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Venerdì 11 Luglio 2025 09:07

Ucraina, l’appello di Shevchuk: «Fate presto, questa pazzia deve finire»



L'arcivescovo maggiore di Kiev: «Vediamo che la Russia vuole sfruttare l'estate per un'ulteriore avanzata. Lo scopo principale è colpire la popolazione. È un crimine contro l'umanità»

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«Fate presto, questa pazzia deve finire. Si sta accanendo in modo drammatico perché lo scopo principale di questa aggressione è colpire la popolazione civile. È un crimine contro la umanità». È l’accorato appello – affidato al Sir e ad Avvenire – dell’arcivescovo maggiore di Kiev Sviatoslav Shevchuk, a Roma per il Sinodo della Chiesa greco cattolica ucraina che si è svolto presso il Pontificio Collegio ucraino di San Giosafat. Nella Capitale, i 50 vescovi greco-cattolici hanno avuto modo di incontrare – alla vigilia della Conferenza internazionale per la ricostruzione in Ucraina (10-11 luglio 2025) – anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Erano presenti, tra gli altri, anche il ministro della cultura Alessandro Giuli, quello  dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, il ministro della Salute Orazio Schillaci e l’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede Francesco Di Nitto.

Che cosa avete voluto esprimere e chiedere al governo italiano?
Abbiamo ringraziato per la solidarietà ricevuta dal popolo italiano. L’Italia ha aperto non soltanto le sue strutture statali, le sue frontiere, le sue case, ma soprattutto i suoi cuori. Mezzo milione di profughi ucraini hanno trovato qui la loro seconda casa. Abbiamo parlato di futuro. È stato molto importante incontrare il governo italiano che ha avuto modo di conoscere il lavoro che la Chiesa Ucraina fa a fianco delle persone, per la guarigione delle ferite della guerra, per la salute mentale, la riabilitazione dei civili e dei veterani che torneranno dal fronte a casa. È un lavoro che senza la Chiesa è difficile portare avanti. Per sanare le ferite della guerra bisogna che collaborino medici, psicologi e sacerdoti. Solo così potremmo veramente offrire alla nostra gente tutto quello che è necessario per tornare a vivere.

Le bombe non si sono fermate neanche di fronte agli edifici sacri.
Ci sono 670 chiese di varie confessioni distrutte. Il vescovo Maksym Ryabukha, esarca dell’Esarcato di Donetsk, ha raccontato ai ministri italiani che nel suo esarcato, di 80 parrocchie, 50 sono distrutte. Ne funzionano solo 30. Arriverà quindi il giorno in cui queste chiese dovranno essere ricostruite. Abbiamo ascoltato parole di incoraggiamento dal governo italiano che ci ha assicurato di essere disposto a rimanere al nostro fianco. Erano presenti anche il vice ministro degli Affari esteri italiano e l’ambasciatore italiano presso la Santa Sede. E con loro abbiamo parlato anche dell’architettura della pace e del possibile processo diplomatico per fermare l’aggressore. Non si può parlare di ricostruzione, se c’è una distruzione in corso.

Papa Leone XIV ha preso particolarmente a cuore l’Ucraina.
La parola pace è la prima che ha pronunciato sul sagrato di San Pietro dopo la sua elezione. Per Papa Leone, la pace non è una parola fra le altre. È una forza che esce fuori dalla sua stessa persona. Lui non solo parla di pace, ma la porta in sé. E vediamo quanto il Papa si stia impegnando non soltanto per ribadire i principi di una pace giusta e vera ma per trovare sentieri o meccanismi che possano aiutare a costruire la pace.

Quali?
Ci sono due iniziative molte concrete: la prima è stata quella di ribadire la disponibilità del Vaticano ad offrirsi come luogo di incontro per avviare un vero dialogo diplomatico su un possibile cessate-fuoco. In Ucraina i bombardamenti si intensificano. Ogni giorno missili e droni attaccano e bombardano a tappeto le nostre città. L’altra iniziativa è la missione del cardinale Matteo Zuppi che continuerà nella parte umanitaria a lavorare per lo scambio dei prigionieri e il ritorno delle salme alle loro famiglie. Negli ultimi mesi è avvenuto un grande interscambio di prigionieri e sono venuti fuori tante atrocità. Alcuni nostri prigionieri erano senza i muscoli nelle gambe e non riuscivano più a camminare perché – hanno raccontato – erano stati divorati dai cani.
Sarebbe, a nostro parere, importante che ci possano essere delle visite regolari in questi prigioni militari. Possono alleviare in modo sostanziale queste sofferenze. Inoltre, il Santo Padre si è detto disponibile per qualsiasi altra iniziativa. Siamo grati a Papa Leone. Sono segni di speranza.

Sono tre anni e mezzo di guerra. È un tempo lungo e pesantissimo. Come lo state vivendo oggi?
Stiamo vedendo che la Russia vuole sfruttare questo tempo estivo per una ulteriore avanzata e rifiutano ogni trattativa di pace, utilizzando mezzi militari per arrivare a scopi politici. Per questo i combattimenti diventano sempre più feroci e massicci. Sono stati capaci di produrre enormi quantità di droni modificandoli proprio per colpire la popolazione civile. Utilizzano bombe con materiale esplosivo, materiali chimici e termobarici. Colpendo le città, vogliono colpire psicologicamente la popolazione; colpendo le infrastrutture vogliono far diventare le città inabitabili (e fra pochi mesi arriverà l’inverno); colpendo la vita, vogliono costringere le persone ad abbandonare la propria terra. A soffrire sono i bambini che hanno cominciato a scambiare il giorno con la notte. Quando si alza il sole, vanno a dormire perché la notte con i bombardamenti, rimangono svegli nei rifugi antiaerei. Siamo veramente di fronte a crimini contro l’umanità. (M. Chiara Biagioni)

11 luglio 2025

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