terra nell’ottobre 2023. Di questi, 28 soldati sono stati uccisi e 154 feriti dalla ripresa delle ostilità del 18 marzo 2025. Il 21 giugno, l’esercito israeliano ha recuperato i corpi di tre ostaggi israeliani dalla Striscia di Gaza; i tre israeliani, tra cui un soldato, sono stati uccisi il 7 ottobre 2023, secondo il portavoce dell’esercito israeliano. Al 24 giugno, si stima che 50 israeliani e cittadini stranieri siano ancora prigionieri a Gaza, compresi gli ostaggi che sono stati dichiarati morti e i cui corpi sono stati trattenuti.

Il 23 giugno, per la prima volta dalla ripresa limitata dell’ingresso degli aiuti (19 maggio), un convoglio proveniente dalla Cisgiordania – composto da sei camion – ha scaricato materiale medico sul lato israeliano del valico di Kerem Shalom. La spedizione di merci attraverso l’Egitto resta invece bloccata dalle autorità israeliane. Secondo la Mezzaluna Rossa egiziana, al 24 giugno, 734 camion delle Nazioni Unite e delle Ong internazionali (il 54% delle quali trasportano rifornimenti alimentari) sono in attesa per essere spediti a Gaza. Per quanto riguarda il carburante, l’Onu è riuscita a recuperare circa 788mila litri di carburante dalle scorte bloccate in un’area a Rafah, dopo 12 precedenti richieste respinte dalle autorità israeliane. Senza rifornimenti, spiega Ocha, i servizi sanitari, igienici, idrici, e di sostentamento sono a grave rischio.

Il Ministero della Salute palestinese a Gaza ha avvertito di un’imminente crisi nei laboratori medici e nei servizi delle banche del sangue a causa della grave carenza di materiali necessari per i test e materiali di consumo. Il Dipartimento di laboratorio del Ministero ha sottolineato che il 48,7% dei materiali per i test di laboratorio ha meno di un mese di scorte, mentre il 48,2% dei materiali di consumo e delle forniture di laboratorio sono anch’essi al di sotto della soglia di un mese. A rischio è la continuità dei servizi diagnostici di laboratorio e delle trasfusioni di sangue. La situazione è ulteriormente aggravata dalla distruzione del 50% dei laboratori ospedalieri e del 60% dei laboratori di assistenza primaria.

Secondo l’Emergency Situation Update dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), i servizi di emodialisi a Gaza contano solo cinque unità ancora operative, che comprendono 114 macchine che servono circa 680 pazienti. Queste unità operano tutte in condizioni non ottimali e al di sopra della capacità. Da gennaio 2024, gli operatori sanitari hanno effettuato quasi tre milioni di visite mediche ed eseguito oltre 40.000 interventi chirurgici di emergenza. I livelli di carburante pericolosamente bassi rimangono una delle principali preoccupazioni per la popolazione di Gaza. Le apparecchiature mediche, l’aria condizionata, gli ascensori, i concentratori di ossigeno, i ventilatori e lo stoccaggio della catena del freddo per farmaci e vaccini si basano tutti sul carburante per funzionare.

Attualmente, solo il 40% degli impianti di produzione di acqua potabile di Gaza rimane funzionante (87 su 217), e tutti sono a rischio imminente di chiusura a causa del blocco di oltre 16 settimane all’ingresso di carburante. Le perdite di acqua sono stimate tra il 50 e il 60% a causa di reti fatiscenti o danneggiate dai bombardamenti.

Il 20 giugno, riferisce Ocha, il Programma alimentare mondiale (Wfp) ha denunciato che «la situazione umanitaria rimane critica, con condizioni molto al di sotto del minimo richiesto per fornire un’assistenza costante e ordinata a una popolazione sull’orlo della carestia». Al 15 giugno, 18.809 bambini sotto i cinque anni di età sono stati ricoverati per il trattamento della malnutrizione acuta, di cui 5.486 a maggio, all’interno di una popolazione di bambini in cui il deperimento era inesistente 20 mesi fa.

Dei quasi 19.000 bambini ricoverati nel 2025, 2.558 soffrivano di malnutrizione acuta grave (Sam), la forma più letale di malnutrizione. Dopo 78 giorni di blocco totale all’ingresso degli aiuti e di tutti gli altri rifornimenti, a partire dal 24 giugno, la maggior parte dei convogli alimentari delle Nazioni Unite che sono entrati nella Striscia di Gaza (compresi quelli che trasportavano più di 9.500 tonnellate di farina di grano) sono stati scaricati da persone disperate lungo la strada, alcuni saccheggiati da criminali armati.

Inoltre, ci sono rapporti quotidiani di attacchi contro civili che tentano di raccogliere rifornimenti alimentari lungo le rotte dei convogli o da siti di distribuzione militarizzati, con conseguenti vittime. Tutte le 25 panetterie sostenute dalle Nazioni Unite rimangono chiuse a causa delle restrizioni all’ingresso degli aiuti e dei relativi disordini sociali. Si stima che circa il 15% della popolazione gazawa cerchi il cibo anche nella spazzatura o nelle macerie.

Tra il 21 aprile e il 21 giugno 2025, il numero di cucine operative a Gaza è diminuito di circa il 76%, con solo 42-45 cucine operative, e la distribuzione giornaliera dei pasti è stata ridotta di quasi l’83%, a circa 185.000 pasti al giorno. Al 24 giugno, in seguito alla riapertura della cucina comunitaria di Deir al Balah, il numero di pasti giornalieri è aumentato e ora si attesta a 252.000. Il continuo aumento della produzione di farina dipenderà sia dall’approvvigionamento alimentare che dalla disponibilità di carburante. (Daniele Rocchi)

27 giugno 2025

L'articolo
Gaza, poca acqua e malnutrizione
proviene da
RomaSette
.

Questo sito utilizza cookie tecnici, anche di terze parti, per migliorare i servizi offerti e ottimizzare l’esperienza dell’utente. Si prega di leggere l'informativa sulla privacy. Chiudendo questo banner si accettano le condizioni sulla privacy e si acconsente all’utilizzo dei cookie.
CHIUDI