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Mercoledì 2 Luglio 2025 17:07

Linea C: il Colosseo non è crollato

Dodici anni fa alcune associazioni si erano convinte che il Colosseo sarebbe crollato. La paura, ingiustificata, era che i lavori della Linea C avrebbero causato conseguenze nefaste su tutta l’area dei Fori. La verità è che i lavori sono finiti e non è successo assolutamente nulla. Anzi, con la realizzazione dei locali nel Clivo di Acilio, ossia la salita al belvedere d’affaccio sui Fori, e con le risorse compensative della Linea C, i cantieri porteranno in dote al Colosseo un nuovo infopoint, una piazza rinnovata e soprattutto un nuovo nodo metropolitano accessibile anche alle persone con difficoltà motorie, arricchito da allestimenti architettonici e museali unici nel loro genere. Si sarebbe potuto fare qualcosa di molto più ardito sulle sistemazioni superficiali, ma oggi come allora ha prevalso una logica di conservatrice che vede ogni mutamento nel Centro Storico come un assalto alla città, anche se si tratta di una pedonalizzazione. Vale la pena ricordare alcune delle affermazioni pretestuose gridate nel 2013: “si vuole almeno arrivare al Colosseo costi quel che costi, anche mettendo a rischio il monumento più famoso del mondo”; “la riduzione di via dei Fori Imperiali e l’addensamento del traffico proprio sotto il Colosseo provoca delle vibrazioni che possono incidere in maniera deleteria addirittura sulla stabilità della struttura del monumento”; “su di esso” (il Colosseo, ndr) “si risentirà in aggiunta tutta l’attività di un cantiere con attività così invasive e che sconvolgerà l’equilibrio del sottosuolo”; “Poi c’è l’influenza fortemente negativa, sia pratica che psicologica,”  (non stiamo scherzando, scrivevano proprio che il cantiere avrebbe avuto conseguenze psicologiche) “sull’afflusso dei turisti che dovranno arrivare in fila indiana attraverso i varchi di un cantiere caratterizzato da attività invasive e pericolose”; “non si osa immaginare quali ripercussioni avrà questa strozzatura del traffico sul centro storico e su tutto il resto della città e delle sue attività economiche”. Al più a gennaio partiranno i lavori delle stazioni di Chiesa Nuova, San Pietro, Ottaviano e Clodio/Mazzini. Speriamo di non doverci sorbire nuovamente una pantomima del genere sulla stabilità di Castel Sant’Angelo o sul dramma del cantiere davanti all’Oratorio dei Filippini. Abbiamo già dato.  

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#approfondimenti #colosseo #fori imperiali #linea c #metro c
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Dodici anni fa
alcune associazioni si erano convinte che il Colosseo sarebbe crollato
. La paura, ingiustificata, era che i lavori della Linea C avrebbero causato conseguenze nefaste su tutta l’area dei Fori.

La verità è che i lavori sono finiti e non è successo assolutamente nulla. Anzi, con la realizzazione dei locali nel Clivo di Acilio, ossia la salita al belvedere d’affaccio sui Fori, e con le risorse compensative della Linea C, i cantieri porteranno in dote al Colosseo un nuovo infopoint, una piazza rinnovata e soprattutto un nuovo nodo metropolitano accessibile anche alle persone con difficoltà motorie, arricchito da allestimenti architettonici e museali unici nel loro genere.


Rendering dell’allestimento della Stazione Colosseo

Si sarebbe potuto fare qualcosa di molto più ardito sulle sistemazioni superficiali, ma oggi come allora ha prevalso una logica di conservatrice che vede ogni mutamento nel Centro Storico come un assalto alla città, anche se si tratta di una pedonalizzazione.

Vale la pena ricordare alcune delle affermazioni pretestuose gridate nel 2013:

  • “si vuole almeno arrivare al Colosseo costi quel che costi, anche mettendo a rischio il monumento più famoso del mondo”;
  • “la riduzione di via dei Fori Imperiali e l’addensamento del traffico proprio sotto il Colosseo provoca delle vibrazioni che possono incidere in maniera deleteria addirittura sulla stabilità della struttura del monumento”;
  • “su di esso” (il Colosseo, ndr) “si risentirà in aggiunta tutta l’attività di un cantiere con attività così invasive e che sconvolgerà l’equilibrio del sottosuolo”;
  • “Poi c’è l’influenza fortemente negativa, sia pratica che psicologica,”  (non stiamo scherzando, scrivevano proprio che il cantiere avrebbe avuto conseguenze psicologiche) “sull’afflusso dei turisti che dovranno arrivare in fila indiana attraverso i varchi di un cantiere caratterizzato da attività invasive e pericolose”;
  • “non si osa immaginare quali ripercussioni avrà questa strozzatura del traffico sul centro storico e su tutto il resto della città e delle sue attività economiche”.
Al più a gennaio partiranno i lavori delle stazioni di Chiesa Nuova, San Pietro, Ottaviano e Clodio/Mazzini. Speriamo di non doverci sorbire nuovamente una pantomima del genere sulla stabilità di Castel Sant’Angelo o sul dramma del cantiere davanti all’Oratorio dei Filippini. Abbiamo già dato.

 

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