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Mercoledì 2 Luglio 2025 12:07

Fine vita: al via l’iter del disegno di legge



Adottato il testo base proposto dai relatori della maggioranza. Contrarie tutte le opposizioni. Per gli emendamenti c'è tempo fino all'8 luglio. L'esame in Aula previsto il 17 luglio. Tra i contenuti, l'esclusione del Servizio sanitario nazionale dal trattamento

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Parte, dopo mesi di frenate, ripartenze e polemiche, l’iter del disegno di legge sul fine vita. L’esame al Senato partirà dal testo proposto ieri, 1° luglio, dai relatori di maggioranza Pierantonio Zanettin (Forza Italia) e Ignazio Zullo (Fratelli d’Italia), adottato come testo base dopo il voto delle commissioni Giustizia e Sanità, grazie al voto favorevole del centrodestra. Contrarie tutte le opposizioni. Le commissioni hanno anche stabilito l’8 luglio come limite per la presentazione degli emendamenti al testo, atteso in Aula il 17 luglio.

Nell’ultimo anno maggioranza e opposizione avevano presentato complessivamente 5 proposte di legge, senza riuscire ad accordarsi su una proposta condivisa. Di qui la scelta della maggioranza di formalizzare la sua proposta, formata da 4 articoli. Nel primo si riconosce il diritto alla vita come «presupposto di tutti i diritti dell’ordinamento» e la tutela della vita di ogni persona «senza distinzioni» di età, salute e condizioni sociali. Eliminata l’espressione «dal concepimento alla morte naturale», alla quale si erano opposte le opposizioni, temendo che nascondesse una minaccia all’aborto.

Il trattamento dunque non sarà a carico del Servizio sanitario nazionale: né medici né strumenti né famaci del “pubblico” potranno essere usati per questo scopo. Ma chi aiuta una persona nel trattamento di fine vita non commette reato e non è punibile. A valutare se i malati che lo richiedono hanno i requisiti necessari sarà il Comitato nazionale di valutazione – non più “Comitato etico” -. E si accorciano i tempi: in tutto 90 giorni e non più 120. Cala sensibilmente anche il tempo per ripresentare la domanda se la prima è stata bocciata: da 4 anni sei mesi. Al governo il compito della nomina del Comitato, attraverso decreti del presidente del Consiglio. Un altro aspetto contestato dalle opposizioni, che lo ritengono «troppo politicizzato».

Per quanto riguarda le cure palliative, infine, non saranno obbligatorie ma saranno rese disponibili. Nel dettaglio, è l’articolo 3 a disciplinare come garantirne l’accesso, per cercare di evitare disparità tra le diverse Regioni.

2 luglio 2025

 

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