Venerdì 11 Luglio 2025 17:07
Metro oltre Rebibbia: e se fosse una linea a sé?
Il prolungamento della Linea B oltre Rebibbia è in stallo da oltre 10 anni. L’appalto, che prevedeva una serie di valorizzazione urbanistiche, si è arenato per l’indisponibilità di alcune aree oggetto della concessione. A minare la sostenibilità economica dell’intervento però era proprio una forma di finanza di progetto piuttosto debole, dove il concessionario si limitava, per la parte di gestione, alla manutenzione delle sole stazioni realizzate. Di fatto erano davvero le sole “speculazioni” edilizie ed il contributo pubblico a sostenere l’intervento. Ma questo tipo di parternariati richiedono un più ampio respiro per avere un equilibrio accettabile, soprattutto per quanto riguarda la fase di gestione. Per questo vogliamo fare una provocazione: perché non fare una linea a sé stante? Un’ulteriore linea della metropolitana di Roma, connessa alle altre eventualmente con soli raccordi tecnici, che possa però essere oggetto di un appalto di costruzione e gestione integrale. Si eviterebbero così anche tutte quelle enormi problematiche di interfaccia tra linee “nuove” e linee “vecchie”, che rendono spesso del tutto velleitario pensare di intervenire prolungando una linea, senza interventi miliardari sulle tratte esistenti, che spesso si traducono in meri adeguamenti normativi privi di conseguenze reali in termini di livelli di servizio resi. L’ipotesi è quella di una linea che raccordi A, B e C, sfruttando i tracciati delle diramazioni e dei prolungamenti previsti dai PUMS di Roma e di Città Metropolitana, che come dicevamo sopra incontrano spesso difficoltà progettuali che minano del tutto l’interesse politico. Si potrebbe sfruttare il prolungamento a Casal Monastero e oltre, insieme al ramo C1 della linea verde, previsto anche nel PUMS di Roma già con un assetto leggermente diverso da quello del progetto preliminare 2003, unendoli in una linea pienamente autonoma e funzionale che raggiunga la Linea A alla stazione di Tuscolana (Ponte Lungo). La nostra è chiaramente una provocazione. Si tratta di un tracciato tutto da studiare, un’ipotesi alternativa “distruttiva”, direbbe qualcuno avvezzo agli anglicismi, ma forse dopo 13 anni di fermo totale e senza nessuna vera ipotesi di rilancio, pensare in maniera obliqua potrebbe essere l’unica soluzione. Peraltro, una riflessione di questo tipo potrebbe proprio essere rimessa alle aziende del settore, perimetrando l’ambito di intervento, inserendo l’intervento nel programma triennale delle opere idonee al PPP, e pubblicando una manifestazione di interesse, ovvero un avviso pubblico, per ricevere proposte di finanza di progetto. Secondo noi non tarderebbero ad arrivare.
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Il prolungamento della Linea B oltre Rebibbia è in stallo da oltre 10 anni.
L’appalto, che prevedeva una serie di valorizzazione urbanistiche, si è arenato per l’indisponibilità di alcune aree oggetto della concessione.
A minare la sostenibilità economica dell’intervento però era proprio una forma di finanza di progetto piuttosto debole, dove il concessionario si limitava, per la parte di gestione, alla manutenzione delle sole stazioni realizzate. Di fatto erano davvero le sole “speculazioni” edilizie ed il contributo pubblico a sostenere l’intervento.
Ma questo tipo di parternariati richiedono un più ampio respiro per avere un equilibrio accettabile, soprattutto per quanto riguarda la fase di gestione.
Per questo vogliamo fare una provocazione: perché non fare una linea a sé stante?
Un’ulteriore linea della metropolitana di Roma, connessa alle altre eventualmente con soli raccordi tecnici, che possa però essere oggetto di un appalto di costruzione e gestione integrale.
Si eviterebbero così anche tutte quelle enormi problematiche di interfaccia tra linee “nuove” e linee “vecchie”, che rendono spesso del tutto velleitario pensare di intervenire prolungando una linea, senza interventi miliardari sulle tratte esistenti, che spesso si traducono in meri adeguamenti normativi privi di conseguenze reali in termini di livelli di servizio resi.
L’ipotesi è quella di una linea che raccordi A, B e C, sfruttando i tracciati delle diramazioni e dei prolungamenti previsti dai PUMS di Roma e di Città Metropolitana, che come dicevamo sopra incontrano spesso difficoltà progettuali che minano del tutto l’interesse politico. Si potrebbe sfruttare il prolungamento a Casal Monastero e oltre, insieme al ramo C1 della linea verde, previsto anche nel PUMS di Roma già con un assetto leggermente diverso da quello del progetto preliminare 2003, unendoli in una linea pienamente autonoma e funzionale che raggiunga la Linea A alla stazione di Tuscolana (Ponte Lungo).
La nostra è chiaramente una provocazione. Si tratta di un tracciato tutto da studiare, un’ipotesi alternativa “distruttiva”, direbbe qualcuno avvezzo agli anglicismi, ma forse dopo 13 anni di fermo totale e senza nessuna vera ipotesi di rilancio, pensare in maniera obliqua potrebbe essere l’unica soluzione.

In fucsia un’ipotesi di tracciato della nuova linea
Peraltro, una riflessione di questo tipo potrebbe proprio essere rimessa alle aziende del settore, perimetrando l’ambito di intervento, inserendo l’intervento nel programma triennale delle opere idonee al PPP, e pubblicando una manifestazione di interesse, ovvero un avviso pubblico, per ricevere proposte di finanza di progetto.
Secondo noi non tarderebbero ad arrivare.
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