Martedì 1 Luglio 2025 13:07
Caldo e solitudine: l’«emergenza» degli anziani


La conferenza della Comunità di Sant'Egidio per chiedere l'applicazione integrale della legge 33 del 2023. Il presidente Impagliazzo: «Ci preoccupa che non stia decollando». L'urgenza di «ricentrare la società italiana sulla terza età»
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Caldo e solitudine tra gli anziani. Un’emergenza che sta diventando sempre più strutturale ed è destinata a peggiorare con il tempo. Per questo serve una svolta culturale. A partire dall’applicazione integrale della legge 33/2023 in materia di politiche in favore delle persone anziane, che è in fase sperimentale e necessita ancora di 22 decreti attuativi da scrivere. È l’appello alle istituzioni del presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, che stamattina, 1° luglio, ha presentato alla stampa dati e proposte per proteggere la parte più fragile della popolazione. L’incontro si è tenuto nella Sala Conferenze della Comunità, in via della Paglia.
Come sottolineato da Impagliazzo, dal Rapporto annuale Istat 2025 emerge che in Italia ci sono oggi 9,3 milioni di persone sole, di cui 4,4 milioni hanno più di 65 anni. L’11.79% degli ultraottantenni che vivono da soli non ha né figli né nipoti. Le donne anziane sono le più esposte: una su due oltre i 75 anni vive da sola. Inoltre, 845mila over 65 dichiarano di non avere nessuno su cui contare. Anche il disagio psichico è in aumento: si registrano 1.400 suicidi l’anno tra gli anziani, pari al 38% del totale nazionale. Dati che sono destinati a peggiorare. Nel 2028 l’Italia avrà bisogno di oltre 2 milioni di colf e assistenti familiari, ma nel 2024 i contratti attivi sono solo 817mila, mentre l’irregolarità resta altissima (47%). Le quote previste dal “Decreto Flussi” per il comparto lavoratori domestici non sono sufficienti a soddisfare la domanda delle famiglie italiane. «Chiediamo un ulteriore allargamento di questo numero – ha dichiarato il presidente di Sant’Egidio -, così come di superare tanti ostacoli burocratici che impediscono a molte badanti di raggiungere le famiglie italiane».
Secondo Impagliazzo, serve dunque un cambiamento di mentalità. «Dobbiamo ricentrare la società italiana sugli anziani che sono e diventeranno sempre più la maggioranza della popolazione». In questo senso, l’applicazione della legge 33 diventa centrale. «Ci preoccupa che non stia decollando – ha detto -. Chiediamo che venga messa in atto per creare una rete che permetta agli anziani di rimanere a casa. Un ricovero in un istituto, in una casa di riposo, o in una Rsa non potrà mai sostituire tutto ciò che una persona vive nel proprio ambiente familiare». Perché il problema degli anziani «è anche una questione sociale», in quanto «l’isolamento e la solitudine sono problemi che poi sfociano anche in quelli sanitari». Oltre a facilitare l’ingresso di personale straniero, serve dunque anche «potenziare l’assistenza domiciliare integrata, incentivare il co-housing, rendere operativi i presidi sociali e sanitari sul territorio, come i centri diurni e gli ospedali di comunità».
Una missione che la Comunità di Sant’Egidio porta avanti con il programma “Viva gli anziani”, che segue circa 15mila persone a Roma e migliaia in altre 9 città con interventi di prossimità (telefonate, visite, pasti, compagnia, emergenze caldo e solitudine). Giacomo è attivo come volontario da 3-4 anni. «Noi anziani non siamo un problema, ma una ricchezza che nel nostro Paese viene sprecata».
1° luglio 2025
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