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Domenica 13 Luglio 2025 10:07

Favola della domenica – L’astronauta

C’era una volta un astronauta di nome Lorin che viaggiava con la sua navicella in...

#favola
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C’era una volta un astronauta di nome Lorin che viaggiava con la sua navicella in giro per lo spazio. Apparteneva a un popolo che amava esplorare nuovi mondi e conoscere altre  civiltà.

Gli strumenti di bordo gli mostrarono a un tratto che si stava avvicinando a un pianeta piccolissimo. Man mano, la sua luminosità cresceva e lui si sentì attirare come una calamita. L’esterno dell’astro brillava di luce intensa.

“Ha un magnetismo potentissimo” pensò. “Chissà chi abita laggiù”.

Ben presto atterrò con leggerezza su un terreno sabbioso. Guardò dall’oblò. Qualcuno era lì per accoglierlo. Scese dal suo mezzo.

“Benvenuto, esploratore galattico. Qual buon vento ti porta fino a noi?” esclamò un umanoide dallo sguardo ipnotico e dalla barba fluente. Lorin lo definì dentro di sé un mago.   “Sono stato attirato fin qui da un forte magnetismo” disse. “Non ho potuto azionare i miei comandi”. I due stavano comunicando telepaticamente.

“Questo dimostra il carattere del nostro pianeta e dei suoi abitanti”.

Lorin volse lo sguardo attorno. Solo rocce e deserto caratterizzavano il paesaggio: “Vedo solo te. Dove sono gli altri?”

“Sono nell’entroterra, dove si trova il nostro mondo”.

“Come vi chiamate?”

“Il mio nome è Artus e il pianeta si chiama Arturius”.

Il mago guardò le nuvole minacciose oltre le rocce: “Vieni, togliamoci di qui. Si preannuncia una tempesta”.

I due si avviarono oltre un promontorio dove stazionava un veicolo di piccole dimensioni. Presero posto e, a velocità supersonica, attraverso gallerie e tunnel, arrivarono in una città favolosa. Era costruita a raggera, circondata da corsi d’acqua. Dominata da una costruzione altissima simile a un tempio o a una cattedrale. Lorin vide strade percorse da mezzi velocissimi e silenziosi. C’erano anche persone che camminavano a piedi. Vestivano con tuniche a tinte tenui.

“Questo posto è meraviglioso” disse l’astronauta pensando alle zone chiaro-scure del suo pianeta.

”Quando riferirai l’esito del tuo viaggio, dì pure che hai visitato un luogo incantato dove esistono più maghi che semplici cittadini”. Sedettero su una panchina che rifletteva i colori sgargianti dei dintorni.

“Mi dà l’idea di una città ideale per viverci” osservò Lorin con nostalgia. “Il mio paese è un pò troppo turbolento”.

“Vorrei parlarti di un luogo che, secondo noi, è ancora più burrascoso. Si chiama Gea”.

“Sì, lo conosco”. Il viso di Lorin si rabbuiò. “La sua situazione non ha eguali nella galassia Via Lattea”.

“Devi sapere che molti maghi di Arturius sono partiti con l’intento di aiutare quel pianeta, per evitare che le cose precipitino”.

“Chi se non dei maghi possono trovare dei rimedi?” disse Lorin con un grande sorriso. “Ti confiderò un segreto. Tempo fa, durante un viaggio intergalattico, m’innamorai di una donna di Gea ma presto ci separammo. Nonostante i tumulti, non intendeva lasciare il suo paese”.

“Abbi fede, i maghi Arturians non hanno mai fallito. Presto ci sarà una svolta positiva che renderà quel pianeta un giardino dell’Eden”.

“Fantastico! Se posso essere utile, collaborerei volentieri”.

“Ti prendo in parola. Stiamo preparando una nuova spedizione. Sto andando proprio ora al  convegno. Potrai essere dei nostri”.

Lorin esultò. Il suo sogno forse si sarebbe avverato. Avrebbe contribuito a salvare il pianeta dove risiedeva la sua bella, rendendo Gea un mondo ridente simile ad Arturius. Strinse la mano ad Artus e, insieme, si diressero verso il luogo dell’appuntamento.

Maria Rosaria Fortini

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